Stamattina potrebbe essere il giorno della svolta. Oggi, infatti, a Bologna s'incontrano i legali di Ettore Messina con quelli di Marco Madrigali. L'obiettivo è di arrivare a un accordo che consenta al coach della Kinder di liberarsi dal suo vecchio padrone che lo tiene «incatenato».
«Incatenato» a un contratto che dura altri due anni, ma che il coach, con casa a Mogliano, ha intenzione di rescindere per tutta una serie di ragioni (il clamoroso esonero a marzo, prima, e l'arrivo, pochi giorni fa, dell'ingombrante direttore generale Dado Lombardi) di cui ormai tutto il mondo del basket italiano è a conoscenza. Solo che, per liberarlo, Madrigali pretende una penale che il tecnico non vuole pagare. «Domani mattina (oggi, ndr) ci vedremo, con i rispettivi legali e il mio agente», spiega coach Messina, «per cercare di risolvere la questione. Quello che è stato scritto, in questi giorni, da alcuni giornali sportivi su un mio presunto accordo con la Benetton è stata una forzatura. Sì, è vero, io mi ero dimesso dalla Kinder, ma questa mia volontà l'avevo espressa solo verbalmente ed, evidentemente, ciò non è bastato alla società. Al momento, io sono ancora un allenatore della Kinder: di più, credetemi, non posso dire».
E, allora, visto che l'ex cittì della nazionale, comprensibilmente, non può sbilanciarsi, ecco che si cercano le fonti non ufficiali. A Bologna c'è chi afferma che questo braccio di ferro sia stato creato ad arte per impedire al tanto amato (soprattutto dai tifosi virtussini) Ettore di approdare a un club da sempre rivale come Treviso. Non conviene, però, nemmeno a Madrigali, tenersi un coach che rimarrebbe a Bologna controvoglia. D'altro canto, i segnali sono chiarissimi: la Virtus sta facendo di tutto per accaparrarsi Boscia Tanjevic, reduce dal trionfo nel campionato francese con il Villeurbanne o, in alternativa, Dusan Ivkovic, altro mago slavo, in trattativa anche con il Cska, ma che, per ovvi motivi, preferirebbe una panchina prestigiosa come quella della Virtus. In questa ridda d'ipotesi, la Benetton sta alla finestra. Il general manager Maurizio Gherardini ha riferito, già alla fine della scorsa settimana, all'agente di Messina, Kenny Grant, che ha intenzione di chiudere al massimo entro giovedì-venerdì. «In questo momento», chiosa il dirigente forlivese, «meno si parla meglio è, anche perchè noi siamo una società corretta e non vogliamo prendere a tutti i costi allenatori sotto contratto. Sul mercato italiano, Messina è il migliore della piazza e, se lui non fosse in grado di liberarsi, ci orienteremmo verso un coach straniero. I nomi li sapete già: Dragan Sakota (anche lui ancora contrattualizzato dall'Aek Atene, ndr) e il tecnico della nazionale canadese, Jay Triano. Ma potrebbe spuntare anche un quotato tecnico americano. Ma, in questo momento, all'immediata vigilia dei draft Nba, che, per la prima volta nella storia vede un club europeo come la Benetton con due prime scelte (Nachbar e Skita, ndr), la questione allenatore passa, a mio avviso, in secondo piano...».
Davide Vatrella
«Incatenato» a un contratto che dura altri due anni, ma che il coach, con casa a Mogliano, ha intenzione di rescindere per tutta una serie di ragioni (il clamoroso esonero a marzo, prima, e l'arrivo, pochi giorni fa, dell'ingombrante direttore generale Dado Lombardi) di cui ormai tutto il mondo del basket italiano è a conoscenza. Solo che, per liberarlo, Madrigali pretende una penale che il tecnico non vuole pagare. «Domani mattina (oggi, ndr) ci vedremo, con i rispettivi legali e il mio agente», spiega coach Messina, «per cercare di risolvere la questione. Quello che è stato scritto, in questi giorni, da alcuni giornali sportivi su un mio presunto accordo con la Benetton è stata una forzatura. Sì, è vero, io mi ero dimesso dalla Kinder, ma questa mia volontà l'avevo espressa solo verbalmente ed, evidentemente, ciò non è bastato alla società. Al momento, io sono ancora un allenatore della Kinder: di più, credetemi, non posso dire».
E, allora, visto che l'ex cittì della nazionale, comprensibilmente, non può sbilanciarsi, ecco che si cercano le fonti non ufficiali. A Bologna c'è chi afferma che questo braccio di ferro sia stato creato ad arte per impedire al tanto amato (soprattutto dai tifosi virtussini) Ettore di approdare a un club da sempre rivale come Treviso. Non conviene, però, nemmeno a Madrigali, tenersi un coach che rimarrebbe a Bologna controvoglia. D'altro canto, i segnali sono chiarissimi: la Virtus sta facendo di tutto per accaparrarsi Boscia Tanjevic, reduce dal trionfo nel campionato francese con il Villeurbanne o, in alternativa, Dusan Ivkovic, altro mago slavo, in trattativa anche con il Cska, ma che, per ovvi motivi, preferirebbe una panchina prestigiosa come quella della Virtus. In questa ridda d'ipotesi, la Benetton sta alla finestra. Il general manager Maurizio Gherardini ha riferito, già alla fine della scorsa settimana, all'agente di Messina, Kenny Grant, che ha intenzione di chiudere al massimo entro giovedì-venerdì. «In questo momento», chiosa il dirigente forlivese, «meno si parla meglio è, anche perchè noi siamo una società corretta e non vogliamo prendere a tutti i costi allenatori sotto contratto. Sul mercato italiano, Messina è il migliore della piazza e, se lui non fosse in grado di liberarsi, ci orienteremmo verso un coach straniero. I nomi li sapete già: Dragan Sakota (anche lui ancora contrattualizzato dall'Aek Atene, ndr) e il tecnico della nazionale canadese, Jay Triano. Ma potrebbe spuntare anche un quotato tecnico americano. Ma, in questo momento, all'immediata vigilia dei draft Nba, che, per la prima volta nella storia vede un club europeo come la Benetton con due prime scelte (Nachbar e Skita, ndr), la questione allenatore passa, a mio avviso, in secondo piano...».
Davide Vatrella