ROSETO — Mario Boni lascia Roseto. E’ amareggiato "Super Mario" non si aspettava un trattamento così crudele, lui che aveva dato tanto alla città, alla squadra e soprattutto ai tifosi. Lui che ha dato fino all’ultima goccia di sudore, ora a 39 anni voleva ripartire per almeno altri tre da Roseto, dove è rinato, ha avuto gloria. Il suo carattere, però, gli ha fatto collezionare anche qualche nemico "giurato". La nuova società, infatti, ha già annunciato che sarà una maxi rivoluzione, cioè via tutti e si ricomincia da zero, perché con l’uscita di Martinelli il nuovo proprietario l’imprenditore pescarese Enzo Amadio, vuole dare una nuova immagine, un nuovo corso che sia diverso dal suo predecessore. Naturale, umano e anche scontato, direbbe qualcuno. Mario Boni però non doveva essere trattato così: richiamato a Roseto dove aveva fatto ritorno dalla sua Montecatini perché qualcuno aveva detto che si voleva ripartire proprio da lui, dall’uomo immagine che aveva fatto tremare tutte le panchine della serie A1 e anche qualche dirigente di Federazione. Poi l’arrivo di Valerio Bianchini e la sua nomina a vice presidente con l’incarico di general manager ha fatto saltare tutto, perché è arcinoto che tra il "Vate" e "Super Mario" non c’è stata mai simpatia, un fatto naturale e reciproco senza qualche precedente. «Noi vogliamo ricominciare da zero — aveva detto Bianchini — Mario ha dato tanto ma la società intende andare oltre». Quindici giorni trascorsi a Roseto presso l’Hote Bellavista inutilmente, perché ad un certo punto dopo le buone intenzioni tutti si sono dileguati senza nessun motivo. Mario Boni in fretta ha convocato una conferenza stampa per spiegare la sua decisione di lasciare definitivamente Roseto. «Vado via perché da molto tempo dopo l’intenzione iniziali e un colloquio con il nuovo presidente e con il sindaco della città, non ho sentito più nessuno. Per cui ho dedotto che qualcuno non gradisce più la mia presenza e cercherò altre soluzioni non certamente all’estero, anche perché ho avuto diverse offerte in Italia (ce n’è anche una della Sanic Teramo) che sto valutando anche se intendo prendermi qualche giorno di riflessione per poi decidere». Mario Boni lontano da Roseto, dunque, chi lo avrebbe mai immaginato che un uomo che ha dato tanto alla città e la città ha dato tanto a lui doveva essere costretto a convocare una conferenza stampa per dire addio alle persone che lo hanno tanto amato. «Non posso aspettare più di tanto — ha aggiunto "Supermario" — perché il mercato della A1 è molto breve, per cui dovrei trovare un’altra soluzione e in tal senso le offerte non mancano». Intanto di nomi che probabilmente arriveranno a Roseto se ne fanno molti, ma la realtà è un’altra. Phil Melillo, con il suo contratto biennale ora tenta di costruire la Nuovo Roseto Basket partendo da alcuni nomi che sono stati in sintonia diversi anni fa con le sue vecchie avventure, soprattutto in terra di Romagna. Intanto, però, si parla con maggiore insistenza del ritorno di Stefano Attruia dalla Spagna. Non mancano perplessità, ma nello stesso tempo si accenna anche ai nomi di Hicks e Gilmore che però potrebbe risolversi con il solo Sims che resterebbe a Roseto.
Lino Faraone
Nato a Codogno (Milano) quasi 39 anni fa, Mario Boni è ormai da quasi un ventennio, tra i più grandi talenti del basket italiano. Attaccante con grandissimo senso del canestro, difensore non altrettanto valido, ma dotato di una capacità di leadership e di una personalità esuberante che lo hanno portato a volte a cozzare con allenatori particolarmente rigidi.
Nella sua storia, oltre ad un lungo peregrinare per l’Italia cestistica, anche tre esperienze all’estero: una in Spagna, una in Grecia (con la Coppa Korac vinta con l’Aris Salonicco) ed una nella C.B.A. lega minore degli Stati Uniti.
Lino Faraone
Nato a Codogno (Milano) quasi 39 anni fa, Mario Boni è ormai da quasi un ventennio, tra i più grandi talenti del basket italiano. Attaccante con grandissimo senso del canestro, difensore non altrettanto valido, ma dotato di una capacità di leadership e di una personalità esuberante che lo hanno portato a volte a cozzare con allenatori particolarmente rigidi.
Nella sua storia, oltre ad un lungo peregrinare per l’Italia cestistica, anche tre esperienze all’estero: una in Spagna, una in Grecia (con la Coppa Korac vinta con l’Aris Salonicco) ed una nella C.B.A. lega minore degli Stati Uniti.