Roberto Brunamonti se ne va. Ieri ha presentato la sua lettera di dimissioni dalla Virtus (già oggi dovrebbe accordarsi con Roma), e anche il più distratto degli osservatori di Basket City si renderà facilmente conto che oggi è uno di quei giorni in cui - e non per abusato modo di dire - si ammaina una gloriosa bandiera bianconera.
Chi lo ha visto da giocatore, non se lo dimenticherà, chi lo ha conosciuto di persona, ancora meno. Ha firmato alcune delle stagioni più belle della storia virtussina, e al pari dei più grandi (da Danilovic in giù) ne ha incarnato al meglio lo spirito. Talento, intelligenza e tenacia sono state le sue doti in campo e fuori, ma poiché le opinioni sono un conto e i fatti un altro, è bene farli parlare subito. Roberto Brunamonti ha giocato in Virtus dal 1982 al 1996, disputando 473 partite e segnando 5254 punti. Ha vinto 4 scudetti (1984, 1993, 1994, 1995), 3 volte la Coppa Italia (1984, 1989, 1990), 1 Coppa delle Coppe (1990) e 1 Supercoppa (1995). Detto che era riuscito a vincere anche a Rieti, la Korac nel 1980, non va nemmeno dimenticata la sua storia in azzurro. Vissuta con 255 presenze (1629 punti), 1 argento alle Olimpiadi di Mosca, 1 oro agli Europei di Nantes (1983), 1 argento agli Europei di Roma (1991) e 1 bronzo agli Europei di Stoccarda. Poiché vincenti evidentemente si nasce, nel suo brevissimo interregno da allenatore della Virtus (tre mesi), Brunamonti è riuscito a vincere lo stesso: la Coppa Italia, nel 1997.
Ecco comunque la sua lettera di saluto alla città.
Ho pensato di scrivere di mio pugno qualche riga per salutare tutti i tifosi. Prima del 13 giugno ho cercato più volte un incontro che non si e´ potuto concretizzare, per comprendere e comunicare eventuali strade da seguire nel prossimo futuro. Dalle dichiarazioni emerse in conferenza stampa seguite da fatti immediati ritengo comunque che non ci sia bisogno di aspettare la fine del mese per chiarire la mia posizione. Dopo vent´anni di appartenenza alla Virtus non mi basta rimanere soltanto perché ho un contratto, peraltro con un ruolo vago da definire, non tanto nella forma quanto nella sostanza. E´ giunto il momento di voltare pagina, senza polemiche.
E´ stato un periodo fantastico della mia vita sportiva e non. Ho vissuto anni entusiasmanti ed altri meno ma sempre con la consapevolezza di avere l´onore di rappresentare un grande club.
La Virtus è una grande società da sempre perché lo è nel cuore dei suoi tifosi e agli occhi dell´intero ambiente cestistico Europeo, e lo è a prescindere dai risultati. Non c´è bisogno dell´intervento di nessuno per farla diventare una grande società: io l´ho trovata grande e la lascio grande; semmai bisogna sperare e fare in modo di essere sempre all´altezza nel rappresentare i suoi colori: ed è quello che io ho tentato di fare.
Quando ero molto giovane ho subito il fascino Virtus da lontano ed ho sognato di potervi giocare. Tutto poi si è avverato ed è stato molto più bello ed e´ durato più a lungo di quanto avessi sognato. E´ stato un traguardo professionale importante, il raggiungimento di risultati entusiasmanti nei diversi ruoli da me assunti, ma col passare degli anni, soprattutto, l´orgoglio e la gioia di appartenere alla storia di questa grande società. L´affetto della gente è stato, ed è tuttora, la cosa più bella di questa mia esperienza. Spero di averlo ricambiato nel migliore dei modi, con la certezza che rimarrà per sempre. Grazie.
Roberto Brunamonti
Chi lo ha visto da giocatore, non se lo dimenticherà, chi lo ha conosciuto di persona, ancora meno. Ha firmato alcune delle stagioni più belle della storia virtussina, e al pari dei più grandi (da Danilovic in giù) ne ha incarnato al meglio lo spirito. Talento, intelligenza e tenacia sono state le sue doti in campo e fuori, ma poiché le opinioni sono un conto e i fatti un altro, è bene farli parlare subito. Roberto Brunamonti ha giocato in Virtus dal 1982 al 1996, disputando 473 partite e segnando 5254 punti. Ha vinto 4 scudetti (1984, 1993, 1994, 1995), 3 volte la Coppa Italia (1984, 1989, 1990), 1 Coppa delle Coppe (1990) e 1 Supercoppa (1995). Detto che era riuscito a vincere anche a Rieti, la Korac nel 1980, non va nemmeno dimenticata la sua storia in azzurro. Vissuta con 255 presenze (1629 punti), 1 argento alle Olimpiadi di Mosca, 1 oro agli Europei di Nantes (1983), 1 argento agli Europei di Roma (1991) e 1 bronzo agli Europei di Stoccarda. Poiché vincenti evidentemente si nasce, nel suo brevissimo interregno da allenatore della Virtus (tre mesi), Brunamonti è riuscito a vincere lo stesso: la Coppa Italia, nel 1997.
Ecco comunque la sua lettera di saluto alla città.
Ho pensato di scrivere di mio pugno qualche riga per salutare tutti i tifosi. Prima del 13 giugno ho cercato più volte un incontro che non si e´ potuto concretizzare, per comprendere e comunicare eventuali strade da seguire nel prossimo futuro. Dalle dichiarazioni emerse in conferenza stampa seguite da fatti immediati ritengo comunque che non ci sia bisogno di aspettare la fine del mese per chiarire la mia posizione. Dopo vent´anni di appartenenza alla Virtus non mi basta rimanere soltanto perché ho un contratto, peraltro con un ruolo vago da definire, non tanto nella forma quanto nella sostanza. E´ giunto il momento di voltare pagina, senza polemiche.
E´ stato un periodo fantastico della mia vita sportiva e non. Ho vissuto anni entusiasmanti ed altri meno ma sempre con la consapevolezza di avere l´onore di rappresentare un grande club.
La Virtus è una grande società da sempre perché lo è nel cuore dei suoi tifosi e agli occhi dell´intero ambiente cestistico Europeo, e lo è a prescindere dai risultati. Non c´è bisogno dell´intervento di nessuno per farla diventare una grande società: io l´ho trovata grande e la lascio grande; semmai bisogna sperare e fare in modo di essere sempre all´altezza nel rappresentare i suoi colori: ed è quello che io ho tentato di fare.
Quando ero molto giovane ho subito il fascino Virtus da lontano ed ho sognato di potervi giocare. Tutto poi si è avverato ed è stato molto più bello ed e´ durato più a lungo di quanto avessi sognato. E´ stato un traguardo professionale importante, il raggiungimento di risultati entusiasmanti nei diversi ruoli da me assunti, ma col passare degli anni, soprattutto, l´orgoglio e la gioia di appartenere alla storia di questa grande società. L´affetto della gente è stato, ed è tuttora, la cosa più bella di questa mia esperienza. Spero di averlo ricambiato nel migliore dei modi, con la certezza che rimarrà per sempre. Grazie.
Roberto Brunamonti
Fonte: La Repubblica