«La speranza è l’ultima a morire, ma certamente la strada si fa sempre più in salita». Così il giudice delegato Ernesto D’Amico commenta dopo aver verificato che nessuna offerta era stata depositata per partecipare all’incanto della vendita dei beni del «Fallimento Scaligera Basket». La fine della presenza del grande basket a Verona è vicinissima. E’ difficile pensare che in due-tre giorni accada quello che non è successo in tante settimane. E’ questo lo strettissimo margine di tempo che ancora esiste perché qualcuno intervenga, perché, magari, si uniscano le forze di chi ci ha provato e sta ancora provando, perché si trovi lo sponsor, indispensabile per sostenere le spese di un campionato di A1. «La situazione è assolutamente negativa», ammette il curatore fallimentare Mino Castellani. «Nessuno si è presentato - spiega - perché chi ha lavorato per trovare una soluzione non ha ancora trovato lo sponsor per questa operazione». Castellani, dopo aver parlato col giudice D’Amico, fissa il termine. «A meno che - dice - da qui a fine settimana, le persone interessate concludano le loro trattative con lo sponsor, cercando di portare a casa il titolo sportivo, dovrò, necessariamente, procedere al licenziamento di tutte le persone che lavorano nella Scaligera e lasciare liberi i ragazzi del settore giovanile. Tra l’altro, certe realtà, come l’allenatore (Lino Lardo è dato vicinissimo alla firma con la Viola Reggio Calabria: ndr), che è richiesto da fuori, dovranno essere nelle condizioni di poter accasarsi altrove».
Se qualcuno non interverrà, se non ci sarà uno sponsor, se la «morte» della Scaligera passerà sotto silenzio e disinteresse con la conseguente perdita della A1 (obiettivo, tra l’altro, da perseguire da parte dell’eventuale acquirente, attraverso il pagamento del debito sportivo e la presentazione di garanzie alla Federazione e anche il reperimento di consensi in Lega), il curatore Castellani spera, almeno, che «qualcuno sia interessato a prendersi il settore giovanile e chiedere la partecipazione ad un campionato minore».
Pagando solo i 52 mila 500 euro della base d’asta (e non il debito sportivo di circa 630 mila euro), infatti, l’eventuale compratore avrebbe in dotazione un settore giovanile di indubbio valore (come testimonia la presenza alle finali nazionali delle squadre cadetti e allievi della Müller), «con ragazzi - avverte Castellani - in grado già di giocare in serie C, ma forse anche in B». E potrebbe chiedere alla Federazione l’inserimento di una serie inferiore, che potrebbe venire concessa in considerazione del buon passato della Scaligera Basket. Lo stesso presidente della Lega Prandi aveva parlato di B1 come di destinazione più probabile per Verona. Ma, al momento, non sembrano esistere i presupposti nemmeno per questa operazione, che non cancellerebbe, comunque, la grande amarezza per la fine di una storia bella ed emozionante come è stata, per tanti anni, quella della Scaligera Basket. Intanto, al curatore fallimentare arrivano telefonate da parte di chi vorrebbe comprare le coppe conquistate dalla società in oltre cinquant’anni di attività.
(r.p.)
Se qualcuno non interverrà, se non ci sarà uno sponsor, se la «morte» della Scaligera passerà sotto silenzio e disinteresse con la conseguente perdita della A1 (obiettivo, tra l’altro, da perseguire da parte dell’eventuale acquirente, attraverso il pagamento del debito sportivo e la presentazione di garanzie alla Federazione e anche il reperimento di consensi in Lega), il curatore Castellani spera, almeno, che «qualcuno sia interessato a prendersi il settore giovanile e chiedere la partecipazione ad un campionato minore».
Pagando solo i 52 mila 500 euro della base d’asta (e non il debito sportivo di circa 630 mila euro), infatti, l’eventuale compratore avrebbe in dotazione un settore giovanile di indubbio valore (come testimonia la presenza alle finali nazionali delle squadre cadetti e allievi della Müller), «con ragazzi - avverte Castellani - in grado già di giocare in serie C, ma forse anche in B». E potrebbe chiedere alla Federazione l’inserimento di una serie inferiore, che potrebbe venire concessa in considerazione del buon passato della Scaligera Basket. Lo stesso presidente della Lega Prandi aveva parlato di B1 come di destinazione più probabile per Verona. Ma, al momento, non sembrano esistere i presupposti nemmeno per questa operazione, che non cancellerebbe, comunque, la grande amarezza per la fine di una storia bella ed emozionante come è stata, per tanti anni, quella della Scaligera Basket. Intanto, al curatore fallimentare arrivano telefonate da parte di chi vorrebbe comprare le coppe conquistate dalla società in oltre cinquant’anni di attività.
(r.p.)