PESARO – Era con le spalle al muro, la Scavolini in Eurolega. Ma mercoledì scorso a Bologna, con uno scatto rabbioso e potente, è riuscita a divincolarsi e a mettere in fuga il primo assalitore (la Skipper). Adesso se ne trova di fronte un altro (la Benetton), quello che le ha dato la prima botta in testa del girone (28 punti di scarto), a sua volta rintronato per l’improvviso e devastante “diretto" di Jasikevicius che l’ha messo al tappeto giovedì sul ring di Barcellona, all’ultimo secondo di un match a lungo dominato “ai punti". La metafora pugilistica si addice alla rissa accanita (“dogfight", l’ha definita il sito internet dell’Eurolega) che si è scatenata nel girone “latino". E dopodomani il BPA Palas diventerà una sorta di ultima spiaggia, più per Pesaro che per Treviso a dire il vero. Perdere in casa, per la Scavolini, vorrebbe dire salutare le residue speranze di accesso alla Final Four europea. Vincere non sarebbe ancora una garanzia, naturalmente, e neppure si può pensare realisticamente ad un ribaltone rispetto alla gara d’andata (ovvero vincere di 30...), ma certo un successo rappresenterebbe un passo dignitoso e importante nel cammino della squadra pesarese nella seconda, prestigiosa fase del massimo torneo continentale.
La Scavolini, insomma, è chiamata a fare il suo dovere fino in fondo, ad impegnarsi al massimo, ad onorare nel migliore dei modi il privilegio di partecipare alla Coppa europea, specie di fronte ad un pubblico che, al di là dei risultati a volte imprevedibili e rocamboleschi, richiede soprattutto “cuore" e volontà: lo ha dimostrato in occasione del finale-beffa col Barcellona, applaudendo comunque una squadra che aveva saputo sfoderare grinta e determinazione.
G.Iac.
La Scavolini, insomma, è chiamata a fare il suo dovere fino in fondo, ad impegnarsi al massimo, ad onorare nel migliore dei modi il privilegio di partecipare alla Coppa europea, specie di fronte ad un pubblico che, al di là dei risultati a volte imprevedibili e rocamboleschi, richiede soprattutto “cuore" e volontà: lo ha dimostrato in occasione del finale-beffa col Barcellona, applaudendo comunque una squadra che aveva saputo sfoderare grinta e determinazione.
G.Iac.