PESARO – Si dice che anche una palla di neve può diventare valanga. Come succede al ragazzino che tira un calcio al pallone e manda in frantumi una vetrata, il toto-allenatore che impazza in questi giorni a Pesaro – un po’ per gioco (perché l’allenatore c’è già) e un po’ sul serio – ha fatto i primi danni collaterali, provocando una specie di incidente diplomatico con la... Polonia.
Che c’entra la Polonia? C’entra, perché da un’amena località polacca chiamata Wloclawek si leva un grido rabbioso rivolto proprio a Pesaro: “Giù le mani da mister Aeroplanino!".
Vi suggerisce qualcosa il simpatico soprannome? Già, si tratta proprio di quell’Aza Petrovic di cui i più avevano perso le tracce dal lontano 12 settembre, quando l’ex giocatore della Scavolini ed ora affermato allenatore si era dimesso dalla guida tecnica della nazionale croata dopo il deludente settimo posto agli Europei, accollandosi (con l’enfasi tipica dell’istrionico personaggio) tutte le responsabilità di quella magra figura. Dopodiché aveva accettato l’offerta dell’Anwil, squadra polacca appunto di Wloklawek con la quale ha partecipato alla Coppa Saporta, uscendo in semifinale contro il Pamesa di Valencia (poi battuto in finale da Siena) e concludendo il campionato al quarto posto dopo aver perso in casa l’ultimo atto della “finalina" per il terzo, che in Polonia si gioca al meglio delle cinque partite.
Come è messo Aza col contratto? Lo chiediamo direttamente alla società polacca: «Il signor Petrovic aveva la possibilità di rescindere il contratto entro il 31 maggio – rispondono da Wloclawek – Ma non essendosi avvalso di questa clausola è da ritenere confermato anche per la prossima stagione».
Questa la situazione “formale" del non dimenticato predecessore di Cook, che “Telebasket.com" dà “al 20%" sulla panchina pesarese, accanto al 60 di Pilla. Il restante 20% viene attribuito a Marco Crespi, che effettivamente è libero dopo avere stracciato di comune accordo il contratto che lo legava agli andalusi del Caja (senza riferimenti subliminali...) San Fernando di Siviglia: unico traguardo raggiunto, la Final Eight di Copa del Rey.
L’ex allenatore di Biella e di Milano spiega la sua filosofia: «Sono uno a cui piace lavorare sodo, molte ore al giorno. Con i giocatori tendo a stabilire legami forti, ma da loro pretendo anche il 101% dell’impegno. Quanto ai rapporti con le società, non sono uno che si lamenta: credo che un allenatore non possa permetterselo; deve solo lavorare al meglio con quello che la società gli mette a disposizione». Bella professione di umiltà. Bisogna vedere se sia compatibile con le doti da “Terminator della panchina" sognate dall’Inferno biancorosso nell’ormai famoso comunicato, in cui forse, però, si pensava a Boscia Tanjevic (giusto?).
Giancarlo Iacchini
Che c’entra la Polonia? C’entra, perché da un’amena località polacca chiamata Wloclawek si leva un grido rabbioso rivolto proprio a Pesaro: “Giù le mani da mister Aeroplanino!".
Vi suggerisce qualcosa il simpatico soprannome? Già, si tratta proprio di quell’Aza Petrovic di cui i più avevano perso le tracce dal lontano 12 settembre, quando l’ex giocatore della Scavolini ed ora affermato allenatore si era dimesso dalla guida tecnica della nazionale croata dopo il deludente settimo posto agli Europei, accollandosi (con l’enfasi tipica dell’istrionico personaggio) tutte le responsabilità di quella magra figura. Dopodiché aveva accettato l’offerta dell’Anwil, squadra polacca appunto di Wloklawek con la quale ha partecipato alla Coppa Saporta, uscendo in semifinale contro il Pamesa di Valencia (poi battuto in finale da Siena) e concludendo il campionato al quarto posto dopo aver perso in casa l’ultimo atto della “finalina" per il terzo, che in Polonia si gioca al meglio delle cinque partite.
Come è messo Aza col contratto? Lo chiediamo direttamente alla società polacca: «Il signor Petrovic aveva la possibilità di rescindere il contratto entro il 31 maggio – rispondono da Wloclawek – Ma non essendosi avvalso di questa clausola è da ritenere confermato anche per la prossima stagione».
Questa la situazione “formale" del non dimenticato predecessore di Cook, che “Telebasket.com" dà “al 20%" sulla panchina pesarese, accanto al 60 di Pilla. Il restante 20% viene attribuito a Marco Crespi, che effettivamente è libero dopo avere stracciato di comune accordo il contratto che lo legava agli andalusi del Caja (senza riferimenti subliminali...) San Fernando di Siviglia: unico traguardo raggiunto, la Final Eight di Copa del Rey.
L’ex allenatore di Biella e di Milano spiega la sua filosofia: «Sono uno a cui piace lavorare sodo, molte ore al giorno. Con i giocatori tendo a stabilire legami forti, ma da loro pretendo anche il 101% dell’impegno. Quanto ai rapporti con le società, non sono uno che si lamenta: credo che un allenatore non possa permetterselo; deve solo lavorare al meglio con quello che la società gli mette a disposizione». Bella professione di umiltà. Bisogna vedere se sia compatibile con le doti da “Terminator della panchina" sognate dall’Inferno biancorosso nell’ormai famoso comunicato, in cui forse, però, si pensava a Boscia Tanjevic (giusto?).
Giancarlo Iacchini