PESARO — E' il primo torneo da vivere con la maglia azzurra della prima squadra. Le nazionali giovanili sono una cosa, quella dei «grandi» è un'altra e crediamo che oggi Matteo Malaventura si sentirà fiero sbarcando all'aeroporto di Atene dove il 14 comincia il torneo dell'Acropolis.
«Sono molto felice di essere insieme a questo gruppo, avevo già partecipato al raduno di Varese ma senza disputare partite, solo un paio di giorni di allenamenti. Adesso invece giocherò contro Grecia, Croazia e Lituania, avversari di alto livello. Io sono l'ultimo arrivato, spero di fare qualcosa di buono».
Pesarese, anche se sulla carta d'identità c'è scritto che è nato a Fano, Malaventura ha 24 anni ed è reduce da due anni di prestito a Biella, con la quale ha vissuto prima un'esaltante promozione in A1 e poi una bella stagione, sfiorando i playoff, che per una matricola non è affatto male. E adesso?
«E adesso torno alla Scavolini per fine prestito e il mio destino è tutto da decidere — racconta —. Ho ancora due anni di contratto con la Vuelle, sento tutti questi discorsi sui giovani e un po' ci spero, devo dire la verità. Mi farebbe piacere giocare per la squadra della mia città, ma stavolta non accetterei di fare numero in panchina».
Era già capitato di finire in prima squadra, nel 96/97, ma quella volta era decisamente troppo presto per Matteo: a soli 17 anni Zorzi fu costretto a buttarlo dentro per i tanti infortuni dei titolari e forse un po' lo bruciò. Adesso il ragazzo è maturato, prima di tutto atleticamente e poi nella testa: «Bè sì, a Biella ho vissuto esperienze importanti, so stare meglio in campo, ho giocato 16' di media…».
Basterebbero per restare alla Scavolini?
«Ma certo, non chiedo mica di essere titolare. E poi non è una questione di minutaggio, ma di sentirsi parte attiva in una squadra».
Molti a Pesaro dicono che potrebbe prendere il posto che era di Zanelli, un po' play e un po' guardia alle spalle dei titolari.
«Se lo dite voi…».
Ne parla mai con Pecile, della Scavolini?
«Mi sembra naturale. Più che altro passiamo molto tempo insieme, giochiamo alla Play Station ma è imbattibile, vince sempre lui».
Lo sa che per la panchina della Scavolini era stato fatto anche il nome di Crespi, suo coach a Biella due anni fa?
«Sì, ho sentito. Uno che coi giovani ci sa fare, mi sono trovato molto bene con lui.Crespi è un allenatore che esprime tanta energia, a qualcuno sembrerà fin troppo agitato ma posso dirvi che è veramente un tecnico bravo e preparato. Come Pilla, d'altronde…».
Meglio essere diplomatici in questi casi.
Elisabetta Ferri
«Sono molto felice di essere insieme a questo gruppo, avevo già partecipato al raduno di Varese ma senza disputare partite, solo un paio di giorni di allenamenti. Adesso invece giocherò contro Grecia, Croazia e Lituania, avversari di alto livello. Io sono l'ultimo arrivato, spero di fare qualcosa di buono».
Pesarese, anche se sulla carta d'identità c'è scritto che è nato a Fano, Malaventura ha 24 anni ed è reduce da due anni di prestito a Biella, con la quale ha vissuto prima un'esaltante promozione in A1 e poi una bella stagione, sfiorando i playoff, che per una matricola non è affatto male. E adesso?
«E adesso torno alla Scavolini per fine prestito e il mio destino è tutto da decidere — racconta —. Ho ancora due anni di contratto con la Vuelle, sento tutti questi discorsi sui giovani e un po' ci spero, devo dire la verità. Mi farebbe piacere giocare per la squadra della mia città, ma stavolta non accetterei di fare numero in panchina».
Era già capitato di finire in prima squadra, nel 96/97, ma quella volta era decisamente troppo presto per Matteo: a soli 17 anni Zorzi fu costretto a buttarlo dentro per i tanti infortuni dei titolari e forse un po' lo bruciò. Adesso il ragazzo è maturato, prima di tutto atleticamente e poi nella testa: «Bè sì, a Biella ho vissuto esperienze importanti, so stare meglio in campo, ho giocato 16' di media…».
Basterebbero per restare alla Scavolini?
«Ma certo, non chiedo mica di essere titolare. E poi non è una questione di minutaggio, ma di sentirsi parte attiva in una squadra».
Molti a Pesaro dicono che potrebbe prendere il posto che era di Zanelli, un po' play e un po' guardia alle spalle dei titolari.
«Se lo dite voi…».
Ne parla mai con Pecile, della Scavolini?
«Mi sembra naturale. Più che altro passiamo molto tempo insieme, giochiamo alla Play Station ma è imbattibile, vince sempre lui».
Lo sa che per la panchina della Scavolini era stato fatto anche il nome di Crespi, suo coach a Biella due anni fa?
«Sì, ho sentito. Uno che coi giovani ci sa fare, mi sono trovato molto bene con lui.Crespi è un allenatore che esprime tanta energia, a qualcuno sembrerà fin troppo agitato ma posso dirvi che è veramente un tecnico bravo e preparato. Come Pilla, d'altronde…».
Meglio essere diplomatici in questi casi.
Elisabetta Ferri
Fonte: Il Resto del Carlino