PESARO - Nel valzer delle panchine di cui si sentono le prime battute e che si annuncia vorticoso, Pillastrini, almeno per ora, resta a sedere. Il cavaliere può infatti contare sull’impegno all’amore eterno (o quasi, si tratta infatti di un’altra stagione di contratto) della sua dama Scavolini.
Ma in un giro di ballo in cui tante dame dalla dote interessantissima si preparano a dare il benservito a tanti ottimi partiti, non è affatto escluso che Pillastrini trovi qualcun’altra che lo inviti o che la Scavolini cerchi un altro cavaliere. Se, infatti, non ci sono ceretzze sul futuro del binomio che sembrava incorruttibile tra Virtus e Messina anche altri sodalizi potrebbero finire per spezzarsi. Tanto più che Ettore ha diverse pretendenti, non più il Barcellona che in un vorticoso foxtrot si è liberata di Aito alla soglia del 17’ anno di convivenza accasandosi con Pesic, ma Roma che sembra aver ormai compromesso il rapporto con Caja, e Treviso. D’Antoni infatti potrebbe lasciare il Veneto e tentare la carta Nba in quel di Phoenix.
Sembra difficile che con Caja si riesca a ricucire il doloroso strappo di due anni fa, ma i segni di stima tra il sergente di ferro e la famiglia Scavolini sono ricomparsi come per miracolo e non è da escludere un clamoroso ritorno di fiamma. Anche perchè i bene informati raccontano che Pillastrini non se ne stia con le mani in mano in attesa della ripresa delle danze e abbia allacciato i contatti con Reggio Emilia che ha chiuso con Marcelletti, “reo" di aver visto sfumare per il secondo anno consecutivo la promozione all’ultima partita, casalinga, della finale.
Marcelletti fa quindi parte della schiera di allenatori che si trovano in questo momento a “ballare da soli", schiera dal quale è però uscito Bucchi (sul quale anche la Scavolini aveva fatto un pensierino) dopo la quasi inaspettata promozione con Napoli proprio contro i reggiani.
Crespi, reduce da una stagione negativa, ma anche sfortunata, al Caja San Fernando di Siviglia, si è promesso alla “sua" Milano. Ma sotto il Duomo i tempi sono cupi e Tacchini ha dato un utlimatum al 20 giugno: «O c’è un compratore o la società chiude», tanto che Crespi resta ancora uno dei nomi accreditati alla successione di Pillastrini. Tra i papabili ci sarebbe anche Tanjevic (che piace anche a Roma), anche se la dote necessaria sembra andare aldilà delle possibilità economiche interne al ridimensionamento annunciato da Scavolini.
Diverso il discorso per Lino Lardo, il coach infatti gode di simpatie in via Paterni ma ha un altro anno di contratto (rinnovato proprio il 14 marzo alla vigilia della gara con la Scavolini) con Verona dove è riuscito a fare le nozze con i fichi secchi, anzi a volte anche senza quelli. Ma Verona ha guai societari inernarrabili e non ha neanche chiesto l’iscrizione al campionato, facile, quindi, che Lardo si liberi da ogni impegno.
Il Wroklawek ha invece bloccato un nome che a Pesaro eccita parecchie fantasie, quello di Petrovic, ma anche in questo caso la pista è stata tutt’altro che abbandonata.
Ma in un giro di ballo in cui tante dame dalla dote interessantissima si preparano a dare il benservito a tanti ottimi partiti, non è affatto escluso che Pillastrini trovi qualcun’altra che lo inviti o che la Scavolini cerchi un altro cavaliere. Se, infatti, non ci sono ceretzze sul futuro del binomio che sembrava incorruttibile tra Virtus e Messina anche altri sodalizi potrebbero finire per spezzarsi. Tanto più che Ettore ha diverse pretendenti, non più il Barcellona che in un vorticoso foxtrot si è liberata di Aito alla soglia del 17’ anno di convivenza accasandosi con Pesic, ma Roma che sembra aver ormai compromesso il rapporto con Caja, e Treviso. D’Antoni infatti potrebbe lasciare il Veneto e tentare la carta Nba in quel di Phoenix.
Sembra difficile che con Caja si riesca a ricucire il doloroso strappo di due anni fa, ma i segni di stima tra il sergente di ferro e la famiglia Scavolini sono ricomparsi come per miracolo e non è da escludere un clamoroso ritorno di fiamma. Anche perchè i bene informati raccontano che Pillastrini non se ne stia con le mani in mano in attesa della ripresa delle danze e abbia allacciato i contatti con Reggio Emilia che ha chiuso con Marcelletti, “reo" di aver visto sfumare per il secondo anno consecutivo la promozione all’ultima partita, casalinga, della finale.
Marcelletti fa quindi parte della schiera di allenatori che si trovano in questo momento a “ballare da soli", schiera dal quale è però uscito Bucchi (sul quale anche la Scavolini aveva fatto un pensierino) dopo la quasi inaspettata promozione con Napoli proprio contro i reggiani.
Crespi, reduce da una stagione negativa, ma anche sfortunata, al Caja San Fernando di Siviglia, si è promesso alla “sua" Milano. Ma sotto il Duomo i tempi sono cupi e Tacchini ha dato un utlimatum al 20 giugno: «O c’è un compratore o la società chiude», tanto che Crespi resta ancora uno dei nomi accreditati alla successione di Pillastrini. Tra i papabili ci sarebbe anche Tanjevic (che piace anche a Roma), anche se la dote necessaria sembra andare aldilà delle possibilità economiche interne al ridimensionamento annunciato da Scavolini.
Diverso il discorso per Lino Lardo, il coach infatti gode di simpatie in via Paterni ma ha un altro anno di contratto (rinnovato proprio il 14 marzo alla vigilia della gara con la Scavolini) con Verona dove è riuscito a fare le nozze con i fichi secchi, anzi a volte anche senza quelli. Ma Verona ha guai societari inernarrabili e non ha neanche chiesto l’iscrizione al campionato, facile, quindi, che Lardo si liberi da ogni impegno.
Il Wroklawek ha invece bloccato un nome che a Pesaro eccita parecchie fantasie, quello di Petrovic, ma anche in questo caso la pista è stata tutt’altro che abbandonata.