FABRIANO — «Sono il sindaco di tutta la città, per cui sono chiamato a tutelare gli interessi dei fabrianesi. E quello del basket, fino a prova contraria, è uno degli aspetti prioritari della vita sociale di tutto il comprensorio». Roberto Sorci è pronto a scendere in campo e lanciare un primo salvagente a una società di nuovo alle prese con lo stucchevole refrain estivo della necessità di riempire il salvadanaio. Tutto spera il primo cittadino freschissimo di nomina, fuorchè la dirigenza del Fabriano basket arrivi al punto estremo di consegnargli in mano l'intera responsabilità, ma da par suo si dice disponibile a… tendere la mano. «Il bene prezioso del basket va slavaguardato, ci mancherebbe altro», rileva Sorci. «In qualità di appassionato e soprattutto di sindaco non posso non sperare che tutto vada per il meglio».
Sperare sì, ma di aiutare concretamente il basket non se ne parla? «Mi sembra che, stando a quanto mi riferisce chi nella precedente amministrazione ha curato questo aspetto, già nella scorsa stagione il contributo del Comune sia stato significativo, diciamo pure nell'ordine di qualche centinaia di milioni delle vechie lire. Esporsi più di così economicamente per un ente pubblico credo che sia difficile, ma se esistono altre forme di sostegno e collaborazione sono prontissimo a parlarne».
Insomma, se qualcuno della dirigenza venisse in ufficio, sarebbe ben accetto.
«Di più, molto gradito. In fondo personalmente della situazione economica della prima realtà sportiva locale non sono mai stato informato. Leggo i giornali, ma contatti diretti, da quando sono sindaco, non ne ho mai avuti con i rappresentanti della società».
Non sarà mica perché Sorci è stato avversario del presidente Biondi, peraltro battendolo, nella sfida per la «poltrona» di primo cittadino? «Ecco, su questa storia vorrei fare chiarezza».
Cominciamo pure… «Claudio Biondi è un amico, un amico vero. Ci conosciamo da una trentina di anni, insieme, quando eravamo amministratori pubblici nella giunta Merloni, di battaglie ne abbiamo condotte chissà quante. Figurarsi se posso nutrire astio nei suoi confronti».
E allora? «Allora dico solo che non sento più Claudio da quel 9 giugno, giorno del ballottaggio per l'elezione a sindaco. Per due giorni ho cercato in tutti i modi di contattarlo, ma non ci sono riuscito. Tuttora attendo notizie da lui, ma, ripeto, da amico, non certo da rivale politico».
Insomma, se Biondi dovesse alzare la cornetta, il sindaco è pronto a… invitarlo per un caffè? «Ci tengo alle amicizie e ai rapporti umani in genere. E poi sono davvero interessato a sapere come sta realmente la situazione in casa Fabriano basket. Ripeto, qui stiamo parlando di un team che cattura l'attenzione di tanti concittadini, per cui, per il ruolo che sono chiamato a ricoprire, mi sento in dovere quanto meno di seguire da vicino l'evolversi della vicenda».
Alessandro Di Marco
Sperare sì, ma di aiutare concretamente il basket non se ne parla? «Mi sembra che, stando a quanto mi riferisce chi nella precedente amministrazione ha curato questo aspetto, già nella scorsa stagione il contributo del Comune sia stato significativo, diciamo pure nell'ordine di qualche centinaia di milioni delle vechie lire. Esporsi più di così economicamente per un ente pubblico credo che sia difficile, ma se esistono altre forme di sostegno e collaborazione sono prontissimo a parlarne».
Insomma, se qualcuno della dirigenza venisse in ufficio, sarebbe ben accetto.
«Di più, molto gradito. In fondo personalmente della situazione economica della prima realtà sportiva locale non sono mai stato informato. Leggo i giornali, ma contatti diretti, da quando sono sindaco, non ne ho mai avuti con i rappresentanti della società».
Non sarà mica perché Sorci è stato avversario del presidente Biondi, peraltro battendolo, nella sfida per la «poltrona» di primo cittadino? «Ecco, su questa storia vorrei fare chiarezza».
Cominciamo pure… «Claudio Biondi è un amico, un amico vero. Ci conosciamo da una trentina di anni, insieme, quando eravamo amministratori pubblici nella giunta Merloni, di battaglie ne abbiamo condotte chissà quante. Figurarsi se posso nutrire astio nei suoi confronti».
E allora? «Allora dico solo che non sento più Claudio da quel 9 giugno, giorno del ballottaggio per l'elezione a sindaco. Per due giorni ho cercato in tutti i modi di contattarlo, ma non ci sono riuscito. Tuttora attendo notizie da lui, ma, ripeto, da amico, non certo da rivale politico».
Insomma, se Biondi dovesse alzare la cornetta, il sindaco è pronto a… invitarlo per un caffè? «Ci tengo alle amicizie e ai rapporti umani in genere. E poi sono davvero interessato a sapere come sta realmente la situazione in casa Fabriano basket. Ripeto, qui stiamo parlando di un team che cattura l'attenzione di tanti concittadini, per cui, per il ruolo che sono chiamato a ricoprire, mi sento in dovere quanto meno di seguire da vicino l'evolversi della vicenda».
Alessandro Di Marco
Fonte: Il Resto del Carlino