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Snaidero anno zero, con prudenza

Sul mercato con estrema cautela dopo le cattive esperienze dell’ultima annata

La Snaidero che verrà è ancora uno scarabocchio. E, se nemmeno gli altri club stanno brillando per attivismo, in casa arancione vige la politica dei piccoli passi. Sono momenti delicati: dopo aver azzerato, in una sola stagione, tutto il bagaglio di fiducia e credibilità accumulati nelle prime due, trionfali annate, adesso a Majano preferiscono procedere circospetti, ponderando ogni mossa. Anche perchè, per riguadagnare la simpatia della gente bisognerà offrire argomentazioni nuove, serie e convincenti. Una specie di anno zero, insomma. Serviranno facce pulite, gente con stimoli ma, soprattutto, uomini prima che giocatori: quello che era uno dei capisaldi della filosofia snaiderina, clamorosamente sbugiardato la stagione passata, dovrà ritornare ad essere un dogma dal quale non deragliare mai più.
I contatti, in ogni caso, proseguono: sia con coloro che hanno terminato l'annata con la canotta arancione sulla pelle, sia con possibili new entry. Si sa, ad esempio che, oltre a Gentile, Esposito e Li Vecchi, il gm Sarti sta tentando di piazzare pure Brent Scott, piuttosto deludente alla sua prima parentesi friulana. Il pivot ha in tasca un biennale, ma Roseto ha già fatto un timido tentativo per stappare il discorso. E, se si dovesse arrivare ad un compromesso economico, allora l'affare potrebbe anche andare in porto. Ci sembra fantabasket, invece, la voce che sistemerebbe proprio in Abruzzo Vincenzo Esposito: non sappiamo se Phil Melillo, tornato padrone della panca rosetana, abbia completamente assorbito le...conseguenze dell'esperienza udinese; certo, riprendersi l'ex Raptor costituirebbe un mirabile esempio di autolesionismo. Degli altri americani confermabili per il campionato 2002/2003 (che, pare ormai scontato, sarà a 18 squadre, con tre retrocessioni) è Jeff Stern ad avere le maggiori possibilità di firma mentre, su Woolridge, che peraltro lo scorso anno vinse da solo almeno un paio di partite, pesano (oltre ad un robusto rilancio contrattuale) le ormai note riserve di carattere tecnico: è più guardia che play, più finalizzatore che organizzatore. Insomma: se l'attacco è contemplato sull'arco dei 24 secondi, non è nè bello nè utile che la boccia ristagni metà del tempo utile nelle mani di un solo componente il quintetto...
Capitolo Alibegovic: il capitano, da serissimo professionista qual è, ha già cominciato un lavoro di mantenimento in zona, lavoro che prevede una successiva puntata in Jugoslavia assieme a Sasha e Katarina Lazic e ad altri giocatori serbi, sotto l'egida di un paio di preparatori atletici di fiducia. Teo sarà poi a Grado per l'ennesima edizione del suo camp (al quale sono stati invitati pure Mario Blasone e Tonino Zorzi). Due anni di carriera ancora: questo il traguardo massimo per il totem sloveno che aspetta di conoscere dalla presidenza (con la quale tratta direttamente) il suo destino. Comunque vada, Alibegovic ha già deciso che la sua casa è da noi: e, una volta appese le scarpe alla parete, non è da escludere una sua riconversione in ambito dirigenziale snaiderino. Ma perchè ciò eventualmente accada dovremo aspettare il 2004.
Roberto Zanitti
Fonte: Il Gazzettino
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