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Lo scudetto a Treviso nel segno di D´Antoni

BOLOGNA - La Benetton Treviso si cuce sulle maglie il terzo scudetto della sua storia con 62" d´anticipo, in casa della Fortitudo Skipper. Purtroppo, una volta di più, un drappello di ultras bolognesi rovina l´ultimo atto della stagione del basket, quello che dovrebbe essere una vera festa: invasione di campo, quando ormai il destino della Skipper è segnato, e arbitri costretti a sospendere l´incontro non potendo più ottenere la sgombero del campo e un minimo di condizioni di sicurezza. Gli arbitri e i giocatori hanno raggiunto in tutta fretta gli spogliatoi e nei minuti successivi ci sono stati scontri tra la polizia e i gruppi di ultras bolognesi che volevano raggiungere il settore occupato dai tifosi trevigiani. Un finale amaro ma che nulla toglie al legittimo trionfo dei verdi trevigiani, che in tre soli incontri (e vincendo due volte a Bologna) hanno chiuso la pratica scudetto, dimostrandosi decisamente superiori ai rivali. Merito soprattutto di Mike D´Antoni, l´ex cervello della Milano che faceva sognare, con Meneghin e McAdoo e con l´allora giovanissimo Pittis che oggi a Treviso è il suo braccio in campo: già campione d´Italia con i verdi della Benetton nel `97, in 52enne oriundo è rientrato dall´esperienza nell´Nba e ha ridato ai veneti la sua grinta e la sua mentalità vincente. Ha saputo ruotare al meglio nove dei suoi dieci giocatori (in panchina è rimasto solo il giovanissimo Tskitishvili), responsabilizzando Bulleri in regia per dare più libertà in attacco al trottolino Edney (6 su 9 le sue percentuali di tiro) e sapendo liberare per la conclusione un eccellente Bell (8 su 17) ma soprattutto costringendo la Skipper ad accettare la partita sui ritmi frenetici graditi alla Benetton. Una squadra, quella trevigiana, costruita per accettare il rischio del tiro pesante anche con i lunghi, dal pivot spagnolo Garbajosa all´argentino Nicola, con Nachbar e Chikalkin sempre pericolosi anche se usati con parsimonia, ma soprattutto con Pittis, al suo sesto scudetto, autentico collante della squadra, stavolta anche preciso al tiro ma sempre attento all´economia del quintetto, primo rimbalzista con 6 palloni strappati sotto i tabelloni e 3 palle recuperate, e proprio grazie alla difesa, grazie all´attivo tra palle recuperate e palle perse, la formazione di D´Antoni alla fine ha potuto far sua la posta. Trevigiani subito al comando, fin dal primo quarto, e ancora avanti di 5 punti all´intervallo, mentre la Skipper non riusciva ad avere punti da Meneghin e non sapeva assolutamente tradurre in canestri il vantaggio di cui godeva a rimbalzo (alla fine 41 contro 33 dei veneti). Con la partita in mano, la Benetton raggiungeva anche 12 punti di margine, poi improvvisamente si distraeva e concedeva alla Skipper di arrivare a 2 sole lunghezze (74-72), merito soprattutto di un Fucka comunque a corrente alternata, di Galanda (anche 8 rimbalzi per lui) e di un Basile che però proprio nel momento topico incappava nel quinto fallo. Era il segnale della resa, e per la Benetton diventava facile gestire il vantaggio, tornato in un attimo su margini di estrema sicurezza. Poi l´assurdo finale, mentre nello spogliatoio esplodeva la gioia della Benetton, al terzo scudetto dieci anni dopo il primo, quello del `92 targato Toni Kukoc e Vinnie Del Negro, e con Skansi in panchina.
Fonte: La Stampa
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