TREVISO. Il bello, dopo garauno, è che mentre tutto il resto dell'Italia del basket celebra ed osanna questa Benetton dirompente, mettendole già in mano il suo terzo tricolore, gli unici a restare con i piedi per piantati per terra sono i diretti interessati, che pure avrebbero i loro buoni motivi per esaltarsi di fronte allo straordinario +24 con cui sabato hanno polverizzato la Fortitudo, i rivali di sempre.
Sarà per un fatto di decenza, di realismo o forse di semplice scaramanzia, ma le dichiarazioni anche del giorno dopo sono improntate alla cautela, ad un ottimismo consapevole, mai strombazzato. «Sapete perché? Semplicemente perché non abbiamo ancora vinto nulla», fa presente Marcelo Nicola, colui che con tre bombe di fila ha spaccato garauno nel terzo periodo. E naturalmente è tutto vero. La Benetton è solo ad un terzo del cammino da fare, non è detto che le cose vadano sempre così lisce. «E' già successo altre volte quest'anno di illuderci - prosegue il gaucho - senza contare il brutto ricordo che alcuni di noi, compreso il sottoscritto, hanno della finale di due anni fa, quando passammo a Bologna in garauno, ma lo scudetto lo vinse la Paf. Ed allora, finchè non facciamo 3-0, 3-1 o 3-2 non potremo dire nulla di concreto».
Allora diciamo che, quantomeno, le premesse ci sono, anche perché quest'anno, nei quattro scontri diretti precedenti, avete quasi sempre dimostrato di essere superiori.
«Posso anche essere d'accordo, ma dobbiamo dimostrarlo ancora due volte, e, finchè non lo faremo, non possiamo dare nulla per scontato. E poi s'è visto che la Benetton, per vincere, ha bisogno sempre di esprimersi al massimo, altrimenti poi finiamo con l'essere rimontati, come d'altra parte ha dimostrato la stessa Skipper in certi frangenti contro di noi (vedi la gara di regular season, ndr)».
L'aspetto più impressionante è che avete passeggiato a Bologna pur senza una stella come Edney.
«Io non sono tanto d'accordo su questa storia della passeggiata: credo anzi che la squadra abbia fatto un grandissimo sforzo fisico e mentale, sapendo che Tyus non c'era. Per noi è stata una gara comunque impegnativa».
Ritieni che la vera Fortitudo sia quella di garauno?
«Vorrei credere di sì, ma temo di no. Com'era accaduto anche con la Kinder dopo garauno, martedì dobbiamo aspettarci un'altra squadra, molto più intensa, dura, soprattutto più aggressiva in difesa. Garadue loro la dovranno vincere ad ogni costo, altrimenti saranno guai».
Certo, se dovesse rientrare anche Edney...
«Speriamo tutti che Tyus ci possa essere, lui è un elemento importante. Purtroppo ancora non lo sappiamo con certezza, bisognerà attendere le prossime ore. Se giocherà bene, altrimenti bisognerà ancora stringere i denti».
Parliamo di te. Quest'anno ti scade il contratto e sembra che ti rivogliano in Spagna...
«Non penso a queste cose, comincerò a farlo finiti i playoff: ora siamo vicini ad un grande traguardo, il più importante, e non credo sia opportuno toccare certi argomenti. Io sono contentissimo di essere a Treviso e lo sarei naturalmente anche se rimanessi qui ancora».
D'Antoni è dato sempre più vicino a Phoenix.
«Speriamo tutti che stia con noi, ma anche in questo caso meglio restare tranquilli e concentrati sulle partite. Una volta che è tutto finito ci saranno tante situazioni per le quali mettersi a discutere».
Sarà per un fatto di decenza, di realismo o forse di semplice scaramanzia, ma le dichiarazioni anche del giorno dopo sono improntate alla cautela, ad un ottimismo consapevole, mai strombazzato. «Sapete perché? Semplicemente perché non abbiamo ancora vinto nulla», fa presente Marcelo Nicola, colui che con tre bombe di fila ha spaccato garauno nel terzo periodo. E naturalmente è tutto vero. La Benetton è solo ad un terzo del cammino da fare, non è detto che le cose vadano sempre così lisce. «E' già successo altre volte quest'anno di illuderci - prosegue il gaucho - senza contare il brutto ricordo che alcuni di noi, compreso il sottoscritto, hanno della finale di due anni fa, quando passammo a Bologna in garauno, ma lo scudetto lo vinse la Paf. Ed allora, finchè non facciamo 3-0, 3-1 o 3-2 non potremo dire nulla di concreto».
Allora diciamo che, quantomeno, le premesse ci sono, anche perché quest'anno, nei quattro scontri diretti precedenti, avete quasi sempre dimostrato di essere superiori.
«Posso anche essere d'accordo, ma dobbiamo dimostrarlo ancora due volte, e, finchè non lo faremo, non possiamo dare nulla per scontato. E poi s'è visto che la Benetton, per vincere, ha bisogno sempre di esprimersi al massimo, altrimenti poi finiamo con l'essere rimontati, come d'altra parte ha dimostrato la stessa Skipper in certi frangenti contro di noi (vedi la gara di regular season, ndr)».
L'aspetto più impressionante è che avete passeggiato a Bologna pur senza una stella come Edney.
«Io non sono tanto d'accordo su questa storia della passeggiata: credo anzi che la squadra abbia fatto un grandissimo sforzo fisico e mentale, sapendo che Tyus non c'era. Per noi è stata una gara comunque impegnativa».
Ritieni che la vera Fortitudo sia quella di garauno?
«Vorrei credere di sì, ma temo di no. Com'era accaduto anche con la Kinder dopo garauno, martedì dobbiamo aspettarci un'altra squadra, molto più intensa, dura, soprattutto più aggressiva in difesa. Garadue loro la dovranno vincere ad ogni costo, altrimenti saranno guai».
Certo, se dovesse rientrare anche Edney...
«Speriamo tutti che Tyus ci possa essere, lui è un elemento importante. Purtroppo ancora non lo sappiamo con certezza, bisognerà attendere le prossime ore. Se giocherà bene, altrimenti bisognerà ancora stringere i denti».
Parliamo di te. Quest'anno ti scade il contratto e sembra che ti rivogliano in Spagna...
«Non penso a queste cose, comincerò a farlo finiti i playoff: ora siamo vicini ad un grande traguardo, il più importante, e non credo sia opportuno toccare certi argomenti. Io sono contentissimo di essere a Treviso e lo sarei naturalmente anche se rimanessi qui ancora».
D'Antoni è dato sempre più vicino a Phoenix.
«Speriamo tutti che stia con noi, ma anche in questo caso meglio restare tranquilli e concentrati sulle partite. Una volta che è tutto finito ci saranno tante situazioni per le quali mettersi a discutere».