PESARO - Al momento è l’unico biancorosso in città e da parecchio tempo a questa parte è pure il solo pesarese in squadra.
Le storie dell’identificazione del pubblico nella squadra non sono bazzeccole, la gente vuole facce in cui riconoscersi, una sorta di bandiere perenni, meglio se italiane.
Michele Maggioli è immobile sul letto di casa sua, con il ginocchio steso, gli occhi gonfi e un mal di testa indicibile.
«Stanotte - ci spiega -mi sono svegliato alle 5... Mi sono operato da una settimana e penso sia normale soffrire un po’... Adesso cammino, ma non piego la gamba e devo aspettare che il ginocchio si sgonfi. Faccio riabilitazione per riacquistare elasticità, più avanti inizierò con la piscina. Quando sarò pronto? Non lo so ancora, medici e preparatori dicono che non ci vorranno più di due mesi».
«Avrei anche potuto non operarmi - spiega il lungo di Montecchio - svolgendo due mesi di lavoro di potenziamento, ma l’avevo già fatto in precampionato quando - con la mano infortunata - ho sviluppato i muscoli delle gambe e già allora cominciai a sentire dolore al ginocchio. Quindi ho scelto così, non è stato un’intervento particolarmente elaborato, ma tanto fastidioso. Il brutto - continua Maggioli- è che non sono autosofficiente e dipendo da amici e parenti in tutto».
Di tempo per pensare al suo futuro ne ha avuto... Si è fatto un’idea di dove potrebbe giocare il prossimo anno?
«Non l’ho ancora capito, davvero. Vorrei prima vedere quali sono le intenzioni della società e chi sarà l’allenatore (se Pilla resta le chances di rivedere Maggioli a Pesaro scendono -ndr). Allestiranno una squadra giovane o una americana? Io aspetto, senza escludere niente».
E intanto Avellino e Biella lo marcano stretto, mentre Fortitudo e Benetton si sono “solo" interessate alla sua situazione contrattuale. Cosa l’ha spinta a rivedere la sua ferma decisione di lasciare la Scavolini?
«L’affetto delle persone, che mi sono state vicine nel momento per me più difficile. Negli ultimi mesi giocavo poco e soffrivo per il guaio al ginocchio. Era una situazione poco chiara, ma ne sono uscito più forte».
Qual è la sua collocazione ideale?
«Voglio giocare pivot - dichiara con fermezza super Maggioli- Quest’anno il mio utilizzo come ala forte è stato esagerato. E’ inutile che un 2.12 giochi lontano da canestro. Mi accontenterei anche di fare “il Frosini", ossia l’ala/pivot (Griffith è il centro titolare in Virtus -ndr) che si muove dentro l’area. Voi l’avete mai visto tirare da tre?».
Se si optasse per una squadra di giovani locali, gli incentivi a restare aumenterebbero?
«Credo di sì, riincontrerei tanti amici con cui c’è grande affiatamento».
Quest’estate solo tanto riposo per Michele, che a malincuore con la mano ha fatto ciao alla Nazionale...
«Mi dispiace non essere con Pecile - a proposito: ho visto che ha rifilato 22 punti alle Filippine: e bravo Pec! - e gli altri ma ho parlato con Recalcati e ci siamo dati appuntamento all’anno prossimo...».
Deve fare in fretta a guarire, c’è un posto da titolare da riconquistare...
«Vero, ora c’è Garri - conclude - che è un gran bel giocatore. Mi aveva impressionato quando lo vidi a Livorno: è un lungo atletico con un buon tiro frontale».
Intanto proseguono le semifinali scudetto e le finali Juniores. Oggi coach Pillastrini raggiungerà Stefano Cioppi a Latina, mentre Zanca e Pascucci sono già a Chicago.
Camilla Cataldo
Le storie dell’identificazione del pubblico nella squadra non sono bazzeccole, la gente vuole facce in cui riconoscersi, una sorta di bandiere perenni, meglio se italiane.
Michele Maggioli è immobile sul letto di casa sua, con il ginocchio steso, gli occhi gonfi e un mal di testa indicibile.
«Stanotte - ci spiega -mi sono svegliato alle 5... Mi sono operato da una settimana e penso sia normale soffrire un po’... Adesso cammino, ma non piego la gamba e devo aspettare che il ginocchio si sgonfi. Faccio riabilitazione per riacquistare elasticità, più avanti inizierò con la piscina. Quando sarò pronto? Non lo so ancora, medici e preparatori dicono che non ci vorranno più di due mesi».
«Avrei anche potuto non operarmi - spiega il lungo di Montecchio - svolgendo due mesi di lavoro di potenziamento, ma l’avevo già fatto in precampionato quando - con la mano infortunata - ho sviluppato i muscoli delle gambe e già allora cominciai a sentire dolore al ginocchio. Quindi ho scelto così, non è stato un’intervento particolarmente elaborato, ma tanto fastidioso. Il brutto - continua Maggioli- è che non sono autosofficiente e dipendo da amici e parenti in tutto».
Di tempo per pensare al suo futuro ne ha avuto... Si è fatto un’idea di dove potrebbe giocare il prossimo anno?
«Non l’ho ancora capito, davvero. Vorrei prima vedere quali sono le intenzioni della società e chi sarà l’allenatore (se Pilla resta le chances di rivedere Maggioli a Pesaro scendono -ndr). Allestiranno una squadra giovane o una americana? Io aspetto, senza escludere niente».
E intanto Avellino e Biella lo marcano stretto, mentre Fortitudo e Benetton si sono “solo" interessate alla sua situazione contrattuale. Cosa l’ha spinta a rivedere la sua ferma decisione di lasciare la Scavolini?
«L’affetto delle persone, che mi sono state vicine nel momento per me più difficile. Negli ultimi mesi giocavo poco e soffrivo per il guaio al ginocchio. Era una situazione poco chiara, ma ne sono uscito più forte».
Qual è la sua collocazione ideale?
«Voglio giocare pivot - dichiara con fermezza super Maggioli- Quest’anno il mio utilizzo come ala forte è stato esagerato. E’ inutile che un 2.12 giochi lontano da canestro. Mi accontenterei anche di fare “il Frosini", ossia l’ala/pivot (Griffith è il centro titolare in Virtus -ndr) che si muove dentro l’area. Voi l’avete mai visto tirare da tre?».
Se si optasse per una squadra di giovani locali, gli incentivi a restare aumenterebbero?
«Credo di sì, riincontrerei tanti amici con cui c’è grande affiatamento».
Quest’estate solo tanto riposo per Michele, che a malincuore con la mano ha fatto ciao alla Nazionale...
«Mi dispiace non essere con Pecile - a proposito: ho visto che ha rifilato 22 punti alle Filippine: e bravo Pec! - e gli altri ma ho parlato con Recalcati e ci siamo dati appuntamento all’anno prossimo...».
Deve fare in fretta a guarire, c’è un posto da titolare da riconquistare...
«Vero, ora c’è Garri - conclude - che è un gran bel giocatore. Mi aveva impressionato quando lo vidi a Livorno: è un lungo atletico con un buon tiro frontale».
Intanto proseguono le semifinali scudetto e le finali Juniores. Oggi coach Pillastrini raggiungerà Stefano Cioppi a Latina, mentre Zanca e Pascucci sono già a Chicago.
Camilla Cataldo