PESARO - Il peggio è già passato e a 20 giorni dall’operazione Michele Maggioli si riposa al mare, «camminando sull’acqua come i vecchietti...». «Non zoppico più, adesso si inizia a ragionare...». La gamba non è più un grande problema e presto il lungo biancorosso riprenderà anche a correre («appena mi sarà ricresciuto il muscoletto...»). Il prossimo anno resta un tabù, come per il resto dei pesaresi, che aspettano con calma una “convocazione" della società. «Faccio tre allenamenti al giorno per la gamba, non ho il tempo per pensare». Se la cava così Maggioli, ma in realtà non si sta muovendo granchè. «Sono capitato in sede un paio di giorni fa per parlare con Ario, ma non è venuto fuori niente di nuovo». La richiesta di Biella è naufragata? «No, l’offerta c’è sempre, ma ancora non l’ho nè accettata nè rifiutata. Non ci sono evoluzioni». In Piemonte gioca Malaventura e sta provando Scrocco... «Due amici, che potrei ritrovare in maglia Scavolini». Lei la farebbe una squadra di giovani, possibilmente made in Pesaro? «Per l’affetto che provo per i miei ex compagni risponderei di sì, ma bisogna valutare tanti fattori, perchè potrebbe anche rivelarsi un affare negativo per entrambe le parti. Faccio un esempio: due anni fa tornai a Pesaro dopo una super stagione in A2 ad Avellino. La piazza mi adorava ma io scelsi, di comune accordo con la Scavolini, di tornare a casa. Disputammo un buon campionato, ma forse, a posteriori, la scelta fu un po’ troppo affrettata. Un altro anno di A1 da titolare mi sarebbe stato utile. Può essere pericoloso fare il passo più lungo della gamba. Di sicuro un ragazzo che arriva a Pesaro va valorizzato con il giusto minutaggio». Che idea ha della Scavolini della prossima stagione? «Dentro qualche giovane e una squadra più “corta" rispetto a quella di quest’anno, che era di 11 elementi. Senza l’impegno della Coppa (in Eurolega intanto ci va Siena -ndr) c’è più tempo per concentrarsi sul campionato». Usciamo dal basket, per rientrarci “trasversalmente": emozionato per la storia a lieto fine del tifoso precipitato dalle tribune di Forlì? «Sono andato a trovare Giacomo pensando di trasmettergli qualcosa, di farlo stare meglio, invece è stato lui a dare tanto a me! E’ bellissimo sapere che sta reagendo bene e che la mia presenza lo faccia sorridere. Questo è uno dei veri motivi per cui vale la pena fare questo lavoro». Saggio e sensibile. Anche confermato?
Camilla Cataldo
Camilla Cataldo