Nessuno si è fatto avanti per acquisire la Scaligera Basket. Il giudice delegato D’Amico prenderà atto, stamane, che nessuno ha depositato offerte e rimanderà il tutto alla seconda udienza, già fissata per mercoledì prossimo, con la base d’asta fissata in euro 52 mila 500, con obbligo di presentazione delle offerte entro martedì 11 giugno alle 12.30. Per gli appassionati di basket si aggiungono altri giorni di «passione» davanti al rischio, sempre più alto, che il grande basket sia destinato a scomparire da Verona. La mancata presentazione di offerte all’incanto per la vendita dei beni del «Fallimento Scaligera Basket» può essere dovuta anche ad una precisa scelta degli eventuali acquirenti, sia per risparmiare qualche euro (stamane la base di partenza sarebbe stata di 65 mila 320 euro) sia, soprattutto, per avere qualche giorno in più a disposizione per definire le scelte e trovare «compagni di viaggio» nell’indubbiamente difficile impresa di rilanciare il grande basket in una città che non sembra rispondere secondo le attese dei tanti appassionati.
Ma è altrettanto vero che il tanto ventilato interesse per una società che tanto ha dato allo sport cittadino non si sia ancora concretamente espresso. Ci sono stati momenti, nel più recente passato, nei quali sembrava che vi fossero anche tre-quattro cordate in corsa per salvare la società, ma alla prima verifica (prima udienza dell’asta) c’è stato il nulla. L’iniziativa avviata dall’ingegner Sandro Bordato, con la sottoscrizione popolare di azioni, non ha più avuto seguito. Si sa, comunque, dell’impegno del curatore fallimentare Mino Castellani per una positiva conclusione della vicenda e si sa di quanto il gruppo Vicenzi segua con attenzione gli sviluppi della stessa, ma anche delle difficoltà che riscontrerebbe nel trovare appoggi per garantire un futuro tranquillo alla società. Bisognerebbe che i Vicenzi (sicuramente i più titolati, in Federazione, per recuperare il diritto sportivo) riprendessero in mano decisamente la faccenda e che qualcuno mettesse una mano sul cuore ed una sul portafoglio per appoggiare il patron del basket scaligero, se non proprio intervenire direttamente. Il tempo degli allarmi è finito. Sarebbe tempo, semmai, di unire le forze. Ci sono solo pochissimi giorni a disposizione per ridare concretezza ad uno sport che, altrimenti, rischia di sparire ai più alti livelli.
r.p.
Ma è altrettanto vero che il tanto ventilato interesse per una società che tanto ha dato allo sport cittadino non si sia ancora concretamente espresso. Ci sono stati momenti, nel più recente passato, nei quali sembrava che vi fossero anche tre-quattro cordate in corsa per salvare la società, ma alla prima verifica (prima udienza dell’asta) c’è stato il nulla. L’iniziativa avviata dall’ingegner Sandro Bordato, con la sottoscrizione popolare di azioni, non ha più avuto seguito. Si sa, comunque, dell’impegno del curatore fallimentare Mino Castellani per una positiva conclusione della vicenda e si sa di quanto il gruppo Vicenzi segua con attenzione gli sviluppi della stessa, ma anche delle difficoltà che riscontrerebbe nel trovare appoggi per garantire un futuro tranquillo alla società. Bisognerebbe che i Vicenzi (sicuramente i più titolati, in Federazione, per recuperare il diritto sportivo) riprendessero in mano decisamente la faccenda e che qualcuno mettesse una mano sul cuore ed una sul portafoglio per appoggiare il patron del basket scaligero, se non proprio intervenire direttamente. Il tempo degli allarmi è finito. Sarebbe tempo, semmai, di unire le forze. Ci sono solo pochissimi giorni a disposizione per ridare concretezza ad uno sport che, altrimenti, rischia di sparire ai più alti livelli.
r.p.