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La Mabo sconfitta in difesa

I tiratori di Avellino fanno un pieno al PalaMacchia

MABO LIVORNO-DE VIZIA AVELLINO 92-101
MABO: Sambugaro 12 (1/2, 3/7), Elliott 23 (5/9, 3/5), Conley 16 (5/8, 0/1), Autry 11 (2/4, 1/3), Barlow 12 (3/6, 1/2), Radojevic, Giachetti 4 (2/6, 0/2), Garri 7 (2/4, 1/2), Santorossa 7 (2/2, 0/1), Pierich ne. Allenatore: Banchi.
DE VIZIA: Grant 21 (6/8, 0/1), Johnson 19 (2/2, 3/5), Carlisle 23 (4/9, 4/10), Stevenson 21 (4/7, 3/7), McGhee 4 (2/2), Hafnar 4 (2/2, 0/2), Nobile 3 (1/1 da tre), Prickett 6 (3/5). Ne: Ciorciari, Simeoli. All: Dalmonte.
ARBITRI: Filippini di Bologna e Di Modica di Ragusa.
NOTE - Tiri liberi: Mabo 21/24, De Vizia 22/25. Tiri da 2: Mabo 22/41, 23/35. Tiri da 3: Mabo 9/23, De Vizia 11/26. Mabo: 11 perse, 22 rec. De Vizia: 20 perse, 13 rec. Rimbalzi: Mabo 27, De Vizia 36. 5 falli: Prickett 32'48", McGhee 37'02", Santarossa 37'35", Elliott 38'26". Spettatori 2.800, incasso 33.754 euro. Parziali: 27-27, 47-59, 66-81.
LIVORNO. Una calda e una fredda. Niente da dire, quando vede le canottiere di Avellino la Mabo va in tilt. Asfaltata a metà novembre in un posticipo tv diventato presto tiro al bersaglio, la banda di Banchi si concede uno spiacevole bis al ritorno, nella partita che poteva mettere il sigillo di ceralacca in calce alla salvezza. Sul banco degli imputati c'è la difesa, un atteggiamento troppo permissivo contro una De Vizia farcita di americani e di micidiali tiratori dal perimetro. Trenta minuti sbagliati, duri come una pannacotta, a illudersi di poter duellare a chi segnava di più invece di sputare sangue per aggredire, sporcare le linee di passaggio, costringere un quintetto di grandi solisti a tirar fuori l'egoismo che è dentro ognuno di loro. Invece Livorno è scesa sul terreno preferito dal nemico, ha subìto 59 punti in 20', e quando si è messa a difendere sul serio ormai la frittata era già in tavola. 66-81 alla sirena del terzo quarto, negli ultimi dieci minuti la Mabo ha tirato fuori le unghie, fatto un passo avanti e col pressing nel periodo di massimo sforzo è arrivata fino a meno sette. E qui anche la 'malasuerte' ci ha messo lo zampino: due triple di Sambugaro e Barlow girano sul ferro e poi escono beffarde, Giachetti si mangia un contropiede solo come un eremita, insomma non era giornata. La De Vizia aziona l'estintore, spegne l'ultimo fuocherello nemico e firma il 2-0 negli scontri diretti.
Niente da dire: Stevenson e Geno Carlisle hanno iniziato l'opera, l'ex Tyrone Grant e un Sidney Johnson mai visto prima (19 punti, 6/6 ai liberi, 7 rimbalzi e 28 di valutazione) la completano. Avellino ha seguito la linea di Cantù e Fabriano, si è farcita di stranieri e dopo una settimana di passione anche la panchina di Dalmonte ora è più salda. Merito anche di Geno Carlisle: l'ex varesino, arrivato in Irpinia mercoledì, nel primo quarto si è guardato intorno, nel secondo ha sparato 17 punti, creando i presupposti per la fuga decisiva. Livorno doveva inventare qualcosa di speciale per mettere le manette ai pistoleri biancoverdi, invece la difesa a uomo era floscia e quando Banchi ha tentato con la zona 3-2, dagli angoli Stevenson e Carlisle hanno suonato le campane a morto. Elliott e Conley hanno risposto presente (39 punti in due), ma Autry, Sambugaro e Barlow sono rimasti sottotraccia, la panchina per una volta non ha pescato il coniglio dal cilindro e Radojevic è transitato sul parquet come un banco di nebbia in Val Padana.
Autry mette subito la tripla, Conley è un kriss malese, ma Stevenson gli rende subito la pariglia crivellando da tre la retina amaranto. L'ultimo vantaggio interno è sul 13-12 (4'11"), poi la De Vizia prende la testa e non la mollerà più, anche se una bomba da tre di Elliott impatta il punteggio al 10' (27-27). Si riparte e Carlisle diventa un...genio. 17 punti nel secondo tempino confezionano un parziale di 24-11 in 9' per gli ospiti. Sul 38-51 Avellino detta legge, nel terzo quarto una reazione amaranto non è assistita dalla fortuna, che sul 57-65 (24') respinge la bomba del possibile -5, ma sono episodi. La De Vizia riparte, vola a +16 (59-75, 27'), massimo vantaggio. Garri comincia l'ultimo quarto da leone, due fiammate di Giachetti e una tripla dello stesso Garri accendono il pubblico (82-89, 36'30"), però Johnson e Grant sono freddi come cacciatori di taglie. E un arbitraggio scadente aumenta solo il rimpianto.
Renzo Marmugi
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