PESARO - Una domenica al mare, con il telefonino acceso, per fortuna.
Stefano Pillastrini si abbronza tra una video-cassetta cestistica e l’altra, nell’attesa di inserire i tasselli nel mosaico ancora vuoto e incerto.
La concreta ipotesi di cessione, prospettata seriamente da patròn Valter, un po’, ha sorpreso anche lui, ma il coach biancorosso preferisce far parlare gli altri al riguardo («è lui che sa quello che vuole dire»).
Qualche incomprensione c’è stata con l’evolversi degli eventi, ma si andrà avanti ancora insieme, come ha ribadito più volte la famiglia Scavolini. Cercando di fare le cose per bene con i mezzi che sono a disposizione.
Anche se, con i se e i ma che oggi campeggiano tutto intorno e che faranno stare sull’attenti i pesaresi almeno fino all’inizio della stagione, è meglio non dare niente per scontato.
Il tecnico con casa a Cervia si sta tenendo aggiornato su un vasto parco di giocatori, segue Camp, finali giovanili e ingurgita decine e decine di filmati. Nell’attesa di ricominciare a pieno ritmo alla fine dell’estate.
Fare il punto della situazione adesso, è come pensare di uscire di casa in maniche lunghe: impossibile.
E allora proviamo ugualmente a scandagliare qualche tema di stretta attualità.
E’ d’accordo con i programmi tracciati, in particolar modo quello di allestire una squadra con 4-5 giovani?
«Le direttive della società vanno rispettate al 100% - si attiene Pillastrini - non si possono seguire altre strade e credo che si possa far bene anche in queste condizioni. Il problema maggiore è costruire una formazione equilibrata, ma non abbiamo ancora le idee chiare su come muoverci. Non ne abbiamo discusso approfonditamente e non sono emersi particolari nomi».
Ha chiamato a rapporto i vecchi componenti della squadra?
«No, e non ho intenzione di parlare con nessuno, fino a quando i programmi non saranno chiari».
Piaciuto Pecile (in partenza per la Cina, ancora assieme a Malaventura -ndr) in Nazionale?
«Tantissimo - lo elogia il suo coach - L’ho visto davvero bene».
Che ruolo pensa di ritagliargli nella nuova Scavolini?
«E’ difficile dirlo quando non si conoscono i nomi degli altri elementi. Sarà ancora un giocatore importante e credo che sia nella logica delle cose che la sua crescita continui».
Cinque extracomunitari al massimo in campo in Serie A, lo ha deciso l’ultimo Consiglio Federale. Una bella notizia?
«Personalmente penso che più italiani giochino nel nostro campionato, meglio sia per tutto il movimento. L’intervento dello Stato è lieve, è la Federazione che deve dare regole certe. Non trovo giusto porre grossi limiti da subito, perchè ci sono squadre come Cantù che già hanno rinunciato all’Eurolega per questi motivi. Deve essere un’operazione preparata con cura, le società devono avere del tempo per potersi adeguare. Se arriveremo a tanto? Non lo so, se fossi nella Federazione farei di tutto per italianizzare il nostro basket».
Perchè ancora, nel panorama italiano, non si è ancora mosso praticamente niente?
«Perchè la maggior parte delle società è impegnata a studiare la situazione nella sua interezza - sostiene Stefano Pillastrini - Le problematiche economiche, tecniche e dirigenziali hanno la priorità rispetto alla costruzione della squadra».
Dal prossimo settembre anche gli allenatori potranno giudicare l’operato della terna arbitrale: una novità... «Un’innovazione che può aiutare tutto il movimento. Il problema arbitrale a certi livelli - allargando il campo anche agli altri sport - è irrisolvibile, ma è importante che noi tecnici possiamo fare qualcosa per migliorare la situazione. L’ideale sarebbe se si potesse imparare insieme - conclude il coach della Scavolini - una sorta di corsi di istruzione comuni».
Camilla Cataldo
Stefano Pillastrini si abbronza tra una video-cassetta cestistica e l’altra, nell’attesa di inserire i tasselli nel mosaico ancora vuoto e incerto.
La concreta ipotesi di cessione, prospettata seriamente da patròn Valter, un po’, ha sorpreso anche lui, ma il coach biancorosso preferisce far parlare gli altri al riguardo («è lui che sa quello che vuole dire»).
Qualche incomprensione c’è stata con l’evolversi degli eventi, ma si andrà avanti ancora insieme, come ha ribadito più volte la famiglia Scavolini. Cercando di fare le cose per bene con i mezzi che sono a disposizione.
Anche se, con i se e i ma che oggi campeggiano tutto intorno e che faranno stare sull’attenti i pesaresi almeno fino all’inizio della stagione, è meglio non dare niente per scontato.
Il tecnico con casa a Cervia si sta tenendo aggiornato su un vasto parco di giocatori, segue Camp, finali giovanili e ingurgita decine e decine di filmati. Nell’attesa di ricominciare a pieno ritmo alla fine dell’estate.
Fare il punto della situazione adesso, è come pensare di uscire di casa in maniche lunghe: impossibile.
E allora proviamo ugualmente a scandagliare qualche tema di stretta attualità.
E’ d’accordo con i programmi tracciati, in particolar modo quello di allestire una squadra con 4-5 giovani?
«Le direttive della società vanno rispettate al 100% - si attiene Pillastrini - non si possono seguire altre strade e credo che si possa far bene anche in queste condizioni. Il problema maggiore è costruire una formazione equilibrata, ma non abbiamo ancora le idee chiare su come muoverci. Non ne abbiamo discusso approfonditamente e non sono emersi particolari nomi».
Ha chiamato a rapporto i vecchi componenti della squadra?
«No, e non ho intenzione di parlare con nessuno, fino a quando i programmi non saranno chiari».
Piaciuto Pecile (in partenza per la Cina, ancora assieme a Malaventura -ndr) in Nazionale?
«Tantissimo - lo elogia il suo coach - L’ho visto davvero bene».
Che ruolo pensa di ritagliargli nella nuova Scavolini?
«E’ difficile dirlo quando non si conoscono i nomi degli altri elementi. Sarà ancora un giocatore importante e credo che sia nella logica delle cose che la sua crescita continui».
Cinque extracomunitari al massimo in campo in Serie A, lo ha deciso l’ultimo Consiglio Federale. Una bella notizia?
«Personalmente penso che più italiani giochino nel nostro campionato, meglio sia per tutto il movimento. L’intervento dello Stato è lieve, è la Federazione che deve dare regole certe. Non trovo giusto porre grossi limiti da subito, perchè ci sono squadre come Cantù che già hanno rinunciato all’Eurolega per questi motivi. Deve essere un’operazione preparata con cura, le società devono avere del tempo per potersi adeguare. Se arriveremo a tanto? Non lo so, se fossi nella Federazione farei di tutto per italianizzare il nostro basket».
Perchè ancora, nel panorama italiano, non si è ancora mosso praticamente niente?
«Perchè la maggior parte delle società è impegnata a studiare la situazione nella sua interezza - sostiene Stefano Pillastrini - Le problematiche economiche, tecniche e dirigenziali hanno la priorità rispetto alla costruzione della squadra».
Dal prossimo settembre anche gli allenatori potranno giudicare l’operato della terna arbitrale: una novità... «Un’innovazione che può aiutare tutto il movimento. Il problema arbitrale a certi livelli - allargando il campo anche agli altri sport - è irrisolvibile, ma è importante che noi tecnici possiamo fare qualcosa per migliorare la situazione. L’ideale sarebbe se si potesse imparare insieme - conclude il coach della Scavolini - una sorta di corsi di istruzione comuni».
Camilla Cataldo
