Adecco: Portaluppi, Turner 22, Michelori 2, Bullock 21, Mordente, Rancik 6, Rusconi ne, Horton 5, Shaw 14, Sankes.
Oregon: Hoover, Hines 12, Mc Cullough 18, Lindeman 9, Gay, A.Riva 6, Thornton 14, Ansaloni ne, Stonerook 18, P.Riva ne.
Arbitri: Facchini e Begnis. Note - Tiri liberi: Adecco 19/29, Oregon 14/14. Usciti per cinque falli: 39' Hines. Tiri da tre punti: Adecco 1/13, Oregon 5/17. Rimbalzi: Adecco 34, Oregon 36. Spettatori: 2.750 per un incasso di 23.138 euro.
MILANO - Battere l'Olimpia non è più un'impresa. Farlo in un derby in cui si è partiti da favoriti e si è rispettato pienamente il pronostico non fa quasi notizia. Nella sua tranquillità e linearità, la vittoria dell'Oregon nel derby con l'Adecco è la diretta conseguenza di una serie infinita di motivi. Spiegazioni che affondano le radici nella sapiente preparazione estiva della squadra, nella gestione di un gruppo eterogeneo magistralmente eseguita dallo staff tecnico e della dirigenza brianzola, dalla serenità che la consapevolezza di saper giocare a basket porta in dote tutte le volte che si scende sul parquet.
Questa è oggi Cantù, tutto il contrario di quello che è stata ed è l'Olimpia. Solo i tafferugli iniziali fra le due tifoserie, resi possibili anche dalla mancanza di un adeguato numero di agenti di polizia, hanno provato a guastare la felice trasferta dei brianzoli. Sedate le risse si è giocato a basket, e qui i ragazzi di Sacripanti hanno dimostrato di saperci proprio fare.
Coach Faina lamentava le assenze di Rimac e di Rusconi, in panchina ma non disponibile. Cantù ha giocato tanti palloni sul dentro e fuori, coinvolgendo Lindeman in attacco e sfruttando la velocità e le doti atletiche delle sue ali. Hines, Thornton e il solito Stonerook (per lui 6/6 da due) sono stati quasi immarcabili. Bullock e compagni ci hanno messo impegno, sudore e grinta. Inutilmente. Con un pessimo 1/13 nel tiro da tre, battere questa Oregon sulla velocità è proprio impossibile. Cantù ha condotto dall'inizio quando, complice il solito avvio in catalessi dell'Adecco, si è ritrovata avanti 2-12. Il solo Turner ha saputo reagire trascinando in partita anche il resto dei milanesi a cominiciare da Bullock, decisivo nel secondo quarto per tenere a vista la Oregon.
Il primo pareggio (33-33) di Milano con canestro di Turner, poi replicato dal 40 pari a pochi secondi dalla sirena, sono state le uniche illusioni in casa Adecco. I canestri di Mc Cullough, Stonerook e Lindemann e le molte palle perse hanno segnato nel terzo quarto la resa dei padroni di casa. Nell'ultima frazione una Oregon narcisista ha sprecato molto in attacco aiutando a non affievolire la speranza di Milano, spenta poi dagli errori dalla lunetta di Shaw e Bullock e da un magistrale uno contro uno spalle a canestro di Mc Cullough contro Bullock. Alla fine i cori: "Vinceremo il tricolore" e "Serie B" partiti dal settore canturino sono la peggior condanna per l'Olimpia. Ma la realtà è proprio questa.
Maurizio Trezzi
Oregon: Hoover, Hines 12, Mc Cullough 18, Lindeman 9, Gay, A.Riva 6, Thornton 14, Ansaloni ne, Stonerook 18, P.Riva ne.
Arbitri: Facchini e Begnis. Note - Tiri liberi: Adecco 19/29, Oregon 14/14. Usciti per cinque falli: 39' Hines. Tiri da tre punti: Adecco 1/13, Oregon 5/17. Rimbalzi: Adecco 34, Oregon 36. Spettatori: 2.750 per un incasso di 23.138 euro.
MILANO - Battere l'Olimpia non è più un'impresa. Farlo in un derby in cui si è partiti da favoriti e si è rispettato pienamente il pronostico non fa quasi notizia. Nella sua tranquillità e linearità, la vittoria dell'Oregon nel derby con l'Adecco è la diretta conseguenza di una serie infinita di motivi. Spiegazioni che affondano le radici nella sapiente preparazione estiva della squadra, nella gestione di un gruppo eterogeneo magistralmente eseguita dallo staff tecnico e della dirigenza brianzola, dalla serenità che la consapevolezza di saper giocare a basket porta in dote tutte le volte che si scende sul parquet.
Questa è oggi Cantù, tutto il contrario di quello che è stata ed è l'Olimpia. Solo i tafferugli iniziali fra le due tifoserie, resi possibili anche dalla mancanza di un adeguato numero di agenti di polizia, hanno provato a guastare la felice trasferta dei brianzoli. Sedate le risse si è giocato a basket, e qui i ragazzi di Sacripanti hanno dimostrato di saperci proprio fare.
Coach Faina lamentava le assenze di Rimac e di Rusconi, in panchina ma non disponibile. Cantù ha giocato tanti palloni sul dentro e fuori, coinvolgendo Lindeman in attacco e sfruttando la velocità e le doti atletiche delle sue ali. Hines, Thornton e il solito Stonerook (per lui 6/6 da due) sono stati quasi immarcabili. Bullock e compagni ci hanno messo impegno, sudore e grinta. Inutilmente. Con un pessimo 1/13 nel tiro da tre, battere questa Oregon sulla velocità è proprio impossibile. Cantù ha condotto dall'inizio quando, complice il solito avvio in catalessi dell'Adecco, si è ritrovata avanti 2-12. Il solo Turner ha saputo reagire trascinando in partita anche il resto dei milanesi a cominiciare da Bullock, decisivo nel secondo quarto per tenere a vista la Oregon.
Il primo pareggio (33-33) di Milano con canestro di Turner, poi replicato dal 40 pari a pochi secondi dalla sirena, sono state le uniche illusioni in casa Adecco. I canestri di Mc Cullough, Stonerook e Lindemann e le molte palle perse hanno segnato nel terzo quarto la resa dei padroni di casa. Nell'ultima frazione una Oregon narcisista ha sprecato molto in attacco aiutando a non affievolire la speranza di Milano, spenta poi dagli errori dalla lunetta di Shaw e Bullock e da un magistrale uno contro uno spalle a canestro di Mc Cullough contro Bullock. Alla fine i cori: "Vinceremo il tricolore" e "Serie B" partiti dal settore canturino sono la peggior condanna per l'Olimpia. Ma la realtà è proprio questa.
Maurizio Trezzi