BOLOGNA – L’80º campionato italiano di basket si è chiuso con il terzo scudetto Benetton, dopo quelli 1992 e 1997, e con un indegno finale, scatenato dagli ultras della Skipper, fatto da invasione di campo, tentata aggressione agli arbitri e cariche della polizia nel palasport.
La gara non si è chiusa ed è stata omologata 20-0 a favore della Benetton; squalificato il campo della Skipper per tre turni, sanzione commutata in ammenda di 15.400 euro. A 1’02’’ dalla sirena, con Treviso avanti 81-89, 7 od 8 tifosi bolognesi sono entrati in campo e si sono avvicinati all’arbitro Cicoria, difeso da giocatori e tecnici.
Dalla curva della Fossa dei Leoni, intanto, sono scesi in campo altre decine di supporter biancoblù. L’allenatore della squadra di casa, Boniciolli, si è sgolato al microfono dello speaker per calmare gli animi: «Per favore, per favore!» ha gridato più volte.
La situazione, però, è diventata ingestibile, con decine di tifosi in campo, qualcuno minaccioso: gli arbitri - oltre a Cicoria, Facchini - e la Benetton hanno imboccato di corsa la scaletta dello spogliatoio sotto un fitto lancio di oggetti.
Poi c’è stato il tentativo di assalto degli ultras di Bologna al settore dei tifosi Benetton, protetti da polizia e carabinieri. I tifosi veneti hanno dovuto abbandonare in gran fretta la loro posizione e c’è stata qualche carica delle forze dell’ordine. Anche un tentativo di rompere i vetri dello spogliatoio Benetton.
La gara, che aveva già avuto un momento di tensione dopo 9 minuti per qualche fischiata che non era piaciuta al pubblico di casa, è stata dominata dalla Benetton. I trevigiani hanno chiuso la serie con un perentorio 3-0 e nell’ultima partita sono stati sempre avanti.
Duro il commento del vicepresidente della Fortitudo, Renato Palumbi: «Se abbiamo fallito sul piano della prevenzione, non lo faremo su quello della repressione, con tutti i mezzi che la legge ci permette, anche con l’ausilio di filmati, per tutelare la dignità della società». Palumbi non ha escluso che la Fortitudo possa agire per risarcimento danni contro quei tifosi che saranno identificati.
La gara non si è chiusa ed è stata omologata 20-0 a favore della Benetton; squalificato il campo della Skipper per tre turni, sanzione commutata in ammenda di 15.400 euro. A 1’02’’ dalla sirena, con Treviso avanti 81-89, 7 od 8 tifosi bolognesi sono entrati in campo e si sono avvicinati all’arbitro Cicoria, difeso da giocatori e tecnici.
Dalla curva della Fossa dei Leoni, intanto, sono scesi in campo altre decine di supporter biancoblù. L’allenatore della squadra di casa, Boniciolli, si è sgolato al microfono dello speaker per calmare gli animi: «Per favore, per favore!» ha gridato più volte.
La situazione, però, è diventata ingestibile, con decine di tifosi in campo, qualcuno minaccioso: gli arbitri - oltre a Cicoria, Facchini - e la Benetton hanno imboccato di corsa la scaletta dello spogliatoio sotto un fitto lancio di oggetti.
Poi c’è stato il tentativo di assalto degli ultras di Bologna al settore dei tifosi Benetton, protetti da polizia e carabinieri. I tifosi veneti hanno dovuto abbandonare in gran fretta la loro posizione e c’è stata qualche carica delle forze dell’ordine. Anche un tentativo di rompere i vetri dello spogliatoio Benetton.
La gara, che aveva già avuto un momento di tensione dopo 9 minuti per qualche fischiata che non era piaciuta al pubblico di casa, è stata dominata dalla Benetton. I trevigiani hanno chiuso la serie con un perentorio 3-0 e nell’ultima partita sono stati sempre avanti.
Duro il commento del vicepresidente della Fortitudo, Renato Palumbi: «Se abbiamo fallito sul piano della prevenzione, non lo faremo su quello della repressione, con tutti i mezzi che la legge ci permette, anche con l’ausilio di filmati, per tutelare la dignità della società». Palumbi non ha escluso che la Fortitudo possa agire per risarcimento danni contro quei tifosi che saranno identificati.