Corsi e ricorsi storici che inducono all'ottimismo, in attesa di verificare sul campo la reale consistenza della Benetton e le condizioni di Theus Edney dato in forse per una contrattura a una coscia rimediata contro la Kinder.
Sarà una coincidenza ma l'unico e storico scudetto dell'Aquila che porta la data del 30 giugno 2000 venne vinto dopo aver battuto in finale proprio la Benetton che, guarda caso, si era sbarazata della Kinder in semifinale.
Proviamo a fare un parallelo tra la Fortitudo di allora e quella di oggi. Tecnicamente più forte quella del 2000 sull'asse play maker - pivot (Jaric - Vrankovic) e con due stelle come Myers e Fucka che costringevano gli avversari agli straordinari difensivi. Non per niente quella Fortitudo non aspettò l'ultima giornata per guadagnare matematicamente il primo posto della stagione regolare ma addirittura arrivò sul traguardo con 12 punti di vantaggio sulla seconda (la Kinder;terza si piazzò la Benetton).
La Fortitudo di oggi epidermicamente la preferiamo perchè sa scavare e trovare nella sofferenza e nel sacrificio di tutti le risorse per vincere. Tutta farina del sacco di Boniciolli, farina che ha trasformato lo spirito di questa squadra che sicuramente offre meno spettacolo delle squadre che avevano in campo i Myers, i Rivers e i Dominique Wilkins, ma garantisce sudore e voglia di sbattersi . Presupposti fondamentali per vincere partite come quella di giovedì sera con Cantù in cui l'attacco, nonostante le raffiche finali, produce appena 68 punti con un modestissimo 24/57 al tiro.
La sfida con la Benetton che comincia oggi pomeriggio è anche una sfida tra due modi di pensare il basket. Che D'Antoni vede come la massima espressione dello spettacolo offensivo e Boniciolli come lavoro di squadra, sacrificio, rabbia agonistica e capacità di sbattersi per gli altri. Per adesso ha avuto ragione il coach dell'Aquila arrivato all'appuntamento con un cammino vincente fin dalla prima di campionato.
D'Antoni ha dato sì spettacolo ma ha avuto anche fortuna trovando per esempio, nel caso della Kinder, un'avversaria alle prese con assenze e mille problemi fisici. e non solo. Vedremo come se la caverà dovendo affrontare, nel caso le condizioni di Edney fossero precarie, pure lui qualche emergenza. Buttando qualche granello di sabbia negli ingranaggi delle rotazioni che hanno permesso, con tutti gli uomini importanti in squadra, di arrivare alla fine con benzina nel serbatoio e lucidità nella testa.
Nonn sarà facile per la Skipper arrivare fino in fondo ma l'ambiente non è più quello quasi rassegnato che s'intristiva senza motivo perdendo fiducia e convinzione. Giorgio Sreragnoli, che non ha mai risparmiato critiche alle scelte di Boniciolli quando la Fortitudo quest'anno è sbandata in Coppa Italia ed Eurolega, giovedì sera ha concesso a questa squadra una fiducia totale : «mai avuto paura di perdere» ha detto alla fine , una frase che dovrà accompagnare la Skipper nell'ultima parte del cammino che la separa dal suo secondo scudetto.
Gianni Cristofori
Sarà una coincidenza ma l'unico e storico scudetto dell'Aquila che porta la data del 30 giugno 2000 venne vinto dopo aver battuto in finale proprio la Benetton che, guarda caso, si era sbarazata della Kinder in semifinale.
Proviamo a fare un parallelo tra la Fortitudo di allora e quella di oggi. Tecnicamente più forte quella del 2000 sull'asse play maker - pivot (Jaric - Vrankovic) e con due stelle come Myers e Fucka che costringevano gli avversari agli straordinari difensivi. Non per niente quella Fortitudo non aspettò l'ultima giornata per guadagnare matematicamente il primo posto della stagione regolare ma addirittura arrivò sul traguardo con 12 punti di vantaggio sulla seconda (la Kinder;terza si piazzò la Benetton).
La Fortitudo di oggi epidermicamente la preferiamo perchè sa scavare e trovare nella sofferenza e nel sacrificio di tutti le risorse per vincere. Tutta farina del sacco di Boniciolli, farina che ha trasformato lo spirito di questa squadra che sicuramente offre meno spettacolo delle squadre che avevano in campo i Myers, i Rivers e i Dominique Wilkins, ma garantisce sudore e voglia di sbattersi . Presupposti fondamentali per vincere partite come quella di giovedì sera con Cantù in cui l'attacco, nonostante le raffiche finali, produce appena 68 punti con un modestissimo 24/57 al tiro.
La sfida con la Benetton che comincia oggi pomeriggio è anche una sfida tra due modi di pensare il basket. Che D'Antoni vede come la massima espressione dello spettacolo offensivo e Boniciolli come lavoro di squadra, sacrificio, rabbia agonistica e capacità di sbattersi per gli altri. Per adesso ha avuto ragione il coach dell'Aquila arrivato all'appuntamento con un cammino vincente fin dalla prima di campionato.
D'Antoni ha dato sì spettacolo ma ha avuto anche fortuna trovando per esempio, nel caso della Kinder, un'avversaria alle prese con assenze e mille problemi fisici. e non solo. Vedremo come se la caverà dovendo affrontare, nel caso le condizioni di Edney fossero precarie, pure lui qualche emergenza. Buttando qualche granello di sabbia negli ingranaggi delle rotazioni che hanno permesso, con tutti gli uomini importanti in squadra, di arrivare alla fine con benzina nel serbatoio e lucidità nella testa.
Nonn sarà facile per la Skipper arrivare fino in fondo ma l'ambiente non è più quello quasi rassegnato che s'intristiva senza motivo perdendo fiducia e convinzione. Giorgio Sreragnoli, che non ha mai risparmiato critiche alle scelte di Boniciolli quando la Fortitudo quest'anno è sbandata in Coppa Italia ed Eurolega, giovedì sera ha concesso a questa squadra una fiducia totale : «mai avuto paura di perdere» ha detto alla fine , una frase che dovrà accompagnare la Skipper nell'ultima parte del cammino che la separa dal suo secondo scudetto.
Gianni Cristofori
Fonte: Il Resto del Carlino