Mancava solo l'ufficializzazione a sancire il divorzio fra la Di Nola e Piero Bucchi. E ieri, a metà di una torrida giornata d'estate, è arrivata anche quella. Con tre righe, soltanto tre righe, la Nuova Pallacanestro Napoli ha annunciato «d'aver sollevato dall'incarico» il coach bolognese che per il prossimo campionato di serie A sembra destinato ad accomodarsi sulla panchina di Roma. Nessuna sorpresa, dunque, è intervenuta a modificare un epilogo che ai più era parso chiaro già giovedì scorso quando l'avvocato Maione aveva convocato una conferenza stampa per fornire la sua versione dei fatti sulla vicenda. Ora, dopo l'addio anticipato da Bucchi (che aveva un contratto fino al giugno del 2003) la Di Nola dovrà valutare con attenzione la rosa dei candidati dalla quale verrà fuori il nome del nuovo coach.
«Sarà una scelta da compiere dopo mille verifiche - spiega il giemme Andrea Fadini - Valutazioni che terranno conto anche dell'esperienza che il sottoscritto ha maturato a Napoli. Inoltre, fattore molto importante, bisognerà considerare le nuove regole che si profilano all'orizzonte della serie A ed in particolare il numero di stranieri che ogni squadra potrà tesserare. Perché un tecnico può essere adatto a guidare un tipo di gruppo e molto meno a dirigerne un altro». Prima di tutto la squadra, dunque. O, almeno, il tipo di squadra che Fadini ha in mente di varare. Anche da quella, infatti, sarà condizionata la scelta del nuovo allenatore. «La storia insegna che chi è reduce da un campionato brillante difficilmente riesce subito a fare il bis - aggiunge Fadini - Il nostro nuovo allenatore, quindi, non dovrà necessariamente avere un cognome di grido. Importante, invece, è che abbia già allenato al Sud e che possieda le doti tipiche dell'uomo-società».
Carlo Carione
«Sarà una scelta da compiere dopo mille verifiche - spiega il giemme Andrea Fadini - Valutazioni che terranno conto anche dell'esperienza che il sottoscritto ha maturato a Napoli. Inoltre, fattore molto importante, bisognerà considerare le nuove regole che si profilano all'orizzonte della serie A ed in particolare il numero di stranieri che ogni squadra potrà tesserare. Perché un tecnico può essere adatto a guidare un tipo di gruppo e molto meno a dirigerne un altro». Prima di tutto la squadra, dunque. O, almeno, il tipo di squadra che Fadini ha in mente di varare. Anche da quella, infatti, sarà condizionata la scelta del nuovo allenatore. «La storia insegna che chi è reduce da un campionato brillante difficilmente riesce subito a fare il bis - aggiunge Fadini - Il nostro nuovo allenatore, quindi, non dovrà necessariamente avere un cognome di grido. Importante, invece, è che abbia già allenato al Sud e che possieda le doti tipiche dell'uomo-società».
Carlo Carione