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Mario Boni lascia Roseto

SuperMario saluta senza fare polemiche

ROSETO - Ci si mette pure il tempo, nel giorno in cui Mario Boni saluta Roseto. Una giornata iniziata con il sole e sconfinata in vento e nuvoloni, con l'umidità a rendere ancor più impalpabili le sensazioni dell'addio. Mario Boni si congeda con parole che sanno di affetto vero. Saluta con il sorriso e con una stretta di mano vigorosa, volando alto sopra le possibili facili polemiche. Evidentemente, per lui è troppo importante accomiatarsi con un sorriso e lasciarsi il sole dell'amicizia dietro le spalle, piuttosto che i tuoni e fulmini della rabbia sterile. Non indosserò più la maglia numero 13 dopo Roseto, così come non ho più indossato la maglia numero 10 dopo Montecatini. Lo faccio quando mi capita di lasciare posti che mi sono particolarmente rimasti nel cuore. Attacca così SuperMario ed è già chiaro che la sua è una conferenza stampa di addio. Speravo, dopo tanti anni, di andare in vacanza con il cellulare spento, avendo già trovato l'accordo con Roseto nei giorni scorsi. Ma gli sviluppi sono stati diversi: pazienza, ho vissuto giorni peggiori. Ci mette poco, Boni, a catturare l'attenzione. Non sbaglia un colpo, parla a braccio ma tutto sembra pesato con il bilancino. Un farmacista che dribbla agilmente le polemiche e fa canestro anche tirando fuori equilibrio, come gli capita sul parquet. La polemica è dietro l'angolo, ma SuperMario non abbocca. Pungolato, smorza i toni: Il Sindaco di Roseto mi aveva fatto pervenire un messaggio di Enzo Amadio, il nuovo Patron, e io avevo accettato di parlargli subito dopo il suo acquisto del Roseto Basket. Mi strinse la mano e mi disse che avrebbe ricominciato da me, invitandomi a tornare ai primi di giugno per la firma del contratto, ma quando ho saputo che Valerio Bianchini era stato ingaggiato come General Manager ho subito capito che ci sarebbero stati problemi, visto che io e lui abbiamo una bassissima stima reciproca E così è stato. Peccato però, perché avrei almeno gradito una telefonata chiarificatrice da parte di Amadio. Passato il momento più brutto e triste della conferenza stampa e valicato il gran premio della montagna dell'ira, Marione si butta in discesa con la maglia rosa addosso. Il mio dolore più grande è lasciare questa città meravigliosa e i suoi cittadini che mi hanno dimostrato così grande affetto. Due stagioni e mezzo meravigliose, piene di traguardi storici conquistati insieme: A1, Playoff, Final Eight di Coppa Italia, All Star Game. Tutto assolutamente indimenticabile. Sul suo futuro, Boni lancia qualche traccia: Mi hanno cercato due squadre greche, ma non me la sento di tornare all'estero. Ad oggi ho due richieste dalla A1 e due dalla Legadue: aspetto una quindicina di giorni e poi valuterò. Teramo? Non è il momento di approfondire. Marione saluta ricordando Attruia, l'amico del cuore, e citando due persone per tutti: Michele Martinelli, grande uomo con il quale ho avuto confronti leali e vigorosi e ... che non mi ha mai negato una risposta al celulare e Bruno Impaloni: ottimo allenatore e grande uomo. Ciao SuperMario, grazie di tutto e ... in bocca al lupo!
Luca Maggitti


Tappe e numeri di Mario Boni.
ROSETO - Roseto, lombardo di nascita, toscano di crescita e di moglie, greco di gloria e rosetano di tutto quanto messo insieme, è nato il 30 giugno 1963. Sposato con Arianna, padre di Giacomo, Boni è un'ala piccola, di due metri tondi, che ha iniziato la sua carriera nei piccoli club di C e assaggiato la cadetteria a Vigevano. E' diventato SuperMario con la maglia di Montecatini, dove ha fatto meraviglie diventando il beniamino di un'intera città e tornando, 26 anni dopo Dado Lombardi, il capocannoniere italiano del campionato. Lo hanno dato per finito nel 1994, a 30 anni, per una storia di doping. Ha dimostrato di avere gli attributi per venirne fuori, andando a giocare in America, nella CBA e poi trionfando, primo italiano all'estero, in Grecia, con l'Aris di Salonicco, nelle cui fila ha vinto la Coppa Korac e la Coppa di Grecia. Ha poi giocato a Roma, prima di volare in Spagna, finire fuori squadra e venire ripescato da Michele Martinelli, che lo ha portato a Roseto giusto in tempo per fargli dare una preziosissima mano a vincere la A2. Nella sua prima stagione di A1, con il Roseto, ha conquistato i playoff e le Final Eight di Coppa Italia, coronando la sua stagione con la convocazione all'All Star Game. Ha giocato oltre 33 minuti di media, segnando oltre 22 punti, catturando 4,6 rimbalzi e subendo 6,5 falli a partita. Dopo la trasferta di Verona, dove guidò la Cordivari Roseto alla vittoria segnando 40 punti, Superbasket gli dedicò la copertina. La seconda stagione di A1 con la maglia dell'Euro Roseto lo ha visto conquistare nuovamente i playoff e giocare 30,2 minuti di media, segnando 20,2 punti, arpionando 4,6 rimbalzi, subendo 6,6 falli a partita e terminando, nelle classifiche generali del campionato, terzo nella classifica cannonieri, secondo in quella dei punti/minuto e secondo in quella dei falli subiti. Giocatore carismatico, baciato dal talento e dotato di una forma fisica che gli toglie almeno 10 anni dalla carta di identità, è uno dei pochi italiani "grandi firme" ancora in circolazione. A Roseto ha incantato giocando sempre con grandissimo impegno e applicazione. Capitano di mille battaglie, guerriero leale ma ferocemente determinato, guascone inguaribile, dotato di intelligenza e cultura superiori, ha catturato l'attenzione di pubblico e media con il suo modo di fare schietto. Lascia un vuoto.
Luca Maggitti
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