Da Bologna fumata nera anche dopo l'incontro Madrigali-Messina di ieri. Il coach, legato alla Virtus ancora da due anni di contratto, resta comunque in pole position nella griglia dei successori di D'Antoni, ma se viene a Treviso dovrà accontarsi di un quadriennale da 650 milioni lordi di vecchie lire (ciò che prendeva Mike), contro il miliardo annuo previsto dal contratto con la Kinder. La prima alternativa resta Dragan Sakota, allenatore dell'Aek e grande amico di Gherardini, poi Renato Pasquali. Mai presa in considerazione invece l'ipotesi P.J. Carlesimo, mentre è difficile anche la pista che porta a Zmago Sagadin, «mago» dell'Olimpia Lubiana, alle prese con problemi di salute.
Ieri Gilberto Benetton compiva 61 anni (auguri): magari si aspettava un certo regalo da chi sa lui... «La partenza di D'Antoni è certo dolorosa - ammette il paron - un anno fa sembrava avesse iniziato una nuova epoca, ed in effetti la stagione è andata veramente al massimo. Splendido il rapporto di stima che c'è sempre stato con lui, anche nel periodo in cui era in America: oggi ci siamo lasciati in perfetta armonia, d'altra parte, Mike resta americano e da noi giocava un po' fuori casa, quindi in base alla stima che abbiamo sempre avuto in lui, all'amicizia ed alla serietà professionale dimostrata l'abbiamo lasciato andare serenamente. Ma, se mi permettete, io dico che questo scudetto è la vittoria non di questo o quel personaggio, ma della nostra struttura, del gruppo. Tutti hanno creduto in questa nuova filosofia, abbiamo costruito una macchina perfetta sotto ogni aspetto in cui Mike s'è inserito benissimo, accettando di guidarla quando era già stata costruita da Gherardini. Ed oggi alla sostituzione del pilota guardiamo con molta serenità». E con un coach nuovo che succede? «Niente, si tratta solo di continuare su questa strada. Per il nuovo condottiero ci stiamo guardando attorno, l'importante è che sposi totalmente la nostra mentalità. Messina? Ci abbiamo parlato, ma a me risulta che sia legato ancora alla Kinder». Sta facendo di tutto per liberarsi. «Vedremo. A noi interessa che sia lui a doversi adeguare alla Benetton, non il contrario. Sono talmente sicuro di questo che la nuova squadra la stiamo già facendo ora, senza sapere chi sarà il nuovo coach. Certo, qualcuno lo perderemo, altri, come Marconato e Bell, non sappiamo se resteranno, ma la squadra è praticamente già fatta». Quindi lei garantisce ai tifosi che ci sarà ancora una Benetton competitiva? «Naturale, come ho sempre detto. Competitivi ai massimi livelli, come hanno dimostrato gli incredibili risultati degli ultimi anni, con un budget uguale a quello di questa stagione: la nostra linea è questa. La differenza la deve fare la nostra struttura, è il valore aggiunto che gettiamo sul piatto della bilancia». Ed aspettiamoci anche qualche altra scoperta di giovani talenti. «Esattamente. Quella è la nostra strada».
si. fo.
Ieri Gilberto Benetton compiva 61 anni (auguri): magari si aspettava un certo regalo da chi sa lui... «La partenza di D'Antoni è certo dolorosa - ammette il paron - un anno fa sembrava avesse iniziato una nuova epoca, ed in effetti la stagione è andata veramente al massimo. Splendido il rapporto di stima che c'è sempre stato con lui, anche nel periodo in cui era in America: oggi ci siamo lasciati in perfetta armonia, d'altra parte, Mike resta americano e da noi giocava un po' fuori casa, quindi in base alla stima che abbiamo sempre avuto in lui, all'amicizia ed alla serietà professionale dimostrata l'abbiamo lasciato andare serenamente. Ma, se mi permettete, io dico che questo scudetto è la vittoria non di questo o quel personaggio, ma della nostra struttura, del gruppo. Tutti hanno creduto in questa nuova filosofia, abbiamo costruito una macchina perfetta sotto ogni aspetto in cui Mike s'è inserito benissimo, accettando di guidarla quando era già stata costruita da Gherardini. Ed oggi alla sostituzione del pilota guardiamo con molta serenità». E con un coach nuovo che succede? «Niente, si tratta solo di continuare su questa strada. Per il nuovo condottiero ci stiamo guardando attorno, l'importante è che sposi totalmente la nostra mentalità. Messina? Ci abbiamo parlato, ma a me risulta che sia legato ancora alla Kinder». Sta facendo di tutto per liberarsi. «Vedremo. A noi interessa che sia lui a doversi adeguare alla Benetton, non il contrario. Sono talmente sicuro di questo che la nuova squadra la stiamo già facendo ora, senza sapere chi sarà il nuovo coach. Certo, qualcuno lo perderemo, altri, come Marconato e Bell, non sappiamo se resteranno, ma la squadra è praticamente già fatta». Quindi lei garantisce ai tifosi che ci sarà ancora una Benetton competitiva? «Naturale, come ho sempre detto. Competitivi ai massimi livelli, come hanno dimostrato gli incredibili risultati degli ultimi anni, con un budget uguale a quello di questa stagione: la nostra linea è questa. La differenza la deve fare la nostra struttura, è il valore aggiunto che gettiamo sul piatto della bilancia». Ed aspettiamoci anche qualche altra scoperta di giovani talenti. «Esattamente. Quella è la nostra strada».
si. fo.