PESARO - Dalle parole ai fatti. Valter Scavolini potrebbe passare la mano, è stanco e forse questa volta gli appelli di una successione esterna saranno colti per davvero. «Ho dato incarico al mio commercialista di verificare se c’è qualcuno che vuole dare continuità alla società - ammette il presidente onorario - Non sarebbe giusto continuare sulla strada intrapresa negli ultimi anni, far lavorare l’azienda per la squadra, e ci sarà un ridimensionamento. Quest’anno, con una grossa squadra, non abbiamo ottenuto nè risultati nè pubblico e queste cose fanno riflettere». Ha avuto delle risposte? «Per ora no, e non so se il commercialista si è rivolto ad un’agenzia». Ma il figlio Gian Marco, alla domanda specifica riguardo una società di ricerca ai quali la famiglia si sarebbe rivolta ha risposto: «Niente nomi, per favore», lasciando intendere che quella dell’agenzia è più di un’ipotesi. «Se siamo disposti a cedere ad un non pesarese? Può darsi - continua Valter Scavolini - Di certo non permetteremo che il titolo sia portato da un altra parte. La squadra resta a Pesaro, questo è sicuro». Il pericolo di una scissione di quello che da sempre è stato ed è un tutt’uno è serissimo, e dopo 27 anni il basket a Pesaro potrebbe subire un vero e proprio choc. La stagione appena conclusa è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso: le spese non ripagate e lo scetticismo della gente, per finire con la pubblica presa di posizione contro il coach. Tutte cose che non hanno fatto piacere a Valter Scavolini. Intanto ieri a Roma si è riunito il Consiglio Federale, che ha deliberato su alcuni scottanti temi. Dal prossimo campionato in Serie A ci sarà un tetto massimo di sei stranieri tesserabili, ma solo cinque potranno giocare (5-4 in LegaDue). La legge del Governo dovrà essere approvata dal Senato la prossima settimana, ma l’art 22 è già passato, quindi il basket finalmente ha regole chiare. Beric e Tusek sono considerati extracomunitari, di conseguenza la Scavolini - se resteranno entrambi - potrà tenere in campo altri tre non italiani. Una decisione che non farà fare salti di gioia a chi, come Treviso o Cantù, ha in squadra tanti stranieri. Il numero minimo degli italiani resta tre. Un’altra novità è il triplo arbitraggio (solo per la Serie A), i fischietti saranno valutati, oltre che da una commissione speciale (per il 70%), pure dagli allenatori (per il 30%). Siena sostituisce Cantù nella prossima Eurolega (la Scavolini non pare intenzionata a partecipare alla seconda Coppa), il prossimo campionato sarà a 18 squadre (Verona non è stata ammessa) ed entro due anni si arriverà a 16. La decisione sull’albo dei procuratori è stata rinviata. La Scavolini Cadetti ha perso in semifinale dalla MontePaschi Siena per 58-66 e oggi giocherà la finalina per il terzo-quarto posto con Caserta.
Camilla Cataldo
Camilla Cataldo