Trenta serie di play-off a 3 su 5, da quando in Italia si gioca a questo gioco, si sono trovate sul 2-0. E trenta volte è finita che chi guidava 2-0 ha vinto la serie. Sei volte, in 17 anni, questo è capitato in finale: e cinque su sei è piovuto, inesorabile, il 3-0. Una sola il 3-1: cambia la forma, non la sostanza.
Dovrà succedere, prima o poi, che il tabù venga sfatato: è il destino di tutti i record. Che possa succedere stavolta, tra una ù1Benetton che sprizza salute e una Skipper che ha più orgoglio che energie, è la convinzione di Matteo Boniciolli, avvinghiato al suo sogno di ragazzo di vincere uno scudetto, ed anche al ricordo di quando, l´anno passato con Udine, impattò con la Scavolini da 0-2 a 2-2. Poi però passò Pesaro, vincendo la quinta. Pure la Snai s´è allineata all´umore diffuso con una quota quasi offensiva: il tricolore trevigiano è dato a 1,03, quello bolognese a 6. Non ci sono invece quote sulla permanenza di Boniciolli sulla panchina dell´Aquila: sarebbero, all´oggi, piuttosto basse.
Ieri il coach ha dato riposo (sacrosanto, inutile scrostarsi le ferite), s´è preso qualche ora d´aria coi suoi bambini e oggi tornerà in palestra per convincere la truppa che, in fondo, quel che serve è un colpo al PalaVerde. Le vittorie in casa bisogna darsele per postulato. Sabato, in particolare, ci vorrà una partita di battaglia, tanto per far capire alla Benetton che la serie è molto compromessa, ma non finita. Sono le giornate in cui pure il pubblico dell´Aquila s´iscrive con voluttà. Spalle al muro, specialità della casa. Più di così non si potrebbe.
Quando quest´anno si torna da Treviso, càpita spesso di pensare di avere sfiorato il bersaglio. Serba molti rimpianti la Fortitudo e li focalizza in quell´avvio di terzo quarto, quando Treviso fa tacere i fucili, segna solo 3 punti in 5´ e lascia la partita senza scorta. Ma la Effe ne cava, nello stesso segmento, solo 8 punti e un vantaggio di tre (54-51, gol di Galanda). Pareggia Nicola, sorpassa Bulleri (non per caso, i due migliori), la festa è finita. O, almeno, l´occasione perduta. E allora, la lezione è che contro la Benetton libera e bella di questa stagione non si hanno di solito molto più di cinque minuti per disporre e abusare dei suoi digiuni.
Era capitato anche alla Kinder, in Gara 3 lassù, curiosamente nello stesso pezzo di strada: rientro dal thè, +8 Treviso e quasi 5´ senza segnare. La Virtus l´accostò fino a –3, cannoneggiando a sua volta poco e male: 5 punti in 5´, così non si rimonta. Perché, passata la sete, quelli di Treviso poi si rimettono a giocare. Allora, contro la Kinder. E stavolta, contro la Skipper: 6 bombe su 8 nei secondi 20´, e 30 punti negli ultimi 10´. Tutti a casa.
Poi, quelli vestiti di verde hanno di bello che giocano in nove (la Skipper in sette, più tracce di Pilutti), che chi sale dalla panca ha spesso una buona idea, che in molti quintetti il pericolo viene da cinque bocche da fuoco e infine che la coscienza di essere i migliori fa ormai canestro più delle braccia e delle gambe. Viceversa, dall´altra parte, troppe cose non si sono ancora sistemate, e l´eclissi di Fucka, giunto a fine stagione piuttosto prosciugato, inquieta anche in vista di quel che verrà. L´altra sera a Treviso sarebbe bastato non un Gregor da Oscar, ma la sua ventesima prestazione stagionale, per mettere in discussione la partita.
Invece, sull´ultimo vantaggio di Kovacic (29´, 60-59), sull´ultimo contatto di Basile (36´, 73-77), Fucka continuava a vedersi poco o pochissimo, denunciando pure delicati equilibri nervosi. Ci riproverà sabato, e dovrebbe potercela fare anche Goldwire, la cui caviglia girata è già in miglioramento. E anche a Savic, infine, benchè zavorrato da una condizione fisica malcerta, che poi il dinamismo della Benetton sottolinea con straziante evidenza, Boniciolli chiederà una mano. Non resta molto cui aggrapparsi, ma qualcosa resta.
Walter Fuochi
Dovrà succedere, prima o poi, che il tabù venga sfatato: è il destino di tutti i record. Che possa succedere stavolta, tra una ù1Benetton che sprizza salute e una Skipper che ha più orgoglio che energie, è la convinzione di Matteo Boniciolli, avvinghiato al suo sogno di ragazzo di vincere uno scudetto, ed anche al ricordo di quando, l´anno passato con Udine, impattò con la Scavolini da 0-2 a 2-2. Poi però passò Pesaro, vincendo la quinta. Pure la Snai s´è allineata all´umore diffuso con una quota quasi offensiva: il tricolore trevigiano è dato a 1,03, quello bolognese a 6. Non ci sono invece quote sulla permanenza di Boniciolli sulla panchina dell´Aquila: sarebbero, all´oggi, piuttosto basse.
Ieri il coach ha dato riposo (sacrosanto, inutile scrostarsi le ferite), s´è preso qualche ora d´aria coi suoi bambini e oggi tornerà in palestra per convincere la truppa che, in fondo, quel che serve è un colpo al PalaVerde. Le vittorie in casa bisogna darsele per postulato. Sabato, in particolare, ci vorrà una partita di battaglia, tanto per far capire alla Benetton che la serie è molto compromessa, ma non finita. Sono le giornate in cui pure il pubblico dell´Aquila s´iscrive con voluttà. Spalle al muro, specialità della casa. Più di così non si potrebbe.
Quando quest´anno si torna da Treviso, càpita spesso di pensare di avere sfiorato il bersaglio. Serba molti rimpianti la Fortitudo e li focalizza in quell´avvio di terzo quarto, quando Treviso fa tacere i fucili, segna solo 3 punti in 5´ e lascia la partita senza scorta. Ma la Effe ne cava, nello stesso segmento, solo 8 punti e un vantaggio di tre (54-51, gol di Galanda). Pareggia Nicola, sorpassa Bulleri (non per caso, i due migliori), la festa è finita. O, almeno, l´occasione perduta. E allora, la lezione è che contro la Benetton libera e bella di questa stagione non si hanno di solito molto più di cinque minuti per disporre e abusare dei suoi digiuni.
Era capitato anche alla Kinder, in Gara 3 lassù, curiosamente nello stesso pezzo di strada: rientro dal thè, +8 Treviso e quasi 5´ senza segnare. La Virtus l´accostò fino a –3, cannoneggiando a sua volta poco e male: 5 punti in 5´, così non si rimonta. Perché, passata la sete, quelli di Treviso poi si rimettono a giocare. Allora, contro la Kinder. E stavolta, contro la Skipper: 6 bombe su 8 nei secondi 20´, e 30 punti negli ultimi 10´. Tutti a casa.
Poi, quelli vestiti di verde hanno di bello che giocano in nove (la Skipper in sette, più tracce di Pilutti), che chi sale dalla panca ha spesso una buona idea, che in molti quintetti il pericolo viene da cinque bocche da fuoco e infine che la coscienza di essere i migliori fa ormai canestro più delle braccia e delle gambe. Viceversa, dall´altra parte, troppe cose non si sono ancora sistemate, e l´eclissi di Fucka, giunto a fine stagione piuttosto prosciugato, inquieta anche in vista di quel che verrà. L´altra sera a Treviso sarebbe bastato non un Gregor da Oscar, ma la sua ventesima prestazione stagionale, per mettere in discussione la partita.
Invece, sull´ultimo vantaggio di Kovacic (29´, 60-59), sull´ultimo contatto di Basile (36´, 73-77), Fucka continuava a vedersi poco o pochissimo, denunciando pure delicati equilibri nervosi. Ci riproverà sabato, e dovrebbe potercela fare anche Goldwire, la cui caviglia girata è già in miglioramento. E anche a Savic, infine, benchè zavorrato da una condizione fisica malcerta, che poi il dinamismo della Benetton sottolinea con straziante evidenza, Boniciolli chiederà una mano. Non resta molto cui aggrapparsi, ma qualcosa resta.
Walter Fuochi
Fonte: La Repubblica