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Benetton, ciclone sulla Skipper

Difesa, contropiede e bombe: Bologna non regge i ritmi

BOLOGNA. Un passo imperiale verso il terzo scudetto. A Bologna la Benetton si aggiudica con un +24, che non ammette repliche, la prima finale contro la Skipper. Una dimostrazione di forza sontuosa fatta su un parquet tradizionalmente ostico ai colori biancoverdi e, per di più, senza un giocatore del calibro di Tyus Edney. Treviso ha metabolizzato senza problemi l'assenza del suo regista rispondendo con cinque giocatori in doppia cifra ed una valutazione di squadra (114-63) quasi doppia rispetto alla Fortitudo. Max Bulleri ha sostituito in modo superbo il play titolare, ma anche tutti gli altri hanno disputato una fantastica garauno gettando nello sconforto la tifoseria dell'Aquila, mai doma, comunque, nell'incitare la propria squadra.
Sì, è vero, come ha detto Boniciolli, la Fortitudo aveva speso troppe energie fisiche e nervose nella stressante garacinque di due giorni fa contro l'Oregon, ma un margine di +24 non può essere spiegato solo da questo. L'organico della Benetton, in questo momento, sembra di un altro pianeta. Stavolta al coach biancoblù, come accaduto nell'unico confronto diretto vinto dalla Fortitudo su Treviso, non è andata bene nemmeno la mossa di schierare, nell'ultima curva del terzo quarto, la squadra a zona. Nicola, con tre triple di fila, ha ammazzato definitivamente Bologna. Con il +20 al 30', l'ultimo periodo si è rivelato una specie di formalità: D'Antoni si è permesso il lusso di far riassaporare il clima agonistico anche a Mario Stojic, appena ristabilitosi da un intervento di ernia inguinale, e di concedere 5 minuti anche a «Skita», che lo ha ripagato con una bomba da urlo. Tra i biancoverdi da segnalare pure le ottime prestazioni di Charlie Bell, top scorer, con 16 punti, dell'incontro - assieme a Galanda - di Chikalkin, Marconato e Nachbar: tutti hanno dato il loro contributo di punti e d'esperienza. Ma anche chi, come Pittis e Garbajosa, non si è messo in evidenza per le doti realizzative, ha offerto situazioni di gioco a livello difensivo al limite della perfezione.
In sede di presentazione si era detto che, per conquistare il tricolore, Treviso avrebbe dovuto vincere una partita in trasferta. L'obiettivo è stato raggiunto subito: ora il match fondamentale diventa quello di martedì sera: in caso di successo biancoverde, diventa francamente difficile pensare ad una rimonta della Skipper, anche perchè, nella storia dei playoff del basket, e non solo in una serie di finale, nessuno si è mai rialzato da uno 0-2.
Grande coreografia della Fossa dei leoni: una moltitudine colorata biancoblù alla quale risponde, come può, il centinaio di «Rebels», confinati in un angolino della curva nord del PalaDozza. Il duo «Bell e Bull» si presenta subito in grande spolvero. Il livornese realizza il primo canestro della partita con una penetrazione. La guardia americana chiude il primo quarto con 10 punti (67% dal campo), ma è tutta la Benetton a mettere in difficoltà una Skipper, in certi momenti, inguardabile. La tripla iniziale di Basile illude Boniciolli; dall'altra parte, Treviso si avvale del contributo prezioso di Nachbar, Chikalkin e Garbajosa. E, così all'8'30", il vantaggio biancoverde, dopo un paio di «rigori» falliti dall'Aquila, arriva alla doppia cifra (13-23). La Skipper si ridesta con 5 punti di fila di Galanda, ma, al 10', Treviso è sul +8. Nel secondo periodo inizia la fiera degli errori. Entrambe le squadre sbagliano canestri elementari. Boniciolli schiera anche il doppio play (Basile e Goldwire) per mettere in difficoltà i piccoli trevigiani. E' il peggior momento della Benetton: Nicola e Chikalkin perdono due palle elementari in attacco e così la Fortitudo, pur non facendo nulla di trascendentale, arriva per due volte al -4, l'ultima delle quali dopo l'unica tripla realizzata (su sette tentativi) dall'impalpabile Goldwire. A ricacciare indietro l'Aquila ci pensano Bulleri (per il livornese 5 punti di fila) e Marconato, allo scoccare della sirena del 20', su assist dell'immenso «Bullo». Dopo il riposo si attende la reazione biancoblù, ma il crescendo biancoverde spegnerà le illusioni fortitudine. Bologna ha tre giorni di tempo per riprendersi: ce la farà?

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