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Messina e Virtus ancora insieme?

Segnali distensivi da Madrigali; Molin chiarisce le scelte tattiche di gara 4

Un secondo boccone amarissimo ha dovuto ingoiare il tifoso bianconero nel giro di un mese. Dopo la cocente sconfitta in una finalissima d'Eurolega è arrivata l'esclusione dalla finale dei playoff scudetto. Ma Madrigali avrebbe rassicurato Messina, nel momento in cui il coach, nel dopo partita con la Benetton, aveva espresso il desiderio di rimanere al timone bianconero. Segnali distensivi su di un possibile futuro con Ettore in panchina? Apparentemente, sì. Il sodalizio tra mister Cto e il coach bianconero potrebbe anche andare avanti. Ma la situazione, al di là di promesse e dichiarazioni ufficiali, è molto più complessa. Ed è comunque assai più difficile che con le v nere continui a giocare Rashard Griffith. A questo proposito non è da sottovalutare il fatto che circolasse ieri a Bologna lo sloveno Primoz Brezec, 23 anni, ala - pivot reduce da una stagione con più ombre che luci nell'Indiana Pacers (22 partite con otto punti in tutto). Brezec, che l'anno scorso la Virtus affrontò quando militava nell' Olimpia con Becirovic, vorrebbe tornare in Europa. E siamo certi che quelli dell'Nba non farebbero niente per trattenerlo. Sulla bruciante sconfitta subita dalla Benetton e sulla scelta tattica di Messina di passare, a un certo punto alla zona, torna Lele Molin uno dei vice coach. «L'abbiamo fatta ad inizio del terzo quarto – ci precisa Lele Molin, uno dei vice di Messina ed ex trevigiano – Ma contro la Benetton non puoi tenerla a lungo ed allora l'abbiamo tolta e poi rigiocata. Loro hanno deciso di continuare a tirare, perché nelle loro fila ci sono ottimi tiratori. Poi hanno avuto qualche difficoltà». Determinanti, e non poteva essere diversamente, sono pertanto risultati gli ultimi secondi. «A 36” dalla sirena e col possesso di palla — spiega Molin — abbiamo scelto di giocare su Ginobili come avevamo fatto nelle soluzioni precedenti, ma a Manu, forse per un attimo di indecisione o perché le gambe non gli hanno risposto come sperava, non è riuscito il canestro più importante».
Mario Becca
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