A fare meno di 70 punti in casa non c´è da sperare. E anche a pensare di rifarli fuori c´è poco da stare allegri. Boniciolli, cosa potrà combinare la Skipper domani, dopo questo tremendo 0-1?
«Ho fiducia in Gara 2, ripensando proprio a sabato. Finchè ne abbiamo avuto, ovvero nel primo tempo, siamo rimasti in contatto. A 4 punti di distanza sino a un paio di azioni dal termine: è stato quello il nostro canto del cigno, costringendoli a fare un punto al minuto per un bel periodo e a nostra volta sbagliando canestri allucinanti. Fucka e Milic hanno mancato dei sottomano elementari e quando Gregor andava in lunetta gli altri si dovevano scansare quando pioveva il pallone. Dal momento che nessuno sbaglia apposta può capitare, ma non sono stecche abituali. Sono due i passi da fare subito. Dovremo recuperare qualche energia e mettere a posto le oggettive difficoltà che ci hanno creato. Riprendere forze è fondamentale. Io comincio a divertirmi ora, ho visto che si può fare. Con Treviso non potremo mai vincere largo, non è nelle nostre corde, ma provare a metterli sotto di qualche punto, come già è successo, sì».
Punti, il tasto dolente. Nessuno in questo momento sembra poter garantire grossi bottini e la Benetton promette di non fermarsi a basse quote.
«Abbiamo perso in attacco, questa è l´estrema sintesi, incontrovertibile. Ogni canestro per noi è stato un parto difficile, inutile negarlo. Ma siamo questi, non possiamo pensare di farne cento. Il centrocampo è ai minimi storici? Possibile. Però il nostro attacco non è imperniato su quel settore: tra gli esterni siamo probabilmente la quinta squadra del campionato, come valori. La Skipper ha le prime opzioni sotto canestro e non capitava da tempo una finalista che giocasse soprattutto coi lunghi. Un problema strutturale c´è: è stato gestito bene per tutta la stagione. Quando sei fisicamente pronto, dinamico, riesci a sopperire ad altre lacune, come questa sterilità degli esterni. Con le energie al minimo, abbiamo scontato tutto al massimo. Ma era già capitato contro Cantù di stare dei mezzi quarti senza segnare. La difesa non ci fa difetto, ma è chiaro che per fare dei parziali bisogna andare all´origine del gioco: mettere la palla nel canestro».
Però fate sempre una ventina di tiri da tre, spesso con percentuali basse. Manca la vena o c´è dell´altro?
«Questa squadra ha tiratori discreti, gente che sullo scarico sa colpire: quindi serve gente che batta l´uomo. L´innesto di Marcelic è stato ottimo e ci ha portato fin qua, ma in questo momento, a parte Milic, che non è un esterno classico, non c´è nessuno in grado di farlo. Le nostre priorità offensive sono altre, ma passi avanti dovremo farne anche qui».
E Fucka, l´uomo al quale continueranno ad andare molti palloni, era stanco o no?
«Certo che lo era, come chiunque lo sarebbe stato al suo posto, se avesse dovuto affrontare tre partite di semifinale in cinque giorni, giocando per 35´. Doveva fermarsi. Che senso avrebbe avuto far giocare i titolari per poi perdere lo stesso e ritrovarsi con un pacco di gente sul lettino dell´infermeria? Non c´era più storia, meglio cercare di averli pronti domani».
La Benetton invece è sempre andata forte, con chiunque. Ha impressionato, anche senza quello che doveva essere il fulcro del suo gioco, ossia Edney. Un segnale chiaro.
«Hanno sfruttato al meglio le situazioni del momento. Avevano la serenità che gli dà abitualmente D´Antoni, la tranquillità dei forti, alla quale va aggiunta quella di dover giocare senza Edney una gara in trasferta. Avevano poco da perdere e sono stati davvero bravi. Ma non tanto da smontarci. I play-off insegnano che di serie finali ribaltate, col fattore campo e con tutto il resto, ce ne sono state parecchie. Non è questa partenza falsa che deve fermarci. Sono tranquillo, sabato sera ho cenato con la mia famiglia e ho dormito. Fiducia e recupero. Tutto l´anno abbiamo giocato, con risultati, in un certo modo. Non ci snatureremo. E dovremo stare calmi anche in caso di 0-2. Ci sono esempi freschi: l´Aek ha appena vinto da quella posizione con l´Olympiakos. C´è ancora tutto il tempo e lo spazio per fare vedere come veramente siamo».
Francesco Forni
«Ho fiducia in Gara 2, ripensando proprio a sabato. Finchè ne abbiamo avuto, ovvero nel primo tempo, siamo rimasti in contatto. A 4 punti di distanza sino a un paio di azioni dal termine: è stato quello il nostro canto del cigno, costringendoli a fare un punto al minuto per un bel periodo e a nostra volta sbagliando canestri allucinanti. Fucka e Milic hanno mancato dei sottomano elementari e quando Gregor andava in lunetta gli altri si dovevano scansare quando pioveva il pallone. Dal momento che nessuno sbaglia apposta può capitare, ma non sono stecche abituali. Sono due i passi da fare subito. Dovremo recuperare qualche energia e mettere a posto le oggettive difficoltà che ci hanno creato. Riprendere forze è fondamentale. Io comincio a divertirmi ora, ho visto che si può fare. Con Treviso non potremo mai vincere largo, non è nelle nostre corde, ma provare a metterli sotto di qualche punto, come già è successo, sì».
Punti, il tasto dolente. Nessuno in questo momento sembra poter garantire grossi bottini e la Benetton promette di non fermarsi a basse quote.
«Abbiamo perso in attacco, questa è l´estrema sintesi, incontrovertibile. Ogni canestro per noi è stato un parto difficile, inutile negarlo. Ma siamo questi, non possiamo pensare di farne cento. Il centrocampo è ai minimi storici? Possibile. Però il nostro attacco non è imperniato su quel settore: tra gli esterni siamo probabilmente la quinta squadra del campionato, come valori. La Skipper ha le prime opzioni sotto canestro e non capitava da tempo una finalista che giocasse soprattutto coi lunghi. Un problema strutturale c´è: è stato gestito bene per tutta la stagione. Quando sei fisicamente pronto, dinamico, riesci a sopperire ad altre lacune, come questa sterilità degli esterni. Con le energie al minimo, abbiamo scontato tutto al massimo. Ma era già capitato contro Cantù di stare dei mezzi quarti senza segnare. La difesa non ci fa difetto, ma è chiaro che per fare dei parziali bisogna andare all´origine del gioco: mettere la palla nel canestro».
Però fate sempre una ventina di tiri da tre, spesso con percentuali basse. Manca la vena o c´è dell´altro?
«Questa squadra ha tiratori discreti, gente che sullo scarico sa colpire: quindi serve gente che batta l´uomo. L´innesto di Marcelic è stato ottimo e ci ha portato fin qua, ma in questo momento, a parte Milic, che non è un esterno classico, non c´è nessuno in grado di farlo. Le nostre priorità offensive sono altre, ma passi avanti dovremo farne anche qui».
E Fucka, l´uomo al quale continueranno ad andare molti palloni, era stanco o no?
«Certo che lo era, come chiunque lo sarebbe stato al suo posto, se avesse dovuto affrontare tre partite di semifinale in cinque giorni, giocando per 35´. Doveva fermarsi. Che senso avrebbe avuto far giocare i titolari per poi perdere lo stesso e ritrovarsi con un pacco di gente sul lettino dell´infermeria? Non c´era più storia, meglio cercare di averli pronti domani».
La Benetton invece è sempre andata forte, con chiunque. Ha impressionato, anche senza quello che doveva essere il fulcro del suo gioco, ossia Edney. Un segnale chiaro.
«Hanno sfruttato al meglio le situazioni del momento. Avevano la serenità che gli dà abitualmente D´Antoni, la tranquillità dei forti, alla quale va aggiunta quella di dover giocare senza Edney una gara in trasferta. Avevano poco da perdere e sono stati davvero bravi. Ma non tanto da smontarci. I play-off insegnano che di serie finali ribaltate, col fattore campo e con tutto il resto, ce ne sono state parecchie. Non è questa partenza falsa che deve fermarci. Sono tranquillo, sabato sera ho cenato con la mia famiglia e ho dormito. Fiducia e recupero. Tutto l´anno abbiamo giocato, con risultati, in un certo modo. Non ci snatureremo. E dovremo stare calmi anche in caso di 0-2. Ci sono esempi freschi: l´Aek ha appena vinto da quella posizione con l´Olympiakos. C´è ancora tutto il tempo e lo spazio per fare vedere come veramente siamo».
Francesco Forni
Fonte: La Repubblica