TRIESTE - Questo matrimonio s’ha da fare. Pallacanestro Trieste e Sandro De Pol si stanno correndo incontro a grandi falcate. I tempi non sono maturi per alcun annuncio, appena per domani è attesa la sentenza di primo grado sul contenzioso tra il giocatore e la sua società di appartenenza, la Fortitudo Bologna. Eppure gira voce che il triestino abbia già una specie di precontratto, magari verbale, ma tra gentiluomini, con la società della sua città per la prossima stagione.
L’ipotesi, già a questo punto piuttosto concreta, è estremamente suggestiva. La Pallacanestro Trieste dell’anno prossimo, proprio nell’era della globalizzazione più spinta, avrebbe due triestini nei primi sette, otto uomini con De Pol a fianco di Daniele Cavaliero. Il primo è di Servola, il secondo sta a Muggia: poche centinaia di metri dal PalaTrieste a Ovest e a Est. Sarebbe molto soddisfatta in questo modo anche quella fetta di supporter che crede molto nei legami con la terra d’origine.
Due triestini purosangue nella rotazione di uomini destinati a scendere sul parquet probabilmente in ogni partita non si vedevano da quindici anni. A memoria d’uomo bisognerebbe risalire alla coppia Fabrizio Zarotti-Benito Colmani, ma probabilmente si era in B1, o addirittura a quella Boris Vitez-Walter Bobicchio. Alberto Tonut infatti tornò a Trieste nel ’94, lo stesso anno in cui De Pol emigrò a Milano con la Stefanel. Sandro, 30 anni, 2 metri e 4 d’altezza, ha giocato cinque anni nella Stefanel Trieste, altri tre nella Stefanel Milano, due nella Pallacanestro Varese conquistando uno scudetto in entrambe le città lombarde. Fu poi voluto dallo stesso Cesare Pancotto a Roma prima di passare alla Fortitudo.
In virtù di una transazione con la società felsinea, De Pol potrebbe rinunciare a una parte del pregresso da parte della Fortitudo per ottenere la rinuncia agli altri due anni di contratto che lo legano a quella società. «Ho ricevuto alcune offerte anche da una squadra di prima fascia - ha detto nei giorni sorsi De Pol - però per me poter giocare a casa sarebbe qualcosa di estremamente appetibile».
Anche se tutto lo staff dirigenziale triestino sostiene che sul mercato non si muove ancora foglia, quattro quinti dello starting-five sembrano fatti: Ivo Maric play, Nate Erdmann guardia tiratrice, Sandro De Pol ala difensivista, Samuele Podestà lungo di peso. Manca un altro lungo, atletico e stoppatore, da cercare in Slovenia o Croazia piuttosto che negli States. Chiaramente il secondo play sarà Daniele Cavaliero. Roberto Casoli sarà un cambio per i lunghi in grado di prendersi qualche responsabilità anche nel tiro da fuori.
Ancora, come secondo rinforzo dopo il difensore tostissimo (De Pol), Pancotto ha chiesto un tiratore. L’ideale sarebbe probabilmente Dante Calabria, lasciato libero dal Valencia e che potrebbe anche sostituire il play. Bisognerebbe però aprire molto il portafoglio e magari trovargli un posto nello starting-five. Come arma tattica o sesto uomo, andrebbe forse meglio Mario Boni, 39 anni, ma tiratore mortifero, che ha appena lasciato Roseto e che già l’anno scorso Trieste aveva cercato. A questo punto un altro straniero, americano o dell’ex Jugoslavia, completerebbe un roster probabilmente competitivo per tentare di ripetere il settimo posto dell’anno scorso, o comunque di entrare senza patemi nei play-off, e magari di passare il primo girone nell’Eurocup.
Mercoledì intanto si riunisce il consiglio di amministrazione e per giovedì è in programma una conferenza stampa. La partecipazione a campionato e Coppa non è in pericolo, ma mancano ancora 300 mila euro per saldare le pendenze con il passato. Frattanto la Pallacanestro Trieste potrebbe cambiare marchio: sono partite infatti le ricerche di un altro main sponsor da 700-750 mila euro all’anno per far passare Coop e Generali rispettivamente a secondo e terzo sponsor e gestire così con maggior tranquillità la prossima stagione.
Silvio Maranzana
L’ipotesi, già a questo punto piuttosto concreta, è estremamente suggestiva. La Pallacanestro Trieste dell’anno prossimo, proprio nell’era della globalizzazione più spinta, avrebbe due triestini nei primi sette, otto uomini con De Pol a fianco di Daniele Cavaliero. Il primo è di Servola, il secondo sta a Muggia: poche centinaia di metri dal PalaTrieste a Ovest e a Est. Sarebbe molto soddisfatta in questo modo anche quella fetta di supporter che crede molto nei legami con la terra d’origine.
Due triestini purosangue nella rotazione di uomini destinati a scendere sul parquet probabilmente in ogni partita non si vedevano da quindici anni. A memoria d’uomo bisognerebbe risalire alla coppia Fabrizio Zarotti-Benito Colmani, ma probabilmente si era in B1, o addirittura a quella Boris Vitez-Walter Bobicchio. Alberto Tonut infatti tornò a Trieste nel ’94, lo stesso anno in cui De Pol emigrò a Milano con la Stefanel. Sandro, 30 anni, 2 metri e 4 d’altezza, ha giocato cinque anni nella Stefanel Trieste, altri tre nella Stefanel Milano, due nella Pallacanestro Varese conquistando uno scudetto in entrambe le città lombarde. Fu poi voluto dallo stesso Cesare Pancotto a Roma prima di passare alla Fortitudo.
In virtù di una transazione con la società felsinea, De Pol potrebbe rinunciare a una parte del pregresso da parte della Fortitudo per ottenere la rinuncia agli altri due anni di contratto che lo legano a quella società. «Ho ricevuto alcune offerte anche da una squadra di prima fascia - ha detto nei giorni sorsi De Pol - però per me poter giocare a casa sarebbe qualcosa di estremamente appetibile».
Anche se tutto lo staff dirigenziale triestino sostiene che sul mercato non si muove ancora foglia, quattro quinti dello starting-five sembrano fatti: Ivo Maric play, Nate Erdmann guardia tiratrice, Sandro De Pol ala difensivista, Samuele Podestà lungo di peso. Manca un altro lungo, atletico e stoppatore, da cercare in Slovenia o Croazia piuttosto che negli States. Chiaramente il secondo play sarà Daniele Cavaliero. Roberto Casoli sarà un cambio per i lunghi in grado di prendersi qualche responsabilità anche nel tiro da fuori.
Ancora, come secondo rinforzo dopo il difensore tostissimo (De Pol), Pancotto ha chiesto un tiratore. L’ideale sarebbe probabilmente Dante Calabria, lasciato libero dal Valencia e che potrebbe anche sostituire il play. Bisognerebbe però aprire molto il portafoglio e magari trovargli un posto nello starting-five. Come arma tattica o sesto uomo, andrebbe forse meglio Mario Boni, 39 anni, ma tiratore mortifero, che ha appena lasciato Roseto e che già l’anno scorso Trieste aveva cercato. A questo punto un altro straniero, americano o dell’ex Jugoslavia, completerebbe un roster probabilmente competitivo per tentare di ripetere il settimo posto dell’anno scorso, o comunque di entrare senza patemi nei play-off, e magari di passare il primo girone nell’Eurocup.
Mercoledì intanto si riunisce il consiglio di amministrazione e per giovedì è in programma una conferenza stampa. La partecipazione a campionato e Coppa non è in pericolo, ma mancano ancora 300 mila euro per saldare le pendenze con il passato. Frattanto la Pallacanestro Trieste potrebbe cambiare marchio: sono partite infatti le ricerche di un altro main sponsor da 700-750 mila euro all’anno per far passare Coop e Generali rispettivamente a secondo e terzo sponsor e gestire così con maggior tranquillità la prossima stagione.
Silvio Maranzana
