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Alibegovic tende la mano

«Ho sposato il progetto Snaidero fin dall’inizio, ora si torna allo spirito originario»

Capitan Teo Alibegovic è tornato nella sua casa sulle colline moreniche, quella acquistata per una scelta di vita. Non è in discesa, però, il suo futuro alla Snaidero. Anzi, il suo cammino in arancione è giunto al culmine dei tre anni sottoscritti di contratto. Poi, si parlava di un’opzione per altri due. Ora c’è da verificare se quella parola data, all’atto della prima stretta di mano, avrà un seguito. Intanto, sta prendendo corpo la quarta Snaidero della nuova generazione.
Capitano, ti ci ritroveresti in una squadra con sette titolari e tre giovani?
«Non so quali siano le intenzioni della società. Sono appena rientrato da una vacanza a Giardini Naxos con mia moglie. Ho rimandato il lavoro con Dalatri nel New Jersey, anche perché sembrava che dovessi andare in udienza in Turchia per le mie pendenze con l’Ulker. Comunque, una squadra del genere rientrerebbe nello spirito del vero progetto Snaidero. Fin dall’inizio è nato per fare crescere dei giovani accanto ai senior. L’ho sposato subito, anche perché mi dava la possibilità di crescere come persona. Cercavamo la promozione, le coppe europee fino ad arrivare a bussare alla porta dell’Eurolega. La sfortuna quest’anno forse ci ha fatto perdere un’annata, ma adesso si può continuare il progetto iniziale».
Accetteresti, per questo, anche un ridimensionamento di ruolo e d’ingaggio?
«Sì, se continuare a farne parte mi consentisse di crescere, oltre che quale giocatore, anche come persona. Non sono preoccupato per il mio gioco, ho sempre avuto fiducia in me e, quando qualche allenatore non mi vedeva, ho sempre fatto di tutto per farlo ricredere. I soldi dimostrano quanto ti apprezza una società, ma non decidono il mio destino. Se si tratta di fare da ponte da una stagione all’altra, non sono pronto a rinnovare. Se ci sono altre prospettive, magari di sedere dietro a una scrivania a fine carriera, che poi forse non lo farò, allora sì. È arrivato il momento di vedere se le due parti sono interessate a continuare sulla base di quel che ci eravamo detti tre anni fa».
Vuoi garanzie, insomma?
«Non si tratta di questo. Ho ammirato il progetto Snaidero fin dal primo minuto. Non ho discusso molto per il mio triennale. Ho preso casa a Udine non per starci tre anni, ma a vita. Sinora ho avuto fiducia nella società e spero di continuare a farlo. Se la politica è di andare avanti a piccoli passi e di giocare per la causa di Udine, sono disposto a restare. I matrimoni, però, si fanno in due. E non direi mai a una donna: ti voglio sposare. Ma piuttosto: mi vuoi sposare anche tu? Se quest’anno ho reso all’80 per cento, assicuro che tornerò al cento per cento e, siccome sono un perfezionista, anche al 110. Devo vedere un futuro, però, non soltanto il passato e il presente».
Alla sua forma penserà presto Dalatri. Del resto Alibegovic parlerà già forse a fine settimana con il presidente Snaidero, in attesa che rientri dagli Usa il suo agente Capicchioni.
Valerio Morelli
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