PESARO - L’Inferno si è schierato. Lo aveva fatto durante l’anno, lo ha ribadito chiaramente nella lettera resa nota ieri. Il club storico che sta in curva chiede l’allontanamento di Stefano Pillastrini - non troppo amato, in città, di questi tempi - con una presa di posizione senza precedenti. Non piacevano Skansi, Vujosevic, non si facevano ponti d’oro neppure a Bucci, ma mai si era arrivati ad una presa di posizione così netta. Gli addetti ai lavori assieme ad alcuni tifosi illustri dicono la loro al riguardo. «Capisco la delusione dei ragazzi - intona Rudy Hackett - ma non mi è sembrato un gesto molto elegante. Non posso giudicare, ma credo che non sia tutta colpa di Pillastrini, lui ha cercato di fare del suo meglio. L’Inferno poteva scegliere un altro modo per esprimersi, ma quello che hanno fatto è ugualmente apprezzabile, perchè viene dal cuore ed è dettato dalla passione». «Non mi aspettavo una tale reazione - confessa Stefano Bizzozi - perchè il pubblico ha sempre manifestato fiducia nella squadra del cuore. Pillastrini ha fatto bene un anno, meno bene il secondo, ma ci sono anche i giocatori di mezzo. Non si è mai soli nelle scelte e trovo antipatico mettere alla gogna una persona. Ho la massima stima per il pubblico di Pesaro, ma volersi sostituire alla società è un po’ troppo. E’ pericoloso, perchè potrebbe innescarsi un meccanismo a catena. E’ un’ingerenza troppo accentuata, tanto il loro messaggio arriva sempre e comunque». «Non è stata una gran cosa. I modi e i tempi sono sbagliati - sostiene Rodolfo Terenzi - L’ultima parola spetta al presidente, che va solo ringraziato. Questa sorta di “ricatto" è la cosa più sbagliata che l’Inferno Biancorosso potesse fare». «Io sono pro Pilla e contro Beric - sintetizza Ilaro Barbanti - perchè qui eravamo abituati ad altri slavi. Non sono assolutamente d’accordo con i tifosi». «Tali manifestazioni non portano a niente - dice Walter Magnifico - E’ vero, non veniamo da un campionato esaltante, spesso la squadra non ha avuto un’identità, ma l’invito al presidente mi pare esagerato. La società non ha bisogno di suggerimenti, anche se c’è il massimo rispetto per tutti. Conosco bene l’Inferno, e so che è la frangia più calda del tifo, ma non vorrei che tutto questo portasse a un raffreddamento nei confronti della squadra». «Credo che la società dovrebbe pensare a un altro coach se i giocatori resteranno i medesimi - dichiara Amerigo Varotti - ma se Pillastrini restasse, troverei inaccettabile disertare il Palas. Tecnicamente posso dire di non aver apprezzato il gioco imposto dal tecnico, ma se le guardie avessero tirato con percentuali diverse non saremmo usciti così presto. Ma comunque dico: forza Scavolini, sempre!». «La società è stata bravissima a gestire una situazione delicata per tutto l’anno - è il commento di Giampiero Hruby - mostrando serietà e saggezza, però ora occorre fare una valutazione diversa. Bisogna ricominciare una stagione da zero e, se la dirigenza ritiene che Pillastrini sia l’uomo giusto, va bene continuare con lui. I contratti non vanno rispettati per forza “quando la palla è morta" e magari una separazione potrebbe giovare a entrambe le parti. Mi risulta che gli agenti di Pilla lo abbiano offerto in giro, forse neppure lui è così sicuro di restare. Finora la contestazione è stata civile e discreta, se fossi in Stefano mi chiederei se resterà sempre su questi livelli o se sarà molto peggio...».
Camilla Cataldo
Camilla Cataldo