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La gioia di Gherardini

Il gm della Benetton si gode il trionfo e dimentica per un attimo i problemi futuri

TREVISO. «Adesso lasciatemi godere questo scudetto e tutto ciò che si sta svolgendo alla Ghirada: i camp, gli osservatori Nba, i santoni americani. Qui uno resta con la bocca aperta. Ai problemi ci penseremo da lunedì».
Maurizio Gherardini, il procuratore generale che tutta l'Italia invidia alla Benetton, sa perfettamente che l'attende una estate difficile: la sostituzione di D'Antoni, quella di Nachbar e Tskitishvili, il rinnovo dei contratti di Marconato e Nicola, la conferma di Bell. Nessuno dubita tuttavia che saprà presentare a settembre una Benetton competitiva, come lo è stata negli ultimi dieci anni. Adesso c'è da risolvere la faccenda del coach, sembra che, per convincerlo, la società gli abbia offerto un certo numero di voli aerei, non resta che attendere. «Sì, torneremo a parlarci tra poco, e comunque sarà Mike a farci sapere le sue intenzioni». D'Antoni ha dichiarato: il merito è tutto di Gherardini...
«Il merito è di tutti: di chi ti permette di gestire le scelte, delle strutture che funzionano, delle persone che ti assistono nel lavoro di ricerca. Da noi c'è uno staff che, a mio avviso non ha eguali per qualità e competenza. Poi chiaramente il merito è di chi va in campo e si guadagna la pagnotta. Ci sono delle stagioni in cui le scelte, anche quelle dell'ultima ora, si rivelano azzeccatissime, vedi Skita e Bell. Quest'anno tutto ha funzionato alla meraviglia, ed il merito è di tutti».
Avete eliminato le due bolognesi che hanno il budget doppio rispetto al vostro.
«Se pensiamo che su 15 gare contro di loro ne abbiamo vinte 12... Se ci avessero detto all'inizio che la nostra stagione sarebbe stata così avremmo dato del pazzo a qualcuno. Supercoppa, scudetto e Final Four di Eurolega dopo aver dominato nei gironi precedenti: nell'insieme è stato un anno incredibile e forse irripetibile».
Per te questo scudetto che sapore ha? «Dolce, decisamente, e con la voglia di riassaporarlo presto. Dentro di noi abbiamo già lo stimolo di ricominciare a lavorare, è stata un'avventura esaltante. Sono sensazioni che cominci a realizzare col passare dei giorni, lì per lì la nostra festa è stata rovinata da ciò che è successo al Paladozza, non abbiamo nemmeno potuto urlare la nostra gioia, poi però ricordi gli abbracci, leggi i giornali e ti rendi conto dell'impresa che abbiamo fatto».
La vostra politica degli investimenti oculati sta pagando... «La gente dovrebbe capire ancor di più che il legame tra squadra e la città è fondamentale. La Benetton è la prima società ad avere due giocatori nelle prime scelte americane, siamo sulla bocca di tutti ma è importante, al di là di chi va e viene, questo rapporto tra il nostro simbolo noto in tutto il mondo e l'ambiente di Treviso. Il piacere è aggiungere uno stendardo al Palaverde ma anche volerne aggiungerne altri. Si vince e si perde, ma le scelte di fondo non cambiano. Io dico sempre: sarebbe bello fare l'esaurito non solo nella finale scudetto...».
si. fo.
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