PESARO — Sconcerto nel mondo del basket italiano per la decisione di Valter Scavolini di mettere in vendita la società. E stavolta non sembra il solito sfogo di fine stagione. Altre volte il patròn aveva minacciato di mollare per delusioni e ingiustizie sportive, oggi sembra stanco di un mondo dove ormai è più la fatica del gusto. Maurizio Gherardini, direttore generale della Benetton, società che assomiglia alla Vuelle per la presenza fissa di una famiglia da anni alle spalle del club, così commenta: «Sicuramente è un segno di disagio, ma spero che appartenga al fantabasket di questo ultimo periodo della nostra stagione. Scavolini rappresenta un pezzo importante della storia del basket nazionale, è un patrimonio di tutti, non solo di Pesaro e l'idea che possa valutare di uscire dal nostro mondo deve farci meditare. Magari si tratta di una provocazione per stimolare l'ambiente, la gente — azzarda Gherardini —: io non conosco a fondo la realtà pesarese, non so cosa stia pensando Valter però potrebbe essere il modo di raggruppare tutti dietro i nuovi obiettivi che si sta dando. Spero tanto che sia così: una provocazione. Perché pensare Pesaro senza Scavolini mi sembra impossibile».
Il Ct della Nazionale Charlie Recalcati appare colpito dalla notizia, che ormai ha fatto il giro d'Italia: «Sarebbe un peccato perdere una famiglia così, di sicuro non è un bel segnale per il nostro movimento. Scavolini è il marchio più vecchio del nostro basket, è un segno di continuità, la dimostrazione di come si può stare dentro il basket accettando ogni anno gioie e dolori. Mi auguro che sia un momento di amarezza passeggero — dice Recalcati —, spero che resterà ancora un simbolo per tutti noi, un simbolo della passione per il nostro sport. Vuole ringiovanire la squadra? Vuole renderla più italiana? Sappia che Pecile è pronto. E' pronto tecnicamente ma è anche un bello spot dal punto di vista umano: e sappiamo quanto la nostra pallacanestro abbia bisogno di identificarsi in personaggi italiani positivi».
Dado Lombardi è il nuovo direttore generale della Virtus Bologna, da lui le parole più poetiche: «Valter Scavolini è lo sponsor della nostra pallacanestro per antonomasia, rappresenta un'epoca. Avere la forza di ringiovanirsi ogni anno per andare avanti non dev'essere stato facile e lo capisco, ma deve sapere che quando si pensa al basket italiano lui è una delle prime associazioni mentali che ti vengono in mente. Il momento è difficile — ammette Lombardi — i prezzi sono esorbitanti, i ricavi sono minimi, la competizione sfrenata: il nostro basket ha sbagliato politica, non ha capito che la prima cosa era quella di cercare le entrate. Ma Valter Scavolini è come un computer che ha in memoria tutta la nostra pallacanestro, se il computer si spegnesse sarebbe un danno gravissimo per tutti. Confido ancora che il suo grande amore per questo sport lo faccia desistere dall'abbandono, se perde fiducia lui la perdiamo tutti».
Elisabetta Ferri
Il Ct della Nazionale Charlie Recalcati appare colpito dalla notizia, che ormai ha fatto il giro d'Italia: «Sarebbe un peccato perdere una famiglia così, di sicuro non è un bel segnale per il nostro movimento. Scavolini è il marchio più vecchio del nostro basket, è un segno di continuità, la dimostrazione di come si può stare dentro il basket accettando ogni anno gioie e dolori. Mi auguro che sia un momento di amarezza passeggero — dice Recalcati —, spero che resterà ancora un simbolo per tutti noi, un simbolo della passione per il nostro sport. Vuole ringiovanire la squadra? Vuole renderla più italiana? Sappia che Pecile è pronto. E' pronto tecnicamente ma è anche un bello spot dal punto di vista umano: e sappiamo quanto la nostra pallacanestro abbia bisogno di identificarsi in personaggi italiani positivi».
Dado Lombardi è il nuovo direttore generale della Virtus Bologna, da lui le parole più poetiche: «Valter Scavolini è lo sponsor della nostra pallacanestro per antonomasia, rappresenta un'epoca. Avere la forza di ringiovanirsi ogni anno per andare avanti non dev'essere stato facile e lo capisco, ma deve sapere che quando si pensa al basket italiano lui è una delle prime associazioni mentali che ti vengono in mente. Il momento è difficile — ammette Lombardi — i prezzi sono esorbitanti, i ricavi sono minimi, la competizione sfrenata: il nostro basket ha sbagliato politica, non ha capito che la prima cosa era quella di cercare le entrate. Ma Valter Scavolini è come un computer che ha in memoria tutta la nostra pallacanestro, se il computer si spegnesse sarebbe un danno gravissimo per tutti. Confido ancora che il suo grande amore per questo sport lo faccia desistere dall'abbandono, se perde fiducia lui la perdiamo tutti».
Elisabetta Ferri
Fonte: Il Resto del Carlino