Che Gregor Fucka sia al di sotto del suo rendimento è un dato di fatto. Non si nasconde il giocatore, non si è nascosto Basile, che ha definito la serie «molto dura per lui, anche perché Treviso sta facendo un ottimo lavoro raddoppiandolo sempre». Che il clima sia elettrico in casa Skipper non è affatto un mistero, e resta da decifrare se la cosa è positiva o meno, ovvero se la Fortitudo, che ha le spalle al muro, sarà in grado di trasformare la tensione in rabbia sul campo, non in quella cosa che paralizza le gambe e la mente. La Skipper ci crede, deve crederci e ci prova, partendo proprio dal suo airone, anche se la tensione, al PalaDozza ieri, si tagliava con il coltello. Non parla Marko Milic, non parla Gregor Fucka, che si limita a dire che «in una finale non ci si può attaccare a scuse, non puoi permetterti di sentirti svuotato e scarico di energie», su cui incombe il solito tormentone estivo delle offerte NBA (Indiana e Toronto soprattutto, Gregor ha sempre la finestra per uscire), non parla nemmeno Zoran Savic, tirato e scontento. Parla invece Matteo Boniciolli, che si carica la squadra in spalla come sempre ha fatto quest’anno, che cerca di spiegare cosa non va nella testa e nelle gambe dell’airone: «Conosco Gregor da 15 anni e passa e nessuno meglio di me può comprendere la sofferenza che sta provando in questa situazione difficile per lui e per la squadra – spiega il coach della Skipper -. Nessuno di noi, e questo voglio sottolinearlo, si sogna di criticarlo, verso di lui nutriamo solo stima e riconoscenza per tutto quello che ha fatto in questa stagione: se siamo arrivati fino alla finale scudetto gran parte della strada che abbiamo percorso lo dobbiamo sensibilmente a lui. Non mi pare frustrato, ma è normale che non sia soddisfatto per l’andamento della serie e per il suo contributo che peraltro in troppi, a mio avviso, hanno enfatizzato in negativo. Quella di sabato sarà la sessantanovesima partita ufficiale della nostra stagione e se andiamo a guardare Fucka è di gran lunga il giocatore più presente e col maggiore minutaggio di tutta la serie A. È un campione, e da grande campione qual è non vuole nascondersi dietro l’alibi della stanchezza per giustificare le ultime non brillanti partite che ha giocato. Lui presume di essere immune da qualunque vizio, compreso lo stress, credendo di potere ricaricare le proprie batterie di continuo. Ma anche Gregor è umano, non è un superuomo». Crisi ci pare una parola forte, certo è che Fucka è apparso fuori partita, nelle prime due gare, soprattutto sul piano mentale, come testimoniano i due falli, il quarto ed il quinto, frutto, in gara due, di pura frustrazione: «Ha sbagliato garauno come tutta la Fortitudo – continua Boniciolli – ma a Treviso, al di là del contributo offensivo, in termini di punti, inferiore al suo standard abituale che nel nostro sistema è un fattore non trascurabile, la sua partita non mi è affatto dispiaciuta. Ha creato situazioni pericolose, ha aperto spazi a vantaggio degli esterni con scarichi che qualcuno dei piccoli magari non ha poi sfruttato al meglio. Il suo lavoro per attirarsi i raddoppi ha consentito agli esterni di offrire una buona prova offensiva, non solo al tiro, ma soprattutto in uno contro uno. Abbiamo segnato 85 punti in trasferta, vuol dire che l’attacco con Gregor ha funzionato. Semmai mi aspetto da lui un passo avanti in difesa. Ho fiducia che torni a giocare da Fucka già in gara-3, anzi ne sono più che sicuro».
Daniele Baiesi
Daniele Baiesi