IMPREVISTO e stupefacente, il colpo di scena di casa Virtus scuote la città bianconera all´ora di pranzo. Sarà Dado Lombardi il nuovo direttore generale: ex giocatore grandioso, ex allenatore di molti porti, pure ex telecronista, ora che gli hanno offerto un nuovo lavoro, ha preso servizio ieri mattina all´Arcoveggio. Alle 14 la notizia era sull´Ansa. Ufficiale. «La Virtus Pallacanestro Bologna ha affidato l´incarico di direttore generale a Gianfranco Lombardi». Da dentro, spiegano subito che ha grinta, sa di basket e vanta un grande passato bianconero. Così è se vi pare. E anche se non vi pare.
L´ennesimo giorno più lungo della Virtus, di questo logorante anno infinito, va raccontato per cronologie. Cronaca nuda, fatti separati dalle opinioni, scegliete voi. Il senso dei fatti dovrà chiarirsi meglio, per commentare, anche se oggi incombe il seguente due più due: arrivato Lombardi, scelto dal presidente senza consultazioni, non potrà che andar via Messina. Treviso è lì che aspetta e anche se Madrigali ribadisce che l´allenatore la Virtus ce l´ha, ed è l´amatissimo Ettore, qualcosa tocca. Muri di gomma, sorrisi squadernati e dichiarazioni ufficiali non ce la fanno a dissipare l´impressione di comunicazioni difficili. In fondo, ha voluto andarsene lui: se questa sarà la frase che ascolteremo domani, non chiederemo una quota esagerata.
Dunque, ieri di buon mattino, Lombardi è all´Arcoveggio da Madrigali. Viene diffusa la notizia, nonché la biografia, carica di glorie. Livornese, classe '41, Gianfranco Dado Lombardi giocò in Virtus dal ´59 al ´70. Fu due volte capocannoniere della A. Pezzo grosso dell´Italia azzurra alle Olimpiadi di Roma. Eccetera eccetera, tutto noto.
Di pomeriggio, ha appuntamento Messina. Del Dado ha saputo in mattinata, al telefono. Ne resta sorpreso: esordio assoluto a parte, nel ruolo, se si fa un sondaggio a mondo basket, sulle affinità elettive dei due futuri braccio e mente, s´incassano perplessità, nell´ipotesi migliore. Il coach va in Cto e lì colloquiano distesamente in tre: lui, Madrigali e Lombardi. Ken Grant, l´agente di Messina, è in corridoio quando arrivano i cronisti. Intorno alle sei, Lombardi va da loro, Messina esce senza far parola, Madrigali si unisce al Dado coi cronisti. Quel che dice Lombardi è qui sotto, che Messina non si fermi è solo un indizio, infine Madrigali ripete, in sintesi, le cose di giovedì, sul coach. E cose inedite, ovvio, su Lombardi.
«Non ne ho parlato con nessuno, è l´unico modo per non far correre le voci. Ho chiamato Dado domenica, l´ho trovato entusiasta, lunedì mattina era qui. Virtussino da una vita, persona deliziosa e capace. Era il mio giocatore preferito, allora, e forse anche questo ha inciso. Il tifoso è tifoso. Magari oggi tutti vorrebbero Danilovic manager… Adesso Lombardi è un dirigente esordiente, ma questo non mi crea perplessità. Ginobili, Jaric, Smodis, io stesso: tutti esordienti, l´anno scorso… Non ci sono uomini perfetti, neanche Dado lo sarà, ma vogliamo fare una grande società e una grande squadra. E abbiamo inserito una persona di peso, il cui peso non deve stare addosso a nessuno, ma fornire soluzioni. Con Messina. Che tornerà mercoledì e riparleremo. Lui è il nostro allenatore, ha due contratti di contratto, anche se oggi non s´è parlato d´estensione. Ancora non ci credete? Se volete lo firmo qui. Messina è l´allenatore della Virtus». Basta la parola, per carità, ma i dubbi restano. Treviso è dietro l´angolo, Brunamonti avrà anche posto accanto a Lombardi (Madrigali dixit), ma a Roma ne avrà di più, Consolini è già un candidato per il dopo. Ma solo fatti, oggi. Non opinioni. Quelle, a presto.
Walter Fuochi
L´ennesimo giorno più lungo della Virtus, di questo logorante anno infinito, va raccontato per cronologie. Cronaca nuda, fatti separati dalle opinioni, scegliete voi. Il senso dei fatti dovrà chiarirsi meglio, per commentare, anche se oggi incombe il seguente due più due: arrivato Lombardi, scelto dal presidente senza consultazioni, non potrà che andar via Messina. Treviso è lì che aspetta e anche se Madrigali ribadisce che l´allenatore la Virtus ce l´ha, ed è l´amatissimo Ettore, qualcosa tocca. Muri di gomma, sorrisi squadernati e dichiarazioni ufficiali non ce la fanno a dissipare l´impressione di comunicazioni difficili. In fondo, ha voluto andarsene lui: se questa sarà la frase che ascolteremo domani, non chiederemo una quota esagerata.
Dunque, ieri di buon mattino, Lombardi è all´Arcoveggio da Madrigali. Viene diffusa la notizia, nonché la biografia, carica di glorie. Livornese, classe '41, Gianfranco Dado Lombardi giocò in Virtus dal ´59 al ´70. Fu due volte capocannoniere della A. Pezzo grosso dell´Italia azzurra alle Olimpiadi di Roma. Eccetera eccetera, tutto noto.
Di pomeriggio, ha appuntamento Messina. Del Dado ha saputo in mattinata, al telefono. Ne resta sorpreso: esordio assoluto a parte, nel ruolo, se si fa un sondaggio a mondo basket, sulle affinità elettive dei due futuri braccio e mente, s´incassano perplessità, nell´ipotesi migliore. Il coach va in Cto e lì colloquiano distesamente in tre: lui, Madrigali e Lombardi. Ken Grant, l´agente di Messina, è in corridoio quando arrivano i cronisti. Intorno alle sei, Lombardi va da loro, Messina esce senza far parola, Madrigali si unisce al Dado coi cronisti. Quel che dice Lombardi è qui sotto, che Messina non si fermi è solo un indizio, infine Madrigali ripete, in sintesi, le cose di giovedì, sul coach. E cose inedite, ovvio, su Lombardi.
«Non ne ho parlato con nessuno, è l´unico modo per non far correre le voci. Ho chiamato Dado domenica, l´ho trovato entusiasta, lunedì mattina era qui. Virtussino da una vita, persona deliziosa e capace. Era il mio giocatore preferito, allora, e forse anche questo ha inciso. Il tifoso è tifoso. Magari oggi tutti vorrebbero Danilovic manager… Adesso Lombardi è un dirigente esordiente, ma questo non mi crea perplessità. Ginobili, Jaric, Smodis, io stesso: tutti esordienti, l´anno scorso… Non ci sono uomini perfetti, neanche Dado lo sarà, ma vogliamo fare una grande società e una grande squadra. E abbiamo inserito una persona di peso, il cui peso non deve stare addosso a nessuno, ma fornire soluzioni. Con Messina. Che tornerà mercoledì e riparleremo. Lui è il nostro allenatore, ha due contratti di contratto, anche se oggi non s´è parlato d´estensione. Ancora non ci credete? Se volete lo firmo qui. Messina è l´allenatore della Virtus». Basta la parola, per carità, ma i dubbi restano. Treviso è dietro l´angolo, Brunamonti avrà anche posto accanto a Lombardi (Madrigali dixit), ma a Roma ne avrà di più, Consolini è già un candidato per il dopo. Ma solo fatti, oggi. Non opinioni. Quelle, a presto.
Walter Fuochi
Fonte: La Repubblica