PRIMA ha preso il microfono per placare la folla (senza riuscirci), poi è salito sul campo a salutare un pubblico che in un anno ha deciso di amarlo. Persa la finale che sognava di giocare da piccolo, Matteo Boniciolli ora rischia soprattutto di perdere la panchina della La voce circola da tempo, e la sconfitta per 3-0 in questa finale non ha certo aiutato a sopirla.
Lui ieri ne era ovviamente conscio, ma ha sfoggiato tutta la signorilità e l´ottimismo di cui ha sempre dato dimostrazione. «Qualsiasi cosa debba accadere, ringrazio il presidente e tutta la società per avermi dato l´opportunità di allenare questa squadra. Per me è stato un anno bellissimo, anche se oggi l´amarezza è tanta. Primo, perché non avrei voluto finire con questa invasione, con questa violenza che davvero mi ha fatto male; e secondo, per la sconfitta patita dalla mia squadra. Complimenti a Treviso, hanno dimostrato di essere i migliori, e le 6 vittorie su 7 incontri contro di noi lo dimostrano. Han vinto i più forti, anche se mi resta solo il piccolo o grande rammarico di aver giocato Gara 1 con una squadra troppo stanca».
Che la finale finisse così, nonostante tutti gli ovvii e giusti appelli al ribaltone, era largamente preventivabile. Meno logico pare l´esonero di un allenatore, che si dice imminente, osannato dal pubblico anche a sconfitta ormai matura. «Non lo so, io credo di aver dato il massimo, e anche di aver avuto tanto dalla squadra, dall´intero staff e anche dal pubblico. Se però Seragnoli dovesse valutare diversamente il mio operato, io accetterò serenamente la sua decisione, anche se mi sembra scontato dire che sarei l´uomo più felice del mondo se mi fosse data l´opportunità di restare qui».
E´ stato talmente netto l´esito del campo nell´evidenziare le diverse potenzialità delle due squadre, che Boniciolli ieri non ha voluto neppure perdere troppo tempo nel replay della partita. Gli è rimasta in gola giusto l´illusione di quel -2 firmato da Galanda, troppo breve per essere vero. «Sì, lì alla rimonta ci ho fatto un pensierino, ma devo dire che Treviso me lo ha fatto passare in fretta, avendo immediatamente ripreso le distanze. Però ci siamo battuti, l´abbiamo sudata, e io non me la sento di rimproverare nulla alla squadra. Non chiedetemi chi poteva dare di più, perché io oggi guardo solo alla forza del nostro avversario, e al grande merito con cui ha vinto, mio malgrado, questo scudetto».
Se poi chiedi a Boniciolli di raccontarti almeno un rammarico, un ripensamento se non addirittura un pentimento, lui ti prende in contropiede e parla di Messina: «Mi è dispiaciuto, a inizio stagione, che la polemica fra me e lui sia andata troppo avanti. Forse ho esagerato io, forse a un certo punto anche lui, fatto sta che credo di aver sbagliato. Perché Ettore è un grande allenatore che stimo profondamente, magari non siamo amici, ma a lui va tutto il mio rispetto. E quindi, se ho esagerato, chiedo scusa». Niente di più facile che già nella notte fossero corse parole al telefono, fra i due ex duellanti: pure Messina non ha dimenticato che, nelle ore dell´esonero, la solidarietà di Boniciolli fu schietta e franca.
L´ultima parola è ancora sul futuro, e su quella dimostrazione d´affetto del pubblico che forse, magari, chissà, potrebbe pure riuscire a spostare una decisione che pare già presa. «Non lo so, non credo che sarà questo affetto a far decidere della mia permanenza o meno. So però che a me ha riempito il cuore. A un minuto dalla fine mi veniva da piangere, poi è successo quel che è successo. Ora invece sono veramente stanco e svuotato. Ho passato un anno a cercare di trasferire energia positiva allo spogliatoio e all´ambiente, in parte credo anche di esserci riuscito. Ma ora sono sfinito. Grazie a tutti e arrivederci».
Giovanni Egidio
Lui ieri ne era ovviamente conscio, ma ha sfoggiato tutta la signorilità e l´ottimismo di cui ha sempre dato dimostrazione. «Qualsiasi cosa debba accadere, ringrazio il presidente e tutta la società per avermi dato l´opportunità di allenare questa squadra. Per me è stato un anno bellissimo, anche se oggi l´amarezza è tanta. Primo, perché non avrei voluto finire con questa invasione, con questa violenza che davvero mi ha fatto male; e secondo, per la sconfitta patita dalla mia squadra. Complimenti a Treviso, hanno dimostrato di essere i migliori, e le 6 vittorie su 7 incontri contro di noi lo dimostrano. Han vinto i più forti, anche se mi resta solo il piccolo o grande rammarico di aver giocato Gara 1 con una squadra troppo stanca».
Che la finale finisse così, nonostante tutti gli ovvii e giusti appelli al ribaltone, era largamente preventivabile. Meno logico pare l´esonero di un allenatore, che si dice imminente, osannato dal pubblico anche a sconfitta ormai matura. «Non lo so, io credo di aver dato il massimo, e anche di aver avuto tanto dalla squadra, dall´intero staff e anche dal pubblico. Se però Seragnoli dovesse valutare diversamente il mio operato, io accetterò serenamente la sua decisione, anche se mi sembra scontato dire che sarei l´uomo più felice del mondo se mi fosse data l´opportunità di restare qui».
E´ stato talmente netto l´esito del campo nell´evidenziare le diverse potenzialità delle due squadre, che Boniciolli ieri non ha voluto neppure perdere troppo tempo nel replay della partita. Gli è rimasta in gola giusto l´illusione di quel -2 firmato da Galanda, troppo breve per essere vero. «Sì, lì alla rimonta ci ho fatto un pensierino, ma devo dire che Treviso me lo ha fatto passare in fretta, avendo immediatamente ripreso le distanze. Però ci siamo battuti, l´abbiamo sudata, e io non me la sento di rimproverare nulla alla squadra. Non chiedetemi chi poteva dare di più, perché io oggi guardo solo alla forza del nostro avversario, e al grande merito con cui ha vinto, mio malgrado, questo scudetto».
Se poi chiedi a Boniciolli di raccontarti almeno un rammarico, un ripensamento se non addirittura un pentimento, lui ti prende in contropiede e parla di Messina: «Mi è dispiaciuto, a inizio stagione, che la polemica fra me e lui sia andata troppo avanti. Forse ho esagerato io, forse a un certo punto anche lui, fatto sta che credo di aver sbagliato. Perché Ettore è un grande allenatore che stimo profondamente, magari non siamo amici, ma a lui va tutto il mio rispetto. E quindi, se ho esagerato, chiedo scusa». Niente di più facile che già nella notte fossero corse parole al telefono, fra i due ex duellanti: pure Messina non ha dimenticato che, nelle ore dell´esonero, la solidarietà di Boniciolli fu schietta e franca.
L´ultima parola è ancora sul futuro, e su quella dimostrazione d´affetto del pubblico che forse, magari, chissà, potrebbe pure riuscire a spostare una decisione che pare già presa. «Non lo so, non credo che sarà questo affetto a far decidere della mia permanenza o meno. So però che a me ha riempito il cuore. A un minuto dalla fine mi veniva da piangere, poi è successo quel che è successo. Ora invece sono veramente stanco e svuotato. Ho passato un anno a cercare di trasferire energia positiva allo spogliatoio e all´ambiente, in parte credo anche di esserci riuscito. Ma ora sono sfinito. Grazie a tutti e arrivederci».
Giovanni Egidio
Fonte: La Repubblica