ROSETO. «Non indosserò più la maglia numero 13». E' cominciata con un annuncio l'attesa conferenza stampa di Mario Boni, per due stagioni e mezzo uomo di punta del Roseto Basket ed ora destinato a cambiare casacca per volontà (espressa) del vice presidente Bianchini e (non espressa) del nuovo presidente Enzo Amadio. Ma chi si aspettava fiele a volontà dalle parole di Boni è rimasto deluso. «Se avessi fatto questa conferenza una settimana fa, magari avrei avuto parole dure. Non nascondo che ci sono stato male, perché sono un uomo prima ancora che un professionista e se in questa veste so benissimo come vanno le cose, ovvero che da un giorno all'altro puoi essere scaricato, come uomo sono molto amareggiato».
Ancora: «Ho avuto forse la colpa di illudermi, ovvero di provare un privilegio riservato ai giovanissimi, ma per la prima volta, dopo tanti anni, credevo di poter passare le vacanze senza l'ansia di dover tenere a tutti i costi acceso il telefonino o di guardare ogni mattina il fax. Il nuovo presidente, il giorno dopo aver acquistato il Roseto, addirittura investendo la massima autorità cittadina, il sindaco, mi aveva detto che sarei stato confermato e che sarei stato anche una delle basi della nuova squadra. Ciò che è avvenuto dopo, ovvero il fatto che io non ho più sentito nessuno, mi ha lasciato amareggiato. Come uomo avrei preferito che il nuovo proprietario mi avesse chiamato e mi avesse detto che avendo assunto il signor Bianchini come vice presidente ed essendo il feeling tra me e lo stesso pari allo zero non poteva tenere fede alla sua parola». Che effetto fa essere pensionato per raggiunti limiti di età? «Ho vissuto giorni peggiori», ha proseguito Boni, «dicevano di me che fossi finito già nel '94 dopo la squalifica per doping, invece sono ancora qui a giocare. Vuol dire che sono uno di quelli che deve sempre dimostrare, ma questo per me è uno stimolo. Leggevo un'intervista al "vecchio" Antonello Riva, il mio esempio di campione, che ha un anno più di me, e vedo l'attenzione che la società, la stampa e l'opinione pubblica ha avuto verso certi personaggi che hanno avuto un ruolo importante nella pallacanestro, a prescindere dalle prestazioni. La stessa cosa accade per Vescovi. Per il sottoscritto questo non è mai accaduto, e non accade nemmeno oggi. Pazienza». Quindi passa ai ringraziamenti: «Avrei tantissime persone da ringraziare, ma a qualcuno risparmierò il mio saluto per evitare loro complicazioni. Due persone, però, voglio ricordarle: il primo è Martinelli, con il quale ho avuto un rapporto dialettico ma anche culturalmente valido che ha elevato in maniera esponenziale la stima che nutro nei suoi confronti. Lui è una persona che non mi ha mai fatto trovare il cellulare spento e quando ha trovato una mia chiamata mi ritelefonava appena possibile. Il secondo è Impaloni, un ottimo allenatore e un grande uomo». Inutile cercare altri accenni polemici nelle parole di Boni, il finale è tutto per Roseto e per il suo futuro: «Vorrei ringraziare Roseto, per questa grande avventura: vi ringrazio per avermi sopportato, anche se ho fatto incavolare molti di voi per gli errori o per certi miei atteggiamenti da guascone, vorrei che mi ricordasse per i momenti belli. Per il futuro prendo 15 giorni per decidere: ho avuto 4 richieste dall'Italia (due dalla serie A1 e due dalla Legadue, ndc) e 2 dalla Grecia (Larissa e Aris, ndc), posso solo escludere che lascerò l'Italia». Strano che una società che ha assunto il comunicatore per eccellenza, Valerio Bianchini, abbia completamente taciuto sulla questione: «Sarebbe facile scendere in polemica, ma io non voglio andarmene via con l'odio verso nessuno, talmente belli sono stati questi due anni e mezzo», conclude Boni. Una delle ultime domande è doverosa e riguarda il presunto interessamento di Teramo: «Roseto mi ha fatto conoscere una regione meravigliosa quale è l'Abruzzo.... Io non escludo nulla ma, ripeto, ora mi prendo un po' di giorni di pausa e poi farò le mie scelte, di certo non faccio distinzioni tra A1 e Legadue».
Giorgio Pomponi
Ancora: «Ho avuto forse la colpa di illudermi, ovvero di provare un privilegio riservato ai giovanissimi, ma per la prima volta, dopo tanti anni, credevo di poter passare le vacanze senza l'ansia di dover tenere a tutti i costi acceso il telefonino o di guardare ogni mattina il fax. Il nuovo presidente, il giorno dopo aver acquistato il Roseto, addirittura investendo la massima autorità cittadina, il sindaco, mi aveva detto che sarei stato confermato e che sarei stato anche una delle basi della nuova squadra. Ciò che è avvenuto dopo, ovvero il fatto che io non ho più sentito nessuno, mi ha lasciato amareggiato. Come uomo avrei preferito che il nuovo proprietario mi avesse chiamato e mi avesse detto che avendo assunto il signor Bianchini come vice presidente ed essendo il feeling tra me e lo stesso pari allo zero non poteva tenere fede alla sua parola». Che effetto fa essere pensionato per raggiunti limiti di età? «Ho vissuto giorni peggiori», ha proseguito Boni, «dicevano di me che fossi finito già nel '94 dopo la squalifica per doping, invece sono ancora qui a giocare. Vuol dire che sono uno di quelli che deve sempre dimostrare, ma questo per me è uno stimolo. Leggevo un'intervista al "vecchio" Antonello Riva, il mio esempio di campione, che ha un anno più di me, e vedo l'attenzione che la società, la stampa e l'opinione pubblica ha avuto verso certi personaggi che hanno avuto un ruolo importante nella pallacanestro, a prescindere dalle prestazioni. La stessa cosa accade per Vescovi. Per il sottoscritto questo non è mai accaduto, e non accade nemmeno oggi. Pazienza». Quindi passa ai ringraziamenti: «Avrei tantissime persone da ringraziare, ma a qualcuno risparmierò il mio saluto per evitare loro complicazioni. Due persone, però, voglio ricordarle: il primo è Martinelli, con il quale ho avuto un rapporto dialettico ma anche culturalmente valido che ha elevato in maniera esponenziale la stima che nutro nei suoi confronti. Lui è una persona che non mi ha mai fatto trovare il cellulare spento e quando ha trovato una mia chiamata mi ritelefonava appena possibile. Il secondo è Impaloni, un ottimo allenatore e un grande uomo». Inutile cercare altri accenni polemici nelle parole di Boni, il finale è tutto per Roseto e per il suo futuro: «Vorrei ringraziare Roseto, per questa grande avventura: vi ringrazio per avermi sopportato, anche se ho fatto incavolare molti di voi per gli errori o per certi miei atteggiamenti da guascone, vorrei che mi ricordasse per i momenti belli. Per il futuro prendo 15 giorni per decidere: ho avuto 4 richieste dall'Italia (due dalla serie A1 e due dalla Legadue, ndc) e 2 dalla Grecia (Larissa e Aris, ndc), posso solo escludere che lascerò l'Italia». Strano che una società che ha assunto il comunicatore per eccellenza, Valerio Bianchini, abbia completamente taciuto sulla questione: «Sarebbe facile scendere in polemica, ma io non voglio andarmene via con l'odio verso nessuno, talmente belli sono stati questi due anni e mezzo», conclude Boni. Una delle ultime domande è doverosa e riguarda il presunto interessamento di Teramo: «Roseto mi ha fatto conoscere una regione meravigliosa quale è l'Abruzzo.... Io non escludo nulla ma, ripeto, ora mi prendo un po' di giorni di pausa e poi farò le mie scelte, di certo non faccio distinzioni tra A1 e Legadue».
Giorgio Pomponi