FABRIANO - Il conto alla rovescia per salvare il Fabriano Basket è partito. Venerdì 28 giugno è l'ultimo giorno disponibile per iscriversi al campionato di serie A1: se entro quella data non arriveranno i soldi necessari per affrontare la stagione (diciamo due milioni di euro), Fabriano sarà fuori dalla carta geografica del basket dopo 23 anni consecutivi tra A2 e A1. Dal CdA di venerdì sera non è uscito nulla di positivo: per ora nessuno dei vecchi sostenitori (Mediterranea a parte) ha messo nero su bianco per spalleggiare economicamente la società di via Di Vittorio. "La vedo male", dice il presidente Claudio Biondi, "ci restano pochi giorni per concretizzare qualcosa. Senza garanzie non potremo andare avanti".
La fidejussione, alla fine, è il male minore (150 mila euro), perché inoltre bisogna dimostrare di avere un bilancio in regola e i presupposti economici per affrontare la stagione, particolare su cui Lega e Federazione da quest'anno giustamente non transigono. Si cercano appoggi, allora. Il Comune, attraverso l'assessore Paladini e il primo cittadino Sorci, si è detto disponibile a stare vicino alla pallacanestro, anche perché non sarebbe sicuramente un bel biglietto da visita per il nuovo sindaco veder scomparire le due massime realtà sportive fabrianesi (volley di B1 e basket di A1) dopo neanche quindici giorni dal suo insediamento, in una città che tra l'altro offre pochissimo a livello ludico e sociale. Ma qualche contatto tra Comune e dirigenza per stilare un minimo progetto di salvataggio si sono avuti solo l'altroieri ("ho sentito al telefono Sorci", riferisce Biondi, "vedremo quello che si potrà fare") visto che la società prima non si era fatta viva nelle sedi comunali per chiedere aiuto. E qui comincia la dietrologia politica di cui si discute in giro, secondo la quale Biondi, dopo la sconfitta elettorale, avrebbe tirato i remi in barca sul fronte cestistico, tanto che si sono dissolti i contatti economici prima avviati e promessi (Antonio Merloni e Gatto Cucine). "Questo non centra nulla", spiega Biondi, "l'impegno c'è, i contatti pure, solo che nessuno si decide".
Anche i tifosi, che avevano interpretato le nostre preoccupazioni come i canti delle solite cassandre, adesso hanno capito che la situazione è ingarbugliata ed hanno iniziato a muoversi. "Siamo molto delusi", recita il duro messaggio del club Alta Tensione, "ci sembra assurdo che una città dalle potenzialità di Fabriano rischi di non far iscrivere la sua squadra al campionato di A1, dopo una stagione esaltante, a parte le ultime gare. Dalle dichiarazioni sembrava che la società avesse raggiunto una certa solidità economica, invece fino alle elezioni sono state tenute oscure le reali difficoltà, confermando che sport e politica non possono andare di pari passo. Tutto è venuto fuori all'improvviso. Si è perso molto tempo. Ora ci auguriamo che gli imprenditori locali non ci deludano, se non altro per reinvestire un minimo nello sport e nel sociale. Il basket è troppo radicato in questa città, tanto da rappresentare l'unico svago esistente. Non può scomparire". I tifosi stanno organizzando anche altre iniziative. Si spera che l'àncora arrivi in tempo dai Merloni, dai produttori di cappe o da qualunque altro ente o azienda della città. Anche se è molto umiliante ogni anno elemosinare in questa maniera per ottenere ciò che altrove avviene naturalmente.
Ferruccio Cocco
La fidejussione, alla fine, è il male minore (150 mila euro), perché inoltre bisogna dimostrare di avere un bilancio in regola e i presupposti economici per affrontare la stagione, particolare su cui Lega e Federazione da quest'anno giustamente non transigono. Si cercano appoggi, allora. Il Comune, attraverso l'assessore Paladini e il primo cittadino Sorci, si è detto disponibile a stare vicino alla pallacanestro, anche perché non sarebbe sicuramente un bel biglietto da visita per il nuovo sindaco veder scomparire le due massime realtà sportive fabrianesi (volley di B1 e basket di A1) dopo neanche quindici giorni dal suo insediamento, in una città che tra l'altro offre pochissimo a livello ludico e sociale. Ma qualche contatto tra Comune e dirigenza per stilare un minimo progetto di salvataggio si sono avuti solo l'altroieri ("ho sentito al telefono Sorci", riferisce Biondi, "vedremo quello che si potrà fare") visto che la società prima non si era fatta viva nelle sedi comunali per chiedere aiuto. E qui comincia la dietrologia politica di cui si discute in giro, secondo la quale Biondi, dopo la sconfitta elettorale, avrebbe tirato i remi in barca sul fronte cestistico, tanto che si sono dissolti i contatti economici prima avviati e promessi (Antonio Merloni e Gatto Cucine). "Questo non centra nulla", spiega Biondi, "l'impegno c'è, i contatti pure, solo che nessuno si decide".
Anche i tifosi, che avevano interpretato le nostre preoccupazioni come i canti delle solite cassandre, adesso hanno capito che la situazione è ingarbugliata ed hanno iniziato a muoversi. "Siamo molto delusi", recita il duro messaggio del club Alta Tensione, "ci sembra assurdo che una città dalle potenzialità di Fabriano rischi di non far iscrivere la sua squadra al campionato di A1, dopo una stagione esaltante, a parte le ultime gare. Dalle dichiarazioni sembrava che la società avesse raggiunto una certa solidità economica, invece fino alle elezioni sono state tenute oscure le reali difficoltà, confermando che sport e politica non possono andare di pari passo. Tutto è venuto fuori all'improvviso. Si è perso molto tempo. Ora ci auguriamo che gli imprenditori locali non ci deludano, se non altro per reinvestire un minimo nello sport e nel sociale. Il basket è troppo radicato in questa città, tanto da rappresentare l'unico svago esistente. Non può scomparire". I tifosi stanno organizzando anche altre iniziative. Si spera che l'àncora arrivi in tempo dai Merloni, dai produttori di cappe o da qualunque altro ente o azienda della città. Anche se è molto umiliante ogni anno elemosinare in questa maniera per ottenere ciò che altrove avviene naturalmente.
Ferruccio Cocco