REGGIO - CALABRIA. Imola resta sempre più staccata in fondo alla classifica. È proprio battendo Trieste che il coach goriziano Tonino Zorzi fa con la sua Viola un passo decisivo verso la salvezza. È la terza volta quest’anno che Reggio deve giocare nel vetusto impianto di «Botteghelle», che però le porta fortuna, tanto da averle assicurato ben tre vittorie. Ieri c’è stato anche il fuori programma del black-out. «Sono stati i due minuti più lunghi della mia vita – commenta Zorzi –, ma solo dei masochisti avrebbero potuto sprecare ben undici punti di vantaggio. Abbiamo fatto una buona partita contro una squadra che stava tenendo ottime percentuali di tiro. La salvezza si avvicina, ma raggiungerla dipende solo da noi. Possiamo giocare alla pari con ogni formazione e lo abbiamo dimostrato anche stavolta».
Nel frattempo Trieste ha avuto un favore dalla Snaidero, che ha fermato Fabriano, ma proprio sabato l’attende al PalaTrieste il big match con la Wurth Roma, una specie di spareggio per il settimo posto. E in quella prospettiva non è poi che il coach Pancotto sprizzi gioia. «Non sono contento di come abbiamo importato la gara. La nostra forza sta nella difesa, sapevamo invece che il punto forte della Viola era l’attacco, eppure abbiamo puntato anche noi tutto sull’attacco». Per 29 minuti è stato infatti un fronteggiarsi tra stormi di bombardieri e batterie di mitragliatori, con punteggio siderale e in bilico fino al 70-69. «Ma quando abbiamo cominciato a calare un po’ le nostre percentuali – spiega il coach dei triestini – loro sono scappati perché noi non abbiamo gettato sul piatto della gara la forza della nostra difesa. Così non siamo riusciti ad imporre il nostro gioco e nemmeno a cambiare il ritmo».
Neppure gli sprazzi di «zona» sono riusciti a frenare la furia scatenata degli attaccanti della Viola. «Se siamo riusciti a disciplinare i nostri giochi d’attacco – continua Pancotto – sull’altro versante non abbiamo nemmeno messo in campo l’aggressività necessaria a negare il loro contropiede». Di conseguenza risulta attutita anche la soddisfazione per il più che discreto inserimento di Lazic, che è riuscito solo parzialmente a compendiare le assenze di Erdmann, Cavaliero e Pastore. «Sabato spero di avere almeno due di questi tre giocatori – conclude l’allenatore – ma è essenziale che riusciamo anche a fare in settimana dei buoni allenamenti».
s. m.
Nel frattempo Trieste ha avuto un favore dalla Snaidero, che ha fermato Fabriano, ma proprio sabato l’attende al PalaTrieste il big match con la Wurth Roma, una specie di spareggio per il settimo posto. E in quella prospettiva non è poi che il coach Pancotto sprizzi gioia. «Non sono contento di come abbiamo importato la gara. La nostra forza sta nella difesa, sapevamo invece che il punto forte della Viola era l’attacco, eppure abbiamo puntato anche noi tutto sull’attacco». Per 29 minuti è stato infatti un fronteggiarsi tra stormi di bombardieri e batterie di mitragliatori, con punteggio siderale e in bilico fino al 70-69. «Ma quando abbiamo cominciato a calare un po’ le nostre percentuali – spiega il coach dei triestini – loro sono scappati perché noi non abbiamo gettato sul piatto della gara la forza della nostra difesa. Così non siamo riusciti ad imporre il nostro gioco e nemmeno a cambiare il ritmo».
Neppure gli sprazzi di «zona» sono riusciti a frenare la furia scatenata degli attaccanti della Viola. «Se siamo riusciti a disciplinare i nostri giochi d’attacco – continua Pancotto – sull’altro versante non abbiamo nemmeno messo in campo l’aggressività necessaria a negare il loro contropiede». Di conseguenza risulta attutita anche la soddisfazione per il più che discreto inserimento di Lazic, che è riuscito solo parzialmente a compendiare le assenze di Erdmann, Cavaliero e Pastore. «Sabato spero di avere almeno due di questi tre giocatori – conclude l’allenatore – ma è essenziale che riusciamo anche a fare in settimana dei buoni allenamenti».
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