SERAGNOLI sorride per l´ennesima finale, ma non si esalta. «Aver vinto è buono, come fare la sesta finale in 7 anni. Ma la partita non mi è piaciuta per niente». Una Skipper brutta, però vincente, il patron non va oltre nel commento. Dopo 40´ durissimi, Seragnoli ci scherza. «Non ho mai avuto paura di perdere... La tensione è stata davvero molto alta e Basile il match winner, senza dubbio. Ci vediamo per Gara 1».
Sarà ancora dura, lo dice Boniciolli, che da settembre parecchie volte si è mangiato il fegato. «Questa gara è lo specchio di tutta la stagione. Soffriamo, ci mettono con la faccia in terra. Ma abbiamo vinto perchè la Skipper è composta da grandi uomini. Avevo detto ai miei che il virus di Gara 5, la paura e l´incertezza, poteva colpirci. Così è stato: le tre bombe che l´Oregon ha messo buttando la palla in aria avrebbero steso un toro. Noi no, ci siamo riusciti». L´elogio del gruppo continua. «Meritiamo questa finale. Non potremo fare il basket da esteti, semplicemente poichè non siamo in grado di farlo. Ma abbiamo le palle e lo abbiamo dimostrato spesso». A proposito di favoriti. «Ormai la filastrocca è che le finali bisogna prima perderle, solo così si impara. La Fortitudo in questi anni ha fatto indigestione. Treviso è fortissima, fa una pallacanestro opposta alla nostra e nei due incontri con loro c´è stato massimo equilibrio. E´ l´ora di rimuovere l´ultimo macigno, dopo aver messo da parte tutti gli altri: la sfiga, l´indolenza, la superficialità. Abbiamo sofferto, ci siamo guadagnati il traguardo. Questo gruppo ha imparato sulla sua pelle l´importanza enorme della conquista. La finale è stata presa: altre Fortitudo del passato erano talmente forti che ci sono arrivate quasi senza accorgersene. Non soffrendo per un pallone o per un tiro. Noi li abbiamo presi tutti. È tempo di rimuovere anche quest´ultimo, maledetto macigno». Due parole infine per Goldwire. «Ha giocato da persona seria, come mi aspettavo da lui. Gli avevo detto che partite di un certo livello per uno col suo passato e la sua applicazione sarebbero dovute essere la regola, non sporadiche eccezioni. In questa bellissima Goldwire è stato fondamentale, i suoi canestri oro colato, quando tutto è sembrato colare a picco».
Francesco Forni
Sarà ancora dura, lo dice Boniciolli, che da settembre parecchie volte si è mangiato il fegato. «Questa gara è lo specchio di tutta la stagione. Soffriamo, ci mettono con la faccia in terra. Ma abbiamo vinto perchè la Skipper è composta da grandi uomini. Avevo detto ai miei che il virus di Gara 5, la paura e l´incertezza, poteva colpirci. Così è stato: le tre bombe che l´Oregon ha messo buttando la palla in aria avrebbero steso un toro. Noi no, ci siamo riusciti». L´elogio del gruppo continua. «Meritiamo questa finale. Non potremo fare il basket da esteti, semplicemente poichè non siamo in grado di farlo. Ma abbiamo le palle e lo abbiamo dimostrato spesso». A proposito di favoriti. «Ormai la filastrocca è che le finali bisogna prima perderle, solo così si impara. La Fortitudo in questi anni ha fatto indigestione. Treviso è fortissima, fa una pallacanestro opposta alla nostra e nei due incontri con loro c´è stato massimo equilibrio. E´ l´ora di rimuovere l´ultimo macigno, dopo aver messo da parte tutti gli altri: la sfiga, l´indolenza, la superficialità. Abbiamo sofferto, ci siamo guadagnati il traguardo. Questo gruppo ha imparato sulla sua pelle l´importanza enorme della conquista. La finale è stata presa: altre Fortitudo del passato erano talmente forti che ci sono arrivate quasi senza accorgersene. Non soffrendo per un pallone o per un tiro. Noi li abbiamo presi tutti. È tempo di rimuovere anche quest´ultimo, maledetto macigno». Due parole infine per Goldwire. «Ha giocato da persona seria, come mi aspettavo da lui. Gli avevo detto che partite di un certo livello per uno col suo passato e la sua applicazione sarebbero dovute essere la regola, non sporadiche eccezioni. In questa bellissima Goldwire è stato fondamentale, i suoi canestri oro colato, quando tutto è sembrato colare a picco».
Francesco Forni
Fonte: La Repubblica