Mentre la festa impazza in Ghirada, quartier generale dello sport targato Benetton, si accavallano sensazioni e si accumula emozione, sentita di più a mente fredda ma comunque festante.
«Sono veramente felice per quello che abbiamo fatto - sono le parole del capitano Riccardo Pittis, fregiatosi di un altro record: con 128 gettoni nei play off ha scavalcato il primato di Walter Magnifico - soprattutto da dedicare alla persone che ci hanno seguito durante tutta la stagione, regalandoci una festa bellissima».
Che sapore ha lo scudetto?
«Sempre differente, senza ombra di dubbio. C'è chi dice che l'ultimo non si scorda mai, c'è chi dice che il primo ha un sapore del tutto particolare, io dico solamente che ogni vittoria è bella per quello che rappresenta e questa per me è importantissima. Sono classe '68, gli anni passano per tutti e lasciarsi sfuggire chance così allettanti per me voleva dire magari non farlo mai più».
Lo scudetto è tanto bello quanto imprevedibile. Quando arriva è magico, da vivere appieno perché non si sa quando ricapiterà.
«Infatti. Però abbiamo dimostrato in questa stagione di meritare questo scudetto, figlio di un basket migliore di tutte le altre franchigie. Questo tricolore è il sigillo perfetto a una stagione altrettanto perfetta».
Dopo l'EuroLega pochi potevano pensare che avreste perso solamente una gara, contro la Kinder al PalaMalaguti, al fronte di 9 vittorie.
«Avevamo voglia di riscatto, non ci siamo sfaldati, anzi ci siamo ricompattati in uno spogliatoio che è dominato dall'allegria e dall'amicizia che lega tutti noi. Abbiamo dimostrato che potevamo vincere qualcosa insieme, riuscendoci e regalando a tutta la città questo ambito successo».
Da un italiano veterano a un altro giovane emergente. Massimo Bulleri, uomo di questi play off (con lui in campo Treviso non ha mai perso), atleta nel quale Mike D'Antoni ha creduto ciecamente.
«Inevitabile che sia contento, inevitabile che dica cose scontate. Ma questo è stato il successo di tutta la squadra, non di un singolo in particolare. Treviso s'è dimostrata più forte, una stagione da incorniciare».
L'unica sconfitta dell'ultimo mese si è riscontrata con te in tribuna, fermato da un problema muscolare.
«Non vuol dire proprio niente. Lì, contro la Kinder, avevamo sbagliato l'approccio, dopo abbiamo capito come fare e abbiamo dominato».
Una dedica particolare?
«Mi sento di ringraziare la società e lo staff tecnico che ha puntato su di me come giovane italiano. Far parte di questa comitiva è fantastico, vincere poi...».
L'unico trevigiano doc è Denis Marconato, centro di San Giuseppe che ha targato tutti i suoi successi con il club in maglia biancoverde.
«Sono entusiasta, per me questa è un'annata da ricordare».
Sportivamente?
«Anche personalmente. Mike ha creduto in me, ho trovato molto spazio, cosa che altri lunghi invece non hanno fatto (vedi Tomidy, ndr), e professionalmente penso di sentirmi realmente soddisfatto. Poi domenica prossima convolerò a nozze, perciò la dedica particolare è per Ilaria, mia futura moglie».
Sarai con la Benetton anche il prossimo anno, visto che sei l'unico in scadenza di contratto.
«Dal 30 giugno sarei libero, ma con la società ci incontreremo certamente prima per vedere di trovare l'accordo per un nuovo sodalizio».
Mike D'Antoni invece sembra aver le idee ben chiare.
«In America ci vado, voglio essere presente quando il 26 giugno Tskitishvili e Nachbar saranno scelti nei Draft Nba. Loro faranno vedere grandi cose nei Pro statunitensi, perciò lì non mancherò. Del mio futuro prossimo non so ancora nulla, vedremo come andranno le cose. Ma non posso non ringraziare la città di Treviso per il calore che mi ha sempre dimostrato».
F.M.
«Sono veramente felice per quello che abbiamo fatto - sono le parole del capitano Riccardo Pittis, fregiatosi di un altro record: con 128 gettoni nei play off ha scavalcato il primato di Walter Magnifico - soprattutto da dedicare alla persone che ci hanno seguito durante tutta la stagione, regalandoci una festa bellissima».
Che sapore ha lo scudetto?
«Sempre differente, senza ombra di dubbio. C'è chi dice che l'ultimo non si scorda mai, c'è chi dice che il primo ha un sapore del tutto particolare, io dico solamente che ogni vittoria è bella per quello che rappresenta e questa per me è importantissima. Sono classe '68, gli anni passano per tutti e lasciarsi sfuggire chance così allettanti per me voleva dire magari non farlo mai più».
Lo scudetto è tanto bello quanto imprevedibile. Quando arriva è magico, da vivere appieno perché non si sa quando ricapiterà.
«Infatti. Però abbiamo dimostrato in questa stagione di meritare questo scudetto, figlio di un basket migliore di tutte le altre franchigie. Questo tricolore è il sigillo perfetto a una stagione altrettanto perfetta».
Dopo l'EuroLega pochi potevano pensare che avreste perso solamente una gara, contro la Kinder al PalaMalaguti, al fronte di 9 vittorie.
«Avevamo voglia di riscatto, non ci siamo sfaldati, anzi ci siamo ricompattati in uno spogliatoio che è dominato dall'allegria e dall'amicizia che lega tutti noi. Abbiamo dimostrato che potevamo vincere qualcosa insieme, riuscendoci e regalando a tutta la città questo ambito successo».
Da un italiano veterano a un altro giovane emergente. Massimo Bulleri, uomo di questi play off (con lui in campo Treviso non ha mai perso), atleta nel quale Mike D'Antoni ha creduto ciecamente.
«Inevitabile che sia contento, inevitabile che dica cose scontate. Ma questo è stato il successo di tutta la squadra, non di un singolo in particolare. Treviso s'è dimostrata più forte, una stagione da incorniciare».
L'unica sconfitta dell'ultimo mese si è riscontrata con te in tribuna, fermato da un problema muscolare.
«Non vuol dire proprio niente. Lì, contro la Kinder, avevamo sbagliato l'approccio, dopo abbiamo capito come fare e abbiamo dominato».
Una dedica particolare?
«Mi sento di ringraziare la società e lo staff tecnico che ha puntato su di me come giovane italiano. Far parte di questa comitiva è fantastico, vincere poi...».
L'unico trevigiano doc è Denis Marconato, centro di San Giuseppe che ha targato tutti i suoi successi con il club in maglia biancoverde.
«Sono entusiasta, per me questa è un'annata da ricordare».
Sportivamente?
«Anche personalmente. Mike ha creduto in me, ho trovato molto spazio, cosa che altri lunghi invece non hanno fatto (vedi Tomidy, ndr), e professionalmente penso di sentirmi realmente soddisfatto. Poi domenica prossima convolerò a nozze, perciò la dedica particolare è per Ilaria, mia futura moglie».
Sarai con la Benetton anche il prossimo anno, visto che sei l'unico in scadenza di contratto.
«Dal 30 giugno sarei libero, ma con la società ci incontreremo certamente prima per vedere di trovare l'accordo per un nuovo sodalizio».
Mike D'Antoni invece sembra aver le idee ben chiare.
«In America ci vado, voglio essere presente quando il 26 giugno Tskitishvili e Nachbar saranno scelti nei Draft Nba. Loro faranno vedere grandi cose nei Pro statunitensi, perciò lì non mancherò. Del mio futuro prossimo non so ancora nulla, vedremo come andranno le cose. Ma non posso non ringraziare la città di Treviso per il calore che mi ha sempre dimostrato».
F.M.
Fonte: Il Gazzettino