L'Andrea Costa è ad un passo dalla salvezza, del club s'intende, visto che per quella sportiva c'è stato ben poco da fare. A conti fatti, però, non si tratta di una magra consolazione. Tutt'altro. Le vicissitudini economiche, che avevano spinto la dirigenza ad affidarsi a Fabio Di Felice non erano robetta di lieve entità e il rischio che la barca affondasse era reale, più di quanto molti potevano aspettarsi. Fortunamentamente l'attaccamento e, soprattutto, la profondità delle tasche dei soci biancorossi hanno evitato il danno maggiore, quello irreversibile. Tappata la voragine, Imola dovrà poi attuare un aumento di capitale e stanziare il budget per la prossima stagione che, in nessun caso, potrà essere superato.
«Manca ancora qualcosa — rivela Di Felice — ma siamo già arrivati al 93% dei soci e nelle prossime due settimane verrà versato anche il restante sette per cento. Il problema dell'esistenza di Imola è ormai risolto, mentre sull'aumento di capitale avremo qualche difficoltà in più, ma l'intenzione è di fare un aumento di due miliardi».
Sul fronte sportivo, intanto, tutto tace, e non potrebbe essere altrimenti, anche in considerazione del fatto che l'Andrea Costa non sa a quale campionato si iscriverà. «Aspettiamo la prossima settimana — continua l'amministratore delegato — ma restiamo dell'idea di allestire un'ottima formazione di Legadue ed una squadra da salvezza per la serie A».
Il clan imolese continua a seguire le vicende di Verona, a pochi giorni dall'asta che potrebbe chiarire il futuro del club scaligero. «Guardiamo a Verona in maniera distaccata — conclude Di Felice — anche perché non possiamo in nessun modo modificare quanto sta accadendo e per questo è inutile spendere delle energie. L'asta di mercoledì, comunque, non risolverà nulla perché la salvezza di Verona dipenderà soprattutto da ciò che deciderà la Federazione. Per noi questa situazione non è certo l'ideale e ci creerà dei problemi quando dovremo pensare alla squadra da allestire, anche perché sono convinto che prima di metà luglio non avremo certezze».
Federico Boschi
«Manca ancora qualcosa — rivela Di Felice — ma siamo già arrivati al 93% dei soci e nelle prossime due settimane verrà versato anche il restante sette per cento. Il problema dell'esistenza di Imola è ormai risolto, mentre sull'aumento di capitale avremo qualche difficoltà in più, ma l'intenzione è di fare un aumento di due miliardi».
Sul fronte sportivo, intanto, tutto tace, e non potrebbe essere altrimenti, anche in considerazione del fatto che l'Andrea Costa non sa a quale campionato si iscriverà. «Aspettiamo la prossima settimana — continua l'amministratore delegato — ma restiamo dell'idea di allestire un'ottima formazione di Legadue ed una squadra da salvezza per la serie A».
Il clan imolese continua a seguire le vicende di Verona, a pochi giorni dall'asta che potrebbe chiarire il futuro del club scaligero. «Guardiamo a Verona in maniera distaccata — conclude Di Felice — anche perché non possiamo in nessun modo modificare quanto sta accadendo e per questo è inutile spendere delle energie. L'asta di mercoledì, comunque, non risolverà nulla perché la salvezza di Verona dipenderà soprattutto da ciò che deciderà la Federazione. Per noi questa situazione non è certo l'ideale e ci creerà dei problemi quando dovremo pensare alla squadra da allestire, anche perché sono convinto che prima di metà luglio non avremo certezze».
Federico Boschi
Fonte: Il Resto del Carlino