PESARO — «Che storia sarebbe questa che stiamo offrendo in giro Pillastrini? E' una grossa stupidaggine, perché è sotto contratto con la Scavolini e chi mette in giro queste voci dovrebbe invece farsi gli affari suoi».
Dall'altra parte del telefono il tono di Virginio Bernardi è colorito, come nel suo stile. Ha fatto il salto, il coach campano: lascia la panchina per occuparsi degli allenatori, stavolta come procuratore, per conto dell'agenzia di Luciano Capicchioni.
«Perché? Penso di essere un bravo venditore — ridacchia —. Ho avuto qualche annata sfortunata ed ero stufo di girare», così spiega il suo nuovo ruolo. E poi riprende con una schiettezza che non è tipica dei procuratori: «La situazione è la seguente: Pillastrini è ancora l'allenatore di Pesaro e come tale si sente finchè non gli diranno il contrario. Sappiamo che la società sta facendo delle riflessioni, ecco tutto, ma nessuno ha comunicato nulla a Pillastrini su questo. Che qualche altra società sia interessata a lui mi sembra normale, che possa piacere a Reggio Emilia mi sembra altrettanto naturale perché potrebbe essere l'uomo giusto per il loro progetto».
Significa che Pilla sta cercando di pararsi le spalle dopo la furente contestazione dei tifosi pesaresi?
«No, quest'aspetto non c'entra. Certo, il consenso fa più piacere del dissenso e a tutti gli uomini dispiace essere criticati sul lavoro ma non è che il giorno dopo non vanno a lavorare...».
Chiacchierando con l'adorabile Virginio si viene a sapere che la scuderia di Capicchioni rappresenta anche Aza Petrovic, il cui nome è stato spesso accostato a quello della Scavolini. Cosa c'è di vero?
«Niente. Ho visto che anche il nome di Bucchi, che pure rappresentiamo, è stato accostato a quello di Pesaro. Ma la Scavolini non ci ha chiesto mai niente su altri allenatori che seguiamo, almeno fino a questo momento. Poi se ce lo chiede oggi non lo so...».
La situazione sembra insomma un po' fluttuante e forse la panchina di Pillastrini non è poi così salda come farebbe pensare l'anno di contratto che ancora lo lega alla Vuelle: la prossima settimana dovrebbe essere quella decisiva per spazzare via le nubi dalla sua testa, per capire se la società è compatta sulla sua riconferma al di là della parola spesa dal patròn. D'altra parte nel mondo dello sport le sicurezze sono poche per tutti: persino Boniciolli, che si sta giocando lo scudetto, non è sicuro di essere confermato alla Fortitudo. Il valzer delle panchine è appena iniziato e finora solo Roseto ha mosso il primo passo, riportando sull'Adriatico Phil Melillo. E come direttore sportivo, Bianchini ha scelto l'amico Massimo Cosmelli, che lascia Roma.
Elisabetta Ferri
Dall'altra parte del telefono il tono di Virginio Bernardi è colorito, come nel suo stile. Ha fatto il salto, il coach campano: lascia la panchina per occuparsi degli allenatori, stavolta come procuratore, per conto dell'agenzia di Luciano Capicchioni.
«Perché? Penso di essere un bravo venditore — ridacchia —. Ho avuto qualche annata sfortunata ed ero stufo di girare», così spiega il suo nuovo ruolo. E poi riprende con una schiettezza che non è tipica dei procuratori: «La situazione è la seguente: Pillastrini è ancora l'allenatore di Pesaro e come tale si sente finchè non gli diranno il contrario. Sappiamo che la società sta facendo delle riflessioni, ecco tutto, ma nessuno ha comunicato nulla a Pillastrini su questo. Che qualche altra società sia interessata a lui mi sembra normale, che possa piacere a Reggio Emilia mi sembra altrettanto naturale perché potrebbe essere l'uomo giusto per il loro progetto».
Significa che Pilla sta cercando di pararsi le spalle dopo la furente contestazione dei tifosi pesaresi?
«No, quest'aspetto non c'entra. Certo, il consenso fa più piacere del dissenso e a tutti gli uomini dispiace essere criticati sul lavoro ma non è che il giorno dopo non vanno a lavorare...».
Chiacchierando con l'adorabile Virginio si viene a sapere che la scuderia di Capicchioni rappresenta anche Aza Petrovic, il cui nome è stato spesso accostato a quello della Scavolini. Cosa c'è di vero?
«Niente. Ho visto che anche il nome di Bucchi, che pure rappresentiamo, è stato accostato a quello di Pesaro. Ma la Scavolini non ci ha chiesto mai niente su altri allenatori che seguiamo, almeno fino a questo momento. Poi se ce lo chiede oggi non lo so...».
La situazione sembra insomma un po' fluttuante e forse la panchina di Pillastrini non è poi così salda come farebbe pensare l'anno di contratto che ancora lo lega alla Vuelle: la prossima settimana dovrebbe essere quella decisiva per spazzare via le nubi dalla sua testa, per capire se la società è compatta sulla sua riconferma al di là della parola spesa dal patròn. D'altra parte nel mondo dello sport le sicurezze sono poche per tutti: persino Boniciolli, che si sta giocando lo scudetto, non è sicuro di essere confermato alla Fortitudo. Il valzer delle panchine è appena iniziato e finora solo Roseto ha mosso il primo passo, riportando sull'Adriatico Phil Melillo. E come direttore sportivo, Bianchini ha scelto l'amico Massimo Cosmelli, che lascia Roma.
Elisabetta Ferri
Fonte: Il Resto del Carlino