Se è vero che a sudarsele le conquiste sono più gustose, questa è il più bell´approdo a una finale della storia Fortitudo. Cantù ieri notte non ha messo paura, ma molto di più. Ha preso la testa dell´incontro, e non l´ha mollata finchè ha avuto fiato, uomini e resistenza per tenersela stretta. Cioè fino a un minuto e mezzo dalla sirena. E la Skipper ha spesso, se non sempre, boccheggiato davanti a quell´avversario sfrontato e lucido, tremando insieme alla sua gente fino all´ultimo. Ha giocato male, spesso malissimo, ma ha avuto davvero da frullarsi le palle e il cuore per risalire da un brutto incubo. Quello è stato il suo grande merito, a cui si aggiungono i 9 punti filati nel rush finale di Basile, che a modo loro entreranno nella storia. Contro Treviso (che pure domani pomeriggio ha in dubbio Edney) servirà di più, ma è perfino inutile ricordarlo: nello spogliatoio, da Boniciolli ad Abele Ferrarini, lo sanno meglio di tutti noi. E Seragnoli, come leggerete, lo sa perfino meglio di loro.
E dire che la partita della Skipper comincerebbe anche bene, ma è un inizio troppo breve. Diciamo 7-2, anzi diciamo 14-7 con una bomba di Meneghin (!). Cosa vuoi di più, che partire di slancio e prendere in mano la serata? Invece no, invece la Fortitudo si pianta. Ora bisognerebbe anche spiegare come faccia a prendere un parziale di 16-2, ritrovandosi col mondo capovolto e il tabellone che scrive 16-22 per Cantù. E 21-31, poco dopo. Ma non è facile. In sintesi: a quelli di Boniciolli si pietrificano le mani e le idee, gli altri invece prendono mira e coraggio (6 triple quasi filate), dopo un inizio al solito disastroso (23% da due nel primo quarto). E poi c´è McCullough, che ne farà 13 all´intervallo, massaggiando tutti i palloni delicati del match.
E di là? Di là c´è Fucka, nemmeno nella serata più felice, e il coraggio di Milic. Quando l´Oregon sale a +10, se non altro nella testa della Fortitudo suona un campanellino d´allarme, e il disavanzo viene ridotto. Da Fucka, da Milic, da chi prova a sfondare, perché in scioltezza non è serata. Cantù, peraltro, sa anche giocare a sportellate, e metterla sotto fisicamente non è semplice. Boniciolli butta dentro anche Savic, che subito si infortuna a una mano, e pure Goldwire. Il primo tempo si chiude con McCullough che scrive con un libero il 35-27 da cui si ripartirà, visto che il tiro finale di Basile va sul ferro e poi in cielo.
Goldwire è in quintetto, Milic (con 3 falli, come Meneghin) seduto. Ma Tonino, forse rinfrancato dalla responsabilità, si sveglia. Mette una bomba, e coi due di Kovacic è un parzialino incoraggiante per ripartire. Però non si può vivere di sprazzi, contro questa Cantù dal muso durissimo, e animata da quella trottola impazzita che è McCullough. L´Oregon sembra scappar via di nuovo: +12 al 14´ e +9 alla fine del terzo quarto. Il tempo per rimediare è questo, altro non ne sarà dato, e la bomba d´avvio di Basile lo ricorda a tutti. Fucka si sbatte col corpo e con l´anima, Cantù s´annebbia, Damiao colleziona boiate e Lindeman manca due liberi pesanti (a 5´30´´, 51-57). Il palazzo s´alza in piedi a sudare e a sgolare. Meneghin va a –4, Kovacic a -2, Basile fa pari a 3´24´´ (57-57), ma sbaglia l´aggiuntivo. Per due minuti la tensione attanaglia tutti per due minuti, è Basile che sorpassa con un libero a 1´30´´, e allunga a 1´10´´ in entrata (60-57). McCullough rompe il digiuno di Cantù (5´ secchi) con due liberi (60-59), ma è ancora Basile a spaccare la serata, la partita e l´avversario, con una bomba allo scadere dei 24 secondi, a 45´´ dalla fine. E´ il 63-59 che manda tutti in finale, anche se poi finirà 68-64, con altri liberi, di qua e di là, e la tripla conclusiva di Riva, che porta a 9 i puntarelli brianzoli nei 10´ dell´agonia, ma rende onore a un mito che vorrà ancora stupire, e alla sua squadra che ha stupito per tutto l´anno, fino all´ultimo minuto.
Giovanni Egidio
SKIPPER-OREGON 68-64
Skipper: Basile 15, Meneghin 5, Milic 11, Fucka 18, Kovacic 12, Marcelic, Galanda, Goldwire 7, Pilutti, Savic.
Oregon: McCullough 23, Thornton 19, Hines 5, Stonerook 8, Lindeman 6, Hoover, Damiao, Riva 3, Gay. N.e. Ansaloni.
Arbitri: Grossi e Tola.
Note: liberi: Bo 15/25, Ca 11/17. Da due: Bo 19/39, Ca 13/35. Da tre: Bo 5/18, Ca 19/25. Rimbalzi: Bo 39, Ca 39.
Parziali: 5´ 7-2, 10´ 14-13, 15´ 21-29, 20´ 27-35, 25´ 38-47, 30´ 46-55, 35´ 53-57, 40´ 68-64. Massimo vantaggio Skipper +7 (14-7) al 7´. Massimo svantaggio -12 (35-47) al 24´.
E dire che la partita della Skipper comincerebbe anche bene, ma è un inizio troppo breve. Diciamo 7-2, anzi diciamo 14-7 con una bomba di Meneghin (!). Cosa vuoi di più, che partire di slancio e prendere in mano la serata? Invece no, invece la Fortitudo si pianta. Ora bisognerebbe anche spiegare come faccia a prendere un parziale di 16-2, ritrovandosi col mondo capovolto e il tabellone che scrive 16-22 per Cantù. E 21-31, poco dopo. Ma non è facile. In sintesi: a quelli di Boniciolli si pietrificano le mani e le idee, gli altri invece prendono mira e coraggio (6 triple quasi filate), dopo un inizio al solito disastroso (23% da due nel primo quarto). E poi c´è McCullough, che ne farà 13 all´intervallo, massaggiando tutti i palloni delicati del match.
E di là? Di là c´è Fucka, nemmeno nella serata più felice, e il coraggio di Milic. Quando l´Oregon sale a +10, se non altro nella testa della Fortitudo suona un campanellino d´allarme, e il disavanzo viene ridotto. Da Fucka, da Milic, da chi prova a sfondare, perché in scioltezza non è serata. Cantù, peraltro, sa anche giocare a sportellate, e metterla sotto fisicamente non è semplice. Boniciolli butta dentro anche Savic, che subito si infortuna a una mano, e pure Goldwire. Il primo tempo si chiude con McCullough che scrive con un libero il 35-27 da cui si ripartirà, visto che il tiro finale di Basile va sul ferro e poi in cielo.
Goldwire è in quintetto, Milic (con 3 falli, come Meneghin) seduto. Ma Tonino, forse rinfrancato dalla responsabilità, si sveglia. Mette una bomba, e coi due di Kovacic è un parzialino incoraggiante per ripartire. Però non si può vivere di sprazzi, contro questa Cantù dal muso durissimo, e animata da quella trottola impazzita che è McCullough. L´Oregon sembra scappar via di nuovo: +12 al 14´ e +9 alla fine del terzo quarto. Il tempo per rimediare è questo, altro non ne sarà dato, e la bomba d´avvio di Basile lo ricorda a tutti. Fucka si sbatte col corpo e con l´anima, Cantù s´annebbia, Damiao colleziona boiate e Lindeman manca due liberi pesanti (a 5´30´´, 51-57). Il palazzo s´alza in piedi a sudare e a sgolare. Meneghin va a –4, Kovacic a -2, Basile fa pari a 3´24´´ (57-57), ma sbaglia l´aggiuntivo. Per due minuti la tensione attanaglia tutti per due minuti, è Basile che sorpassa con un libero a 1´30´´, e allunga a 1´10´´ in entrata (60-57). McCullough rompe il digiuno di Cantù (5´ secchi) con due liberi (60-59), ma è ancora Basile a spaccare la serata, la partita e l´avversario, con una bomba allo scadere dei 24 secondi, a 45´´ dalla fine. E´ il 63-59 che manda tutti in finale, anche se poi finirà 68-64, con altri liberi, di qua e di là, e la tripla conclusiva di Riva, che porta a 9 i puntarelli brianzoli nei 10´ dell´agonia, ma rende onore a un mito che vorrà ancora stupire, e alla sua squadra che ha stupito per tutto l´anno, fino all´ultimo minuto.
Giovanni Egidio
SKIPPER-OREGON 68-64
Skipper: Basile 15, Meneghin 5, Milic 11, Fucka 18, Kovacic 12, Marcelic, Galanda, Goldwire 7, Pilutti, Savic.
Oregon: McCullough 23, Thornton 19, Hines 5, Stonerook 8, Lindeman 6, Hoover, Damiao, Riva 3, Gay. N.e. Ansaloni.
Arbitri: Grossi e Tola.
Note: liberi: Bo 15/25, Ca 11/17. Da due: Bo 19/39, Ca 13/35. Da tre: Bo 5/18, Ca 19/25. Rimbalzi: Bo 39, Ca 39.
Parziali: 5´ 7-2, 10´ 14-13, 15´ 21-29, 20´ 27-35, 25´ 38-47, 30´ 46-55, 35´ 53-57, 40´ 68-64. Massimo vantaggio Skipper +7 (14-7) al 7´. Massimo svantaggio -12 (35-47) al 24´.
Fonte: La Repubblica