Il derby di ritorno non ha sfumature. E´ tutto, e solo, Virtus. La Skipper lo guida 57 secondi appena: 1-0 di Milic, prima che Ginobili esploda il primo dei suoi tremendi siluri. Ne vede poi oltre metà sotto il -30, sprofondando fino a -38. Non aveva, probabilmente, la squadra per morderlo, fra assenze ed acciacchi: ma c´è sempre un modo, anche per perdere, e quello di ieri è stato indecente. Se e quanto la devastazione produrrà altra cenere, si vedrà: già a Barcellona, giovedì.
La Virtus, invece, ha ripulito la tavola senza ritegno, con una voracità spaventosa. Ha abbattuto subito le fragili barriere nemiche, ha retto ai minimi conati di rientro della Skipper, l´ha perfino graziata, frenando nell´ultimo quarto (12-16, l´unico perso). Il ritorno al palasport di Messina, e quello di Madrigali sono stati, alla fine, sommersi dal tripudio per il risultato. Non c´erano più contrade, nella città virtussina. Solo vincitori, tutti. Contro vinti. Gli altri. Tutti.
La premiata ditta Ginobili & Jaric che tante volte, lo scorso anno, simboleggiò l´energia fresca e pulita della banda del Grande Slam è tornata a produrre fatturati immensi. Ginobili ha aperto la strada: 15 punti nel primo quarto, di impetuosa, stordente bellezza. A staffetta, Jaric ne ha infilati 13 nel secondo, guidando la gang a un +28 già esaustivo. I numeri sono enormi. Eppure, credeteci, non dicono tutto. Intorno a quei due, la Kinder ha saldato il resto, a partire da una difesa fantastica. La Skipper era già vuota e poco convinta di suo: trovando del duro, s´è adeguata. Capiteranno circostanze migliori.
Pronti via. Sentendosi fragile, Boniciolli si mette a zona: lo fanno molti, l´ha fatto spesso Messina, nei suoi derby più poveri e più bagnati di lacrime, secondo iconografia nemica. Boniciolli non l´indovina perché non capita spesso di trovarsi di fronte un Ginobili assatanato. Tre bombe sue e una di Rigaudeau fanno saltare il suo castello di carte (12-4), e quando il coach pensa di riassestarsi uomo contro uomo, Gino è ancor più vorace. I suoi 15 punti nei primi 7´ scavano già il fossato: 20-7, quando Manu va a riposare, e non sarà un caso che lì la Fortitudo offra la sua unica fiammata, risalendo a -6 (16-22). Meneghin, che ce l´ha portata, la fa però risprofondare con due pallacce regalate: 28-18 al primo pit-stop, una sola squadra in campo e Boniciolli ha già roteato i suoi come muletas nell´arena. Il toro di fronte, però, incorna di tutto, sete e stracci.
E´ ancora niente quel che s´è visto, perché nel secondo quarto la Kinder diventa ancor più micidiale. Stringe le viti in difesa, rubando di tutto all´Aquila, corre in contropiede, tira, segna. Non più Ginobili: Jaric più Abbio, adesso. E di là? Tragici. Meneghin fa il terzo fallo, poco prima di Griffith (e in entrambi i casi ci guadagna Messina), la Skipper segna 3 punti in 7´, finendo doppiata da una Virtus che stampa un 56-28 di metà, che è drammatico per la squadra in blù, mentre esprime la geometrica potenza dei bianchi, che segnano 14 punti ogni 5´ (vedi sotto), impeccabili e implacabili. La Kinder tira col 70%, la Skipper col 32%, ruba 13 palloni, acchiappa 19 rimbalzi a 13, serve 6 assist contro 1.
La ripresa inizia pure peggio per l´Aquila. Meneghin va al quinto fallo dopo 1´17´´, la scivolata fino al -38 è rovinosa e c´è solo da chiedersi quando si fermerà. L´ultimo quarto medica qualche ferita, ma si capisce che si aspetta solo la fine.
walter Fuochi
KINDER-SKIPPER 94-63
Kinder: Jaric 29, Rigaudeau 9, Ginobili 17, Frosini 4, Griffith, Bonora, Abbio 11, Smodis 13, Andersen 11, Brkic.
Skipper: Goldwire 17, Meneghin 9, Milic 5, Fucka 11, Savic 10, Galanda 8, Pilutti, Marcelic 3, Mancinelli. N.e. Sorrentino.
Arbitri: Lamonica e Mattioli.
Note: liberi: V 18/30 (60%), F 15/22 (68%). Da due: V 23/37 (62%), F 15/30 (50%). Da tre: V 10/23 (43%), F 6/28 (21%). Rimbalzi: V 41, F 30. Recuperi: V 26, F 20. Perse: V 18, F 24. Assist: V 11, F 1. Valutazione: V 116, F 45.
Parziali: 5´ 14-6, 10´ 28-18, 15´ 42-21, 20´ 56-28, 25´ 65-33, 30´ 82-47, 35´ 84-54, 40´ 94-63. Massimo vantaggio Virtus: +38 (82-44) al 29´. Massimo vantaggio Fortitudo: +1 (1-0) al 1´.
La Virtus, invece, ha ripulito la tavola senza ritegno, con una voracità spaventosa. Ha abbattuto subito le fragili barriere nemiche, ha retto ai minimi conati di rientro della Skipper, l´ha perfino graziata, frenando nell´ultimo quarto (12-16, l´unico perso). Il ritorno al palasport di Messina, e quello di Madrigali sono stati, alla fine, sommersi dal tripudio per il risultato. Non c´erano più contrade, nella città virtussina. Solo vincitori, tutti. Contro vinti. Gli altri. Tutti.
La premiata ditta Ginobili & Jaric che tante volte, lo scorso anno, simboleggiò l´energia fresca e pulita della banda del Grande Slam è tornata a produrre fatturati immensi. Ginobili ha aperto la strada: 15 punti nel primo quarto, di impetuosa, stordente bellezza. A staffetta, Jaric ne ha infilati 13 nel secondo, guidando la gang a un +28 già esaustivo. I numeri sono enormi. Eppure, credeteci, non dicono tutto. Intorno a quei due, la Kinder ha saldato il resto, a partire da una difesa fantastica. La Skipper era già vuota e poco convinta di suo: trovando del duro, s´è adeguata. Capiteranno circostanze migliori.
Pronti via. Sentendosi fragile, Boniciolli si mette a zona: lo fanno molti, l´ha fatto spesso Messina, nei suoi derby più poveri e più bagnati di lacrime, secondo iconografia nemica. Boniciolli non l´indovina perché non capita spesso di trovarsi di fronte un Ginobili assatanato. Tre bombe sue e una di Rigaudeau fanno saltare il suo castello di carte (12-4), e quando il coach pensa di riassestarsi uomo contro uomo, Gino è ancor più vorace. I suoi 15 punti nei primi 7´ scavano già il fossato: 20-7, quando Manu va a riposare, e non sarà un caso che lì la Fortitudo offra la sua unica fiammata, risalendo a -6 (16-22). Meneghin, che ce l´ha portata, la fa però risprofondare con due pallacce regalate: 28-18 al primo pit-stop, una sola squadra in campo e Boniciolli ha già roteato i suoi come muletas nell´arena. Il toro di fronte, però, incorna di tutto, sete e stracci.
E´ ancora niente quel che s´è visto, perché nel secondo quarto la Kinder diventa ancor più micidiale. Stringe le viti in difesa, rubando di tutto all´Aquila, corre in contropiede, tira, segna. Non più Ginobili: Jaric più Abbio, adesso. E di là? Tragici. Meneghin fa il terzo fallo, poco prima di Griffith (e in entrambi i casi ci guadagna Messina), la Skipper segna 3 punti in 7´, finendo doppiata da una Virtus che stampa un 56-28 di metà, che è drammatico per la squadra in blù, mentre esprime la geometrica potenza dei bianchi, che segnano 14 punti ogni 5´ (vedi sotto), impeccabili e implacabili. La Kinder tira col 70%, la Skipper col 32%, ruba 13 palloni, acchiappa 19 rimbalzi a 13, serve 6 assist contro 1.
La ripresa inizia pure peggio per l´Aquila. Meneghin va al quinto fallo dopo 1´17´´, la scivolata fino al -38 è rovinosa e c´è solo da chiedersi quando si fermerà. L´ultimo quarto medica qualche ferita, ma si capisce che si aspetta solo la fine.
walter Fuochi
KINDER-SKIPPER 94-63
Kinder: Jaric 29, Rigaudeau 9, Ginobili 17, Frosini 4, Griffith, Bonora, Abbio 11, Smodis 13, Andersen 11, Brkic.
Skipper: Goldwire 17, Meneghin 9, Milic 5, Fucka 11, Savic 10, Galanda 8, Pilutti, Marcelic 3, Mancinelli. N.e. Sorrentino.
Arbitri: Lamonica e Mattioli.
Note: liberi: V 18/30 (60%), F 15/22 (68%). Da due: V 23/37 (62%), F 15/30 (50%). Da tre: V 10/23 (43%), F 6/28 (21%). Rimbalzi: V 41, F 30. Recuperi: V 26, F 20. Perse: V 18, F 24. Assist: V 11, F 1. Valutazione: V 116, F 45.
Parziali: 5´ 14-6, 10´ 28-18, 15´ 42-21, 20´ 56-28, 25´ 65-33, 30´ 82-47, 35´ 84-54, 40´ 94-63. Massimo vantaggio Virtus: +38 (82-44) al 29´. Massimo vantaggio Fortitudo: +1 (1-0) al 1´.
Fonte: La Repubblica