PESARO - I suoi amici pesaresi se la spassano (si fa per dire...) in Nazionale mentre lui, di azzurro, vede solo la piscina...
«Finora ho corso nell’acqua bassa e oggi comincio a farlo sul campo - racconta Michele Maggioli, ancora alle prese con la riabilitazione».
Tutto procede per il meglio e la sua vacanza pesarese gli frutta, almeno, qualche vantaggio dal punto di vista fisico. «Adesso la mia principale preoccupazione è quella che il 1° agosto il ginocchio non mi faccia male» - dice sorvolando sul discorso contrattuale».
Lo vuole mezza Italia il “Maggiolone", e anche in Europa ha le sue buone richieste. «Oggi (ieri -ndr) il mio procuratore verrà a Pesaro e in serata mi incontrerò anche con Ario, dopo che mi sarò fatto visitare dal dott. Benelli. Forse verrà fuori qualcosa... So di piacere anche a Fabriano e Roseto, ma mi sembra tutto abbastanza fermo, in generale. Non ho sentito nessuno, tra dirigenti e allenatore, ma presto conto di uscire per una pizza con Malaventura, al suo rientro dalla Nazionale. Ne avrà di cose da raccontarmi...».
La sua intenzione è quella di restare in Italia? «So che ci sono delle opportunità in Spagna, ma io vorrei mettermi in mostra in Italia. Vorrei togliermi delle soddisfazioni qui e poi magari andare all’estero con delle credenziali migliori».
Senza Blair (il cui addio pare sempre più certo), per lei si aprirebbero spazi interessanti sottocanestro... «Vero. Resterei volentieri, ma ancora non ho ben capito le intenzioni della società. Io aspetto...».
Per un pesarese cresciuto a pane e basket, cosa significherebbe una formazione locale che non si chiamasse Scavolini? «Sarebbe una cosa stranissima ma immagino che, se patròn Valter è arrivato a queste conclusioni, avrà avuto i suoi motivi. Come giocatore, ma soprattutto come tifoso spero che questo divorzio non si faccia mai, ma capisco che sono stati spesi tanti soldi senza ottenere grandi risultati e che sia deluso dalla risposta del pubblico. Dopo 27 anni certe considerazioni sono più che lecite, ma non credo che il signor Scavolini sia stanco. E’ difficile dire basta quando dietro c’è una passione tanto forte, soprattutto per lui, che è l’artefice della pallacanestro di alto livello a Pesaro».
Tra Summer League e qualche sporadico movimento, l’estate cestistica prosegue senza grossi ribaltoni, con Bologna nodo del mercato e tanti piccoli e grossi problemi che coinvolgono troppe realtà.
Camilla Cataldo
«Finora ho corso nell’acqua bassa e oggi comincio a farlo sul campo - racconta Michele Maggioli, ancora alle prese con la riabilitazione».
Tutto procede per il meglio e la sua vacanza pesarese gli frutta, almeno, qualche vantaggio dal punto di vista fisico. «Adesso la mia principale preoccupazione è quella che il 1° agosto il ginocchio non mi faccia male» - dice sorvolando sul discorso contrattuale».
Lo vuole mezza Italia il “Maggiolone", e anche in Europa ha le sue buone richieste. «Oggi (ieri -ndr) il mio procuratore verrà a Pesaro e in serata mi incontrerò anche con Ario, dopo che mi sarò fatto visitare dal dott. Benelli. Forse verrà fuori qualcosa... So di piacere anche a Fabriano e Roseto, ma mi sembra tutto abbastanza fermo, in generale. Non ho sentito nessuno, tra dirigenti e allenatore, ma presto conto di uscire per una pizza con Malaventura, al suo rientro dalla Nazionale. Ne avrà di cose da raccontarmi...».
La sua intenzione è quella di restare in Italia? «So che ci sono delle opportunità in Spagna, ma io vorrei mettermi in mostra in Italia. Vorrei togliermi delle soddisfazioni qui e poi magari andare all’estero con delle credenziali migliori».
Senza Blair (il cui addio pare sempre più certo), per lei si aprirebbero spazi interessanti sottocanestro... «Vero. Resterei volentieri, ma ancora non ho ben capito le intenzioni della società. Io aspetto...».
Per un pesarese cresciuto a pane e basket, cosa significherebbe una formazione locale che non si chiamasse Scavolini? «Sarebbe una cosa stranissima ma immagino che, se patròn Valter è arrivato a queste conclusioni, avrà avuto i suoi motivi. Come giocatore, ma soprattutto come tifoso spero che questo divorzio non si faccia mai, ma capisco che sono stati spesi tanti soldi senza ottenere grandi risultati e che sia deluso dalla risposta del pubblico. Dopo 27 anni certe considerazioni sono più che lecite, ma non credo che il signor Scavolini sia stanco. E’ difficile dire basta quando dietro c’è una passione tanto forte, soprattutto per lui, che è l’artefice della pallacanestro di alto livello a Pesaro».
Tra Summer League e qualche sporadico movimento, l’estate cestistica prosegue senza grossi ribaltoni, con Bologna nodo del mercato e tanti piccoli e grossi problemi che coinvolgono troppe realtà.
Camilla Cataldo