FABRIANO – «Sono qui, come tutti, ad attendere di conoscere le intenzioni della società con la quale sono legato da un contratto fino al 30 giugno. Certo che ho sentito le 'voci' in merito a una mia possibile nomina di capo allenatore, ma per il momento non c'è nulla di concreto».
Luca Ciaboco è una persona riservata. Talmente riservata che quasi lo hanno «disturbato» le indiscrezioni sull'eventuale promozione a coach del nuovo Fabriano basket al posto di Maurizio Lasi con cui ha collaborato negli ultimi due anni ricchi di soddisfazioni.
«Giusto aspettare». A tutto pensa fuorchè ad autocandidarsi il giovane Luca, nell'ambiente profondamente stimato e rispettato non solo per le doti tecniche, ma anche per quel garbo e quella discrezione che difficilmente ritrovi nei tecnici emergenti. «Per il momento non ci sono novità», continua Ciaboco sulla stessa linea dell'«abbottonamento». «Ne so quanto voi — sottolinea — visto che leggendo dai giornali, la società ha dichiarato di volersi soffermare, almeno in questo periodo, soprattutto sulla stabilità finanziaria. Mi pare giusto e logico che la dirigenza prima si concentri sulle priorità assolute, ovvero quelle della predisposizione del budget, e poi passi al capitolo tecnico».
«Conta il progetto». Ciaboco in stand by, insomma, ma se davvero dopo il consiglio di amministrazione di domani sera qualcuno gli proponesse concretamente il ruolo di successore di Maurizio Lasi? Il 33enne Luca (che vanta tante esperienze come vice e responsabile dei settori giovanili, ma una sola partita da capo tecnico ai tempi di Jesi tra l'esonero di Andrea Zanchi e l'arrivo di Gebbia) si sentirebbe in grado di debuttare da head coach, con una panchina in massima serie? «E' chiaro che sono disponibile ad ascoltare qualsiasi tipo di idea da parte della dirigenza», sottolinea Ciaboco, tra l'altro nato e cresciuto come giocatore proprio nel vivaio locale. «Quanto all'essere pronto per un ruolo da primo allenatore, io… la vedo diversamente. Da quando sono in questo settore, ho sempre interpretato i miei compiti senza pensare di essere il primo, il secondo, il terzo tecnico o il coordinatore delle giovanili, ragionando piuttosto in termini di staff. Per come la vedo io — spiega il concetto Ciaboco — ciò che veramente conta è l'organizzazione del lavoro, come pure la fiducia dell'ambiente in cui opero. Ecco, sono fermamente convinto che i risultati arrivino sempre e solo quando l'equipe degli allenatori, ma anche quella medica e atletica operano in sinergia e sintonia, essendo cioè in grado di dividersi al meglio le specifiche responsabilità per poi farle confluire in un'opera collettiva. Per questo fare il vice — conclude Luca Ciaboco — oppure concentrarsi sul vivaio a volte è tanto importante quanto essere capo allenatore, a patto che ci si senta davvero coinvolti nel programma».
Alessandro Di Marco
Luca Ciaboco è una persona riservata. Talmente riservata che quasi lo hanno «disturbato» le indiscrezioni sull'eventuale promozione a coach del nuovo Fabriano basket al posto di Maurizio Lasi con cui ha collaborato negli ultimi due anni ricchi di soddisfazioni.
«Giusto aspettare». A tutto pensa fuorchè ad autocandidarsi il giovane Luca, nell'ambiente profondamente stimato e rispettato non solo per le doti tecniche, ma anche per quel garbo e quella discrezione che difficilmente ritrovi nei tecnici emergenti. «Per il momento non ci sono novità», continua Ciaboco sulla stessa linea dell'«abbottonamento». «Ne so quanto voi — sottolinea — visto che leggendo dai giornali, la società ha dichiarato di volersi soffermare, almeno in questo periodo, soprattutto sulla stabilità finanziaria. Mi pare giusto e logico che la dirigenza prima si concentri sulle priorità assolute, ovvero quelle della predisposizione del budget, e poi passi al capitolo tecnico».
«Conta il progetto». Ciaboco in stand by, insomma, ma se davvero dopo il consiglio di amministrazione di domani sera qualcuno gli proponesse concretamente il ruolo di successore di Maurizio Lasi? Il 33enne Luca (che vanta tante esperienze come vice e responsabile dei settori giovanili, ma una sola partita da capo tecnico ai tempi di Jesi tra l'esonero di Andrea Zanchi e l'arrivo di Gebbia) si sentirebbe in grado di debuttare da head coach, con una panchina in massima serie? «E' chiaro che sono disponibile ad ascoltare qualsiasi tipo di idea da parte della dirigenza», sottolinea Ciaboco, tra l'altro nato e cresciuto come giocatore proprio nel vivaio locale. «Quanto all'essere pronto per un ruolo da primo allenatore, io… la vedo diversamente. Da quando sono in questo settore, ho sempre interpretato i miei compiti senza pensare di essere il primo, il secondo, il terzo tecnico o il coordinatore delle giovanili, ragionando piuttosto in termini di staff. Per come la vedo io — spiega il concetto Ciaboco — ciò che veramente conta è l'organizzazione del lavoro, come pure la fiducia dell'ambiente in cui opero. Ecco, sono fermamente convinto che i risultati arrivino sempre e solo quando l'equipe degli allenatori, ma anche quella medica e atletica operano in sinergia e sintonia, essendo cioè in grado di dividersi al meglio le specifiche responsabilità per poi farle confluire in un'opera collettiva. Per questo fare il vice — conclude Luca Ciaboco — oppure concentrarsi sul vivaio a volte è tanto importante quanto essere capo allenatore, a patto che ci si senta davvero coinvolti nel programma».
Alessandro Di Marco
Fonte: Il Resto del Carlino