LIVORNO. Suona il campanello d'allarme per il basket livornese. Due mesi dopo la fine del campionato di A1 in casa Mabo continua a non muoversi foglia. E adesso la situazione comincia a preoccupare. Il vantaggio temporale che Livorno aveva ottenuto concludendo le ostilità in anticipo rispetto alle dodici squadre impegnate nei playoff è andato in fumo. Ma questo sarebbe il minimo.
Il fatto è che le risposte che la società aveva chiesto alla città, imprenditori, liberi professionisti, istituti di credito, per adesso non sono arrivate. E così il nuovo bilancio non è ancora stato definito, lo staff tecnico non sa su quale budget potrà contare e non può muoversi sul mercato, pur avendo già individuato il nuovo pivot e tenuto stretti i contatti con Rodney Elliott, che nelle intenzioni di Banchi dovrebbe essere il fulcro del nuovo gruppo. Nel frattempo anche lo sponsor Mabo (che possiede il 25 per cento del capitale sociale) potrebbe tirarsi indietro e decidere di rimanere in società ma non comparire sulle maglie amaranto, qualora non si riuscisse ad allestire una squadra di alto profilo.
E così il quadro d'improvviso (ma non troppo, visto che un segnale preoccupato sulla situazione di stallo lo avevamo lanciato già due settimane fa) si fa grigio. L'auspicio è che possa tornare sereno già durante questa settimana che si prospetta davvero decisiva. Giovedì pomeriggio infatti il presidente Nieri e i rappresentanti di via Pera torneranno ancora una volta dal sindaco Lamberti, l'amico del basket, per capire su quali basi concrete la pallacanestro livornese potrà contare. E a quel punto sapremo davvero la verità riguardo alla squadra che l'anno prossimo rappresenterà la città in serie A1.
Qualora le risposte non arrivassero (le imprese che saranno impegnate nella Porta a Terra hanno dato la loro disponibità a parlare di un sostegno alla pallacanestro, ma per il momento non ci sono ancora accordi scritti) c'è il rischio che Livorno parta con un gruppo di basso profilo, una squadra composta prevalentemente di italiani (Giachetti, Santarossa, Parente e Sambugaro rappresentano il vero patrimonio della società, oltre a Cotani e Garri che hanno ancora un anno di contratto e dovrebbero allungare il legame con via Pera in questi giorni) e magari qualche giovane straniero pescato nel sommerso.
Ma come abbiamo detto si tratta soltanto di un'ipotesi, che potrebbe invece essere smentita dagli sviluppi di questa settimana. «Se ci danno il 'via' siamo pronti a far partire il progetto per il decollo definitivo del basket livornese», dice il general manager Faraoni. Siamo arrivati insomma al momento della verità. Chi ha a cuore le sorti della pallacanestro amaranto è pregato di muoversi. L'alternativa è tra un campionato di sofferenza, sullo stile di Reggio Calabria l'anno scorso, che ha ricostruito durante l'anno spendendo miliardi e arrancando comunque fino all'ultimo, o una stagione esaltante che magari veda il ritorno di Livorno nella lotteria dei playoff scudetto.
Giulio Corsi
Il fatto è che le risposte che la società aveva chiesto alla città, imprenditori, liberi professionisti, istituti di credito, per adesso non sono arrivate. E così il nuovo bilancio non è ancora stato definito, lo staff tecnico non sa su quale budget potrà contare e non può muoversi sul mercato, pur avendo già individuato il nuovo pivot e tenuto stretti i contatti con Rodney Elliott, che nelle intenzioni di Banchi dovrebbe essere il fulcro del nuovo gruppo. Nel frattempo anche lo sponsor Mabo (che possiede il 25 per cento del capitale sociale) potrebbe tirarsi indietro e decidere di rimanere in società ma non comparire sulle maglie amaranto, qualora non si riuscisse ad allestire una squadra di alto profilo.
E così il quadro d'improvviso (ma non troppo, visto che un segnale preoccupato sulla situazione di stallo lo avevamo lanciato già due settimane fa) si fa grigio. L'auspicio è che possa tornare sereno già durante questa settimana che si prospetta davvero decisiva. Giovedì pomeriggio infatti il presidente Nieri e i rappresentanti di via Pera torneranno ancora una volta dal sindaco Lamberti, l'amico del basket, per capire su quali basi concrete la pallacanestro livornese potrà contare. E a quel punto sapremo davvero la verità riguardo alla squadra che l'anno prossimo rappresenterà la città in serie A1.
Qualora le risposte non arrivassero (le imprese che saranno impegnate nella Porta a Terra hanno dato la loro disponibità a parlare di un sostegno alla pallacanestro, ma per il momento non ci sono ancora accordi scritti) c'è il rischio che Livorno parta con un gruppo di basso profilo, una squadra composta prevalentemente di italiani (Giachetti, Santarossa, Parente e Sambugaro rappresentano il vero patrimonio della società, oltre a Cotani e Garri che hanno ancora un anno di contratto e dovrebbero allungare il legame con via Pera in questi giorni) e magari qualche giovane straniero pescato nel sommerso.
Ma come abbiamo detto si tratta soltanto di un'ipotesi, che potrebbe invece essere smentita dagli sviluppi di questa settimana. «Se ci danno il 'via' siamo pronti a far partire il progetto per il decollo definitivo del basket livornese», dice il general manager Faraoni. Siamo arrivati insomma al momento della verità. Chi ha a cuore le sorti della pallacanestro amaranto è pregato di muoversi. L'alternativa è tra un campionato di sofferenza, sullo stile di Reggio Calabria l'anno scorso, che ha ricostruito durante l'anno spendendo miliardi e arrancando comunque fino all'ultimo, o una stagione esaltante che magari veda il ritorno di Livorno nella lotteria dei playoff scudetto.
Giulio Corsi