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Scaligera, è l’ultima spiaggia

Potrebbero esserci le condizioni economiche per salvare la società

«Attualmente Verona non può essere ammessa e non ha nemmeno presentato domanda di ammissione per il campionato 2002-2003. Se poi un gruppo di società chiederà un’assemblea per discutere di questo problema, lo faremo. Ma, a meno che i proprietari non decidano di cambiare le regole, per noi Verona è out». È quanto ha dichiarato il presidente della Legabasket Enrico Prandi. Sono parole che pesano come un macigno sul destino della Scaligera Basket proprio quando sembra vi siano le condizioni economiche per rilevare la società, grazie all’impegno di Giuseppe Vicenzi che avrebbe trovato anche un accordo con Sandro Bordato per unire le forze. Ma dall’acquisizione, attraverso il Tribunale, dei beni della fallita Scaligera Basket alla restituzione del titolo sportivo per la A1 il passo non è breve. Secondo Prandi, infatti, bisogna passare attraverso una modifica delle regole vigenti, quelle fissate dall’articolo 11 dell’accordo Lega-Fip che impedisce la restituzione del titolo sportivo ad una società fallita o quelle relative ai parametri sul tetto minimo di stipendi ai giocatori, approvati anche dall’ex presidente Fiorillo, ma non rispettati dalla Scaligera nell’ultima stagione. O, ancora, dalla mancata richiesta di iscrizione al campionato, tasto sul quale alla Scaligera si obietta che questa non poteva essere presentata da una società fallita (e senza titolo sportivo essendo questo stato revocato dalla Fip), ma, semmai, dalla società che avesse rilevato dal fallimento la vecchia Scaligera. In passato, la Lega ha sovente cambiato le regole in corsa e Giuseppe Vicenzi potrebbe tentare sino all’ultimo di trovare appoggio negli altri proprietari per far valere il pieno titolo di Verona di godere di un diritto, la A1, acquisito sul campo, che la Federbasket (il presidente ne ha facoltà) già in passato ha restituito ad altre società dichiarate fallite. Pesa molto, però, la volontà della Lega, condivisa dalla Fip, di arrivare il prima possibile ad un campionato a 16 squadre ed è chiaro che la scomparsa di Verona farebbe abbreviare i tempi verso questo obiettivo.
Le speranze di salvare il grande basket a Verona, insomma, restano legate ad un esile filo che l’unità di intenti di Verona (le istituzioni restano indifferenti?), di chi ha lavorato per la salvezza della Scaligera, la diplomazia ed il prestigio di Vicenzi potrebbero riuscire ad irrobustire. Ma i tempi sono veramente ridotti al minimo.
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