ROMA - Sapore di novità nella pallacanestro italiana: dal campionato prossimo saranno tre gli arbitri a dirigere le partite della serie A1. Innovazione chiesta da tempo da allenatori, giocatori e dirigenti e sempre rinviata per ragioni diverse, non ultima quella economica, e diventata attuale dopo le numerose polemiche del torneo appena concluso con l’invasione di campo a Bologna in occasione di gara-3 della finale scudetto. Tre fischietti in campo ci sono già in America con i professionisti, nelle partite sotto l’egida dell’Uleb (da due anni, e parliamo delle coppe internazionali) ma anche in Grecia, in Spagna, in Gran Bretagna per quel che riguarda i playoff e, dall’anno prossimo, insieme all’Italia, in Francia.
Maurizio Martolini, vicepresidente del Cia della Federbasket, ex arbitro di alto livello, si è battuto l’introduzione del terzo arbitro. «L’arbitraggio così diventerà molto più preciso - osserva Martolini - e in campo ci saranno meno punti morti». Questi i pro, ma ci sono anche i contro con tre arbitri (e sei occhi) a dirigere la partita. «Il gioco potrà essere meno spettacolare, con diverse interruzioni, perché così non sfuggirà davvero niente». Diminuiranno i fischi sbagliati per cattiva posizione sul campo e i furbissimi del parquet avranno vita più complicata. I tre arbitri si divideranno il campo in questo modo: uno, l’arbitro guida, rimarrà sul fondo; un altro sarà spostato sulla destra verso la metà campo e il terzo a trequarti di campo. Ovviamente, seguendo l’azione del gioco e invertendo le loro posizioni in continuazione. «La scelta del consiglio federale di ieri - continua Martolini - è positiva: ci saranno meno errori e tre arbitri medi possono realizzare un buon arbitraggio. Un inconveniente? I nostri fischietti si divertiranno di meno perché non saranno più i protagonisti».
Carlo Santi
Maurizio Martolini, vicepresidente del Cia della Federbasket, ex arbitro di alto livello, si è battuto l’introduzione del terzo arbitro. «L’arbitraggio così diventerà molto più preciso - osserva Martolini - e in campo ci saranno meno punti morti». Questi i pro, ma ci sono anche i contro con tre arbitri (e sei occhi) a dirigere la partita. «Il gioco potrà essere meno spettacolare, con diverse interruzioni, perché così non sfuggirà davvero niente». Diminuiranno i fischi sbagliati per cattiva posizione sul campo e i furbissimi del parquet avranno vita più complicata. I tre arbitri si divideranno il campo in questo modo: uno, l’arbitro guida, rimarrà sul fondo; un altro sarà spostato sulla destra verso la metà campo e il terzo a trequarti di campo. Ovviamente, seguendo l’azione del gioco e invertendo le loro posizioni in continuazione. «La scelta del consiglio federale di ieri - continua Martolini - è positiva: ci saranno meno errori e tre arbitri medi possono realizzare un buon arbitraggio. Un inconveniente? I nostri fischietti si divertiranno di meno perché non saranno più i protagonisti».
Carlo Santi